CACCIA, REGIONE PUGLIA DICHIARA GUERRA AGLI ANIMALI SELVATICI. INTERVENGA VENDOLA.

 
ANIMALISTI ITALIANI – ENPA – LAC – LAV – LIPU
 – VAS - VITTIME DELLA CACCIA – WWF

“La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore Stefàno, autorizza una modifica illegittima del calendario venatorio,dando luogo ad un vero e proprio reato istituzionalizzato. Un fatto vergognoso, intervenga immediatamente Vendola”

Le Associazioni chiederanno che siano accertate davanti all’autorità giudiziaria le responsabilità collegiali

“Il Presidente della regione Nichi Vendola intervenga immediatamente e faccia annullare le modifiche al calendario venatorio regionale per evitare la consumazione di un reato istituzionale: la intenzionale sottrazione indebita di patrimonio indisponibile dello Stato”. Lo scrivono le associazioni Animalisti italiani, ENPA, LAC, LAV, LIPU, VAS, Vittime della caccia, WWF  dopo la decisione della Giunta regionale della Puglia di prolungare la stagione venatoria ai tordi e alla beccaccia fino al 30 gennaio, contro la legge nazionale ed il parere dell’autorità scientifica. “Con la delibera varata ieri dalla Giunta regionale in seduta straordinaria, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Dario Stefàno, si è consumato un atto clamorosamente illegittimo che corrisponde ad una sottrazione indebita di patrimonio dello Stato: permettere l’abbattimento di animali selvatici in periodo di massimo divieto di caccia, così come stabilito dalla direttiva Uccelli (articolo 7.4), dalla legge nazionale 157/1992 (art. 18, comma 1 bis) e dal parere tecnico, obbligatorio per legge, dell’ISPRA, l’autorità scientifica nazionale”. Il gravissimo atto della Giunta regionale aveva avuto come premessa, pochi giorni prima, il voto favorevole del Comitato Venatorio regionale, che peraltro dichiarava apertamente di non aver chiesto il parere dell’ISPRA. Un parere che sarebbe stato senz’altro negativo, perché l’ISPRA si è già espresso con il documento ufficiale del luglio 2010 nel quale si chiarisce quali sono i tempi massimi di chiusura della caccia alle varie specie. Se il Comitato venatorio pugliese ha dunque consapevolmente ignorato le indicazioni dell’ISPRA, la Giunta regionale è andata oltre, riunendosi in seduta straordinaria e accogliendo senza esitazioni la richiesta dello stesso Comitato venatorio regionale, modificando il calendario in modo da consentire la caccia a tordi e beccacce in periodo vietato dalla legge. Gravissima in tutto questo la responsabilità dell’Assessore Stefàno che, pur consapevole degli obblighi regionali, non solo ha consentito l’operazione ma l’ha addirittura proposta e avallata, in un’operazione che denuncia tutta la subalternità di un certo mondo amministrativo nei confronti delle lobby venatorie. Siamo in sostanza di fronte ad un atto vergognoso, di una gravità estrema, che si prende gioco della legge, delle regole e delle istituzioni, ma che costituisce anche un danno oggettivo e irrimediabile a quel patrimonio indisponibile della collettività rappresentato dagli animali selvatici. “Chiediamo dunque al Presidente della Puglia Nichi Vendola di intervenire immediatamente per esercitare il potere di autotutela che gli compete per far annullare, senza perdere un solo istante, l’illegittima delibera della Giunta, per impedire la consumazione di quello che si configura come un vero e proprio reato istituzionalizzato, di cui le Associazioni non mancheranno di chiedere i danni per la lesione dei propri interessi”. In caso di inerzia le associazioni si rivolgeranno alle autorità giudiziarie competenti per fare accertare la responsabilità collegiale dell’organo che ha  intenzionalmente approvato tale provvedimento, macroscopicamente illegittimo chiedendo al contempo misure cautelari urgenti idonee a preservare l’integrità del patrimonio indisponibile dello Stato, ed impedire così gli illeciti abbattimenti.
19 gennaio 2011
UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA

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CACCIA, saldi di fine anno nel Consiglio Regionale pugliese !

 
Colpo di mano sulla Legge Regionale al Bilancio : via libera alla caccia nel PARCO delle GRAVINE.
Le Associazioni preannunciano battaglia.
E’ stata votata ieri la Legge Regionale per il Bilancio ma si è trasformata nell’occasione, tanto grave quanto immorale, di colpire il Parco Regionale delle Gravine attraverso un pessimo emendamento che ne modifica la Legge istitutiva. Dalle norme di salvaguardia, infatti, viene cancellato il divieto di caccia e quello di accesso con mezzi motorizzati sulle strade non segnate. Quindi si configurerebbe un assurdo controsenso per cui in un’area protetta i cacciatori sarebbero liberi di sparare e scorazzare a destra e a manca. L’obiettivo è ovviamente quello di regalare territorio libero ai cacciatori, in ossequio a una mercificazione elettorale, approfittando del ricatto dell’approvazione di una legge di notevole importanza.

Cui prodest ?

La genesi dell’emendamento si riconduce evidentemente a qualche Consigliere regionale che ha il proprio bacino elettorale tra i cacciatori. Ma non hanno fatto mancare il disinvolto appoggio consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. A breve sarà nota la “blacklistdi coloro che hanno votato l’emendamento. Le Associazioni in difesa del Parco Regionale preannunciano che non staranno con le mani in mano e, intanto, mettono in luce la grave ignoranza alla base dell’iniziativa normativa e le pesanti conseguenze che potrebbero derivare proprio per gli stessi cacciatori. La legge regionale sulle aree protette, infatti, prevede il divieto di caccia all’interno dei Parchi. Divieto confortato anche dalla Legge quadro nazionale (e sovraordinata !) n.394 sulle aree protette. La goffa iniziativa degli estensori dell’emendamento, quindi, porrà imbarazzo tra le Istituzioni regionali e le Autorità (es. Corpo Forestale dello Stato, altri organi di PG e Magistratura) che avranno comunque l’obbligo di perseguire penalmente quei cacciatori sorpresi a esercitare attività venatoria nell’area protetta. Questo produrrà situazioni di confusione che non gioveranno né ai cacciatori e tanto meno all’intera comunità del Parco. Rimane comunque tutta la gravità di una iniziativa politica cui le Associazioni chiedono conto e contro la quale si mobiliteranno. Intanto è da registrare il voto contrario dei membri di Governo Regionale, a cominciare dall’Assessore Barbanente che ha immediatamente e pubblicamente preso le distanze da questo maldestro “contributo” alla Legge regionale di Bilancio. Tale posizione rispecchia etica politica e riscuote il pieno apprezzamento dell’Associazionismo che, ora, però, chiede a Vendola e ai Partiti (di maggioranza e opposizione) se intendono porre rimedio o pensano di mantenere agli occhi dell’opinione pubblica questo vero e proprio esempio di MALAPOLITICA.
Bari, 29.12.2010
Coordinamento provinciale del Parco delle Gravine          
Federazione Speleologica Pugliese
Italia Nostra Puglia
Legambiente Puglia
LIPU Puglia
Società Speleologica Italiana
WWF Puglia

RINNOVABILI: situazione grottesca !

 Nelle Commissioni del Consiglio Regionale prevale un “calcolato” disinteresse.

LIPU ai politici: responsabili di nuove devastazioni !  La Giunta Regionale intervenga con determinazione.

Gravissime le responsabilità dei membri delle due Commissioni al Consiglio Regionale (“Ambiente” e  “Industria”).

Il 15 dicembre scorso era prevista una seduta congiunta per esprimersi sulla nuova proposta di Regolamento in materia di rinnovabili (in attuazione alle recenti Linee Guida nazionali). La seduta è saltata, rinviata a una classica “data da destinarsi” con la scusa pretestuosa di volersi dedicare all’esame del DDL sul Bilancio regionale. Appare evidente l’atteggiamento disonorevole dei consiglieri regionali (*vedi i nomi) membri di queste Commissioni: hanno deciso di non decidere confidando in una utile esiguità dei tempi. Il gioco è chiaro: provocare il deragliamento dell’esame, minare l’approvazione dell’atto regionale, impedire integrazioni migliorative. Ma senza esporsi con decisioni ufficiali ! Come temuto dalla LIPU pugliese, le bellicose e invasive ingerenze della lobby energetica hanno schiacciato i Consiglieri Regionali membri delle Commissioni e cercano di condizionare la Giunta Regionale. Quest’ultima, secondo alcune dichiarazioni giornalistiche, starebbe per approvare il provvedimento alla luce dei tempi previsti per le Commissioni e scaduti invano. Se, come già chiesto dalla LIPU, il provvedimento non sarà RESTRITTIVO e IMMEDIATAMENTE VIGENTE per i procedimenti in corso, esso si rivelerà praticamente INUTILE di fronte a una incontenibile discarica urbanistica che si completerà su tutte le aree pregiate della Puglia. CENTINAIA e CENTINAIA di istanze hanno saturato TUTTO il territorio pugliese, perfino con la sovrapposizione di più richieste sugli stessi siti. Innumerevoli procedimenti vantano strumentalmente una istruttoria già iniziata e le società non accettano che essi siano assoggettati a nuove norme pena la consueta minaccia dei ricorsi. Ancora una volta si realizzerebbe lo sconcertante paradosso per cui il governo di un bene collettivo, il Territorio, prerogativa di un organo istituzionalmente preposto come la Regione, passerebbe di fatto nelle mani della speculazione energetica. La recente norma nazionale prevede che solo i procedimenti che abbiano ottenuto tutti pareri ambientali eventualmente necessari e la soluzione di connessione elettrica indicata dal gestore della rete possano proseguire nell’iter senza essere assoggettati alle nuove disposizioni nazionali. Analogamente, anche i provvedimenti attuativi regionali dovrebbero fare salvo questo principio in relazione all’entrata in vigore delle “aree non idonee” (di espressa competenza delle Regioni). Nuove, gigantesche distese di pannelli fotovoltaici stanno per appropriarsi delle campagne del Salento, della ruralità del Tavoliere, della Murgia barese come di quella Tarantina. E ulteriori piantagioni eoliche, stanno per recintare i Parchi (quelli veri) e tutti i valori territoriali, stanno per colmare la Puglia intera, non risparmiando gli immediati entroterra costieri e perfino le ultime colline Daune scampate alla tumefazione urbanistica che chiunque può “ammirare”. Per tali motivi la LIPU, prendendo atto del disinteresse delle Commissioni Consiliari, ha trasmesso una ulteriore missiva al Governatore Vendola e agli Assessori-membri di Giunta. Approvino urgentemente il provvedimento, con le integrazioni richieste dalla LIPU (e non solo) ma soprattutto lo rendano efficace e prevedano l’assoggettamento della moltitudine di procedimenti in corso. Per rendere pubbliche le pretestuose istanze della “lobby delle rinnovabili”, la LIPU ha anche chiesto copia delle richieste al ribasso presentate  contro il provvedimento. Diversamente si consumerà l’ENNESIMA INGIUSTIZIA: fiumi di denaro alle società energetiche mentre alla collettività solo i ricordi di un territorio definitivamente violato. Foggia  27.12.2010                                LIPU - Sezione Regionale della Puglia   (*) Ecco i nomi dei consiglieri regionali membri delle Commissioni Ambiente e Industria: pentassuglia donato (PD); ventricelli michele (SEL); zullo ignazio (PdL); laddomada francesco (Puglia per Vendola); brigante giovanni (Puglia per Vendola); camporeale antonio (PdL); caroppo andrea (Puglia Prima di Tutto); cervellera alfredo (SEL); decaro antonio (PD); epifani giovanni (PD); iurlaro pietro (PdL); lanzilotta domenico (PdL); longo giuseppe (UdC); mazza patrizio (IdV); olivieri giacomo (Moderati e Popolari); pastore francesco (SEL); sala arnaldo (PdL); gianfreda aurelio (IdV); gatta giandiego (PdL); lonigro giuseppe (SEL); barba antonio (PdL) ; bellomo davide  (Pugliesi per Rocco Palese); disabato angelo (Puglia per Vendola); greco salvatore (Puglia Prima di Tutto); marmo nicola (PdL); marti roberto (PdL); mazzarano michele (Misto); mennea ruggero (PD); negro salvatore (UdC); pellegrino donato (SEL); romano giuseppe (PD); vadrucci mario (PdL)

ogni giorno salviamo una parte di natura: la Tua