Ascoli Satriano decide sull’Eolico

 Via libera a convenzioni discutibili e all’assalto indiscriminato ?

O pianificazione per conciliare le installazioni con i valori del territorio ? 

Il 2 marzo al Consiglio Comunale di Ascoli Satriano è prevista la discussione ed eventuale approvazione di 2 convenzioni con altrettante società eoliche, IVPC (31 torri da 2 MW) e Daunia Wind (73 torri da 2 MW), per disciplinare l’accordo, soprattutto in relazione al corrispettivo economico da conferire all’amministrazione comunale. L’iniziativa, però, necessita contestualmente di annullare una precedente delibera contrastante, con cui il Comune, anche sulla scia di una sentenza del TAR, giustamente rivendica, nell’ambito dei percorsi autorizzativi regionali in essere, la volontà di subordinare la collocazione di centrali eoliche industriali ad una armonica pianificazione del territorio e dei siti di interessati. Tale cambio di politica verrebbe giustificato a fronte della rinnovata normativa in materia. A margine delle progettualità anzidette si sono aggiunte ulteriori proposte sullo stesso territorio comunale: ancora ben 8 progetti. Per la LIPU una situazione decisamente preoccupante ma che in realtà è emblematica di tutto il territorio pugliese, dove l’imperativo indiscutibile è quello di promuovere progetti a tutto spiano in un’ottica di saturazione territoriale, con conseguenze che andrebbero a replicare veri e propri collassi in ordine alla pianificazione e alla tutela dei valori dei comprensori rurali, come già gravemente accaduto in vaste aree dei Monti Dauni. Analogamente ad altre realtà, anche su Ascoli Satriano si profila il rischio di assoggettare indiscriminatamente i 33.000 Ha dell’agro comunale, un territorio vasto e ambito dalle società eoliche. La LIPU ritiene che non vi siano gli estremi per discutere sommariamente ed approvare convenzioni con un regime di urgenza, tanto da trascurare una analisi più garantista che tuteli non solo le istanze delle società eoliche e dei loro iter procedurali nell’approvazione dei progetti, ma anche e soprattutto gli interessi della collettività. Appare pertanto doveroso che l’Amministrazione Comunale di Ascoli Satriano mantenga quei principi, apprezzabili, stabiliti con la posizione espressa nella delibera di oltre un anno fa, e con cui si possa ottimizzare la allocazione delle torri eoliche, ancorché in avanzata fase di iter autorizzativo regionale, con una imprescindibile pianificazione urbanistica dei siti interessati. L’alternativa, come ampiamente previsto dalla LIPU in altri contesti, sarebbe l’ennesimo, incontenibile assalto al territorio e il suo stravolgimento urbanistico e paesaggistico. Ma anche sul piano economico, convenzioni approvate sommariamente rischiano di deludere le aspettative in capo alle stesse Amministrazioni Comunali, come analizzato dalla LIPU. E’ sconcertante, infatti, come in molte convenzioni, ed è il caso di quelle in discussione ad Ascoli Satriano, il corrispettivo in percentuale riconosciuto dalle Società ai Comuni sulla produttività economica degli impianti viene calcolato sulla nuda vendita dell’energia al gestore della rete e non sull’intero fatturato ! Infatti il fatturato è composto non solo dal prezzo di vendita dell’energia ma anche dagli incentivi alla produzione, i famosi Certificati Verdi :  il produttore riceve per ogni MWh prodotto in un anno circa 180-190 euro, di cui poco meno di 109 euro derivanti dai Certificati Verdi e circa 70-80 euro per la vendita dell’energia prodotta. Questo al 2005. E la quotazione sul mercato di questi incentivi è stata ovviamente sempre in ascesa. La quota economica considerata in tali convenzioni, pertanto, è pari a meno della metà di quella effettivamente in gioco. E su impianti in grado di fruttare a regime milioni e milioni di euro all’anno la questione non è di poco conto. Le “sole” 31 torri eoliche della prima convenzione  fatturerebbero a regime oltre 20 milioni di euro all’anno. Allora, si chiede la LIPU, è coerente approvare “al volo” siffatte convenzioni ? Cui prodest ? Un motivo in più per subordinare tali impianti ad una più ampia concertazione, ad una analisi multidisciplinare e alla pianificazione territoriale. Foggia, 01.03.2007                                  LIPU Sezione prov.le FOGGIA

PARTITO IL PROGETTO LIPU SUL FALCO GRILLAIO FINANZIATO DALLA FONDAZIONE NANDO PERETTI.

 

DUECENTO NIDI ARTIFICIALI POSIZIONATI NEI CENTRI URBANI DELL’ALTA MURGIA, TRA PUGLIA E BASILICATA, PER FACILITARE LA NIDIFICAZIONE DELLA SPECIE

Duecento nidi artificiali per favorire la nidificazione del Grillaio, il coinvolgimento delle scuole in un grande progetto di educazione ambientale, una mostra itinerante per sensibilizzare la popolazione al rispetto della specie. E’ quanto prevede il progetto “Una casa per il Grillaio”, finanziato dalla Fondazione Nando Peretti e messo a punto dalla LIPU-BirdLife Italia in collaborazione con il Comune di Gravina in Puglia (BA). L’obiettivo del progetto, che coinvolge alcuni centri abitati dell’Alta Murgia, tra Puglia e Basilicata, è quello di salvaguardare la nidificazione del Grillaio, un rapace migratore minacciato di estinzione a livello mondiale e presente in quest’area del Sud Italia con alcune migliaia di coppie. La scomparsa di cavità adatte alla nidificazione, in particolare nelle abitazioni abbandonate e poi ristrutturate, toglie infatti al Grillaio spazi utili per la nidificazione. Il progetto, che si concluderà nell’autunno 2007, prevede, oltre al posizionamento dei 200 nidi artificiali, che si concluderà a marzo 2007, il monitoraggio, da parte di ornitologi locali, della popolazione di Grillaio durante la stagione riproduttiva e la verifica del successo riproduttivo all’interno dei nidi di legno. E’ previsto un coinvolgimento delle scuole, che potranno partecipare a un concorso per la creazione di una campagna pubblicitaria a favore del Grillaio. E’ inoltre in programma una mostra itinerante, che toccherà i Comuni delle Murge e che servirà ad avvicinare e sensibilizzare la gente sull’importanza di questa specie. Infine sarà stampato un libro, in 5mila copie, che informerà il pubblico sulle azioni da intraprendere per tutelarlo. “Abbiamo voluto lanciare un segnale - dichiara Stefano Palumbo, Direttore della Fondazione Nando Peretti  - dimostrando che anche con un piccolo contributo si possono ottenere risultati sostanziali, tangibili nel breve tempo e di ampio respiro, che possono incidere nella conservazione globale dell’ambiente. Un progetto con il quale si può inoltre creare una coscienza ambientale locale, radicata nel territorio, nonché  ripristinare le condizioni ideali affinché il nostro Grillaio continui ad onorare della propria presenza il Sud del nostro Paese”. “Con questo progetto – spiega Giuliano Tallone, Presidente LIPU-BirdLife Italia – daremo un contributo importante alla salvaguardia di questo piccolo rapace, che proprio nell’area delle Murge concentra gran parte della popolazione italiana. Un lavoro reso possibile grazie alla sensibilità della Fondazione Nando Peretti per la difesa dell’ambiente e della fauna selvatica”. Con oltre 3.600 coppie, l’Italia ospita la terza popolazione europea di Falco Grillaio, concentrata in gran parte nei centri urbani delle murge appuro-lucane. Il grado di diffusione della specie passa dalle poche coppie di alcuni paesi della provincia di Taranto come Mottola, Castellaneta e Palagianello alle 800 coppie presenti a Matera e Gravina. L’evento finale del progetto, “Arrivederci Grillaio”, verrà organizzato a Gravina nel mese di Settembre 2007 proprio al centro dell’areale distributivo del Grillaio nelle Murge, poco prima che la specie parta per la migrazione in direzione Africa. Nell’occasione verranno presentati i risultati conseguiti, premiata la scuola vincitrice del concorso ed effettuate visite didattiche sul territorio. 22 febbraio 2007      Ufficio Stampa LIPU - Fondazione NANDO PERETTI

DIGA DI PIANA DEI LIMITI: LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE SI RIVOLGONO AL PRESIDENTE VENDOLA E AL DIFENSORE CIVICO

 

ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE, LIPU, VAS E WWF NON ASCOLTATE DALLA PROVINCIA DI FOGGIA

Si susseguono da diversi anni ormai gli incontri sul progetto della diga di Piana dei Limiti, a valle di quella di Occhito, sul fiume Fortore, promossi dalla Provincia di Foggia. Anche in questi giorni la Provincia di Foggia persevera, nel merito e nel metodo, promuovendo tale opera.

Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF hanno pubblicamente e più volte dimostrato in maniera inoppugnabile la inutilità dello stesso progetto, rispetto agli obiettivi prefissati di approvvigionamento idrico, stigmatizzando senza possibilità di smentita il colossale spreco di risorse pubbliche nonché la mancanza di adempimenti formali e sostanziali rispetto alle procedure nazionali di VIA e di Incidenza sui siti Natura 2000 interessati. Hanno, per contro, dimostrato l’esistenza di alternative di gran lunga meno impattanti e più serie per garantire la possibilità di approvvigionamento idrico, al di là delle logiche legate alla intercettazione di finanziamenti e gestione di appalti pubblici. Le Associazioni ambientaliste, non essendo state mai invitate agli incontri finalizzati alla costruzione della diga, ricordano di avere più e più volte reiterato la richiesta alla Provincia per l’accesso ai verbali relativi. In questa situazione, è evidente che l’Ente, oltre ad evitare il confronto e la concertazione, non adempie nemmeno ai percorsi previsti dalla legge. Nella ferma convinzione che a tale opera inutile, dannosa e dispendiosa, esistono alternative di gran lunga più valide nei confronti dei rischi derivanti da mutamenti climatici e da prevedibili crisi idriche,  le Associazioni, oltre  a  rivolgere l’ennesima richiesta di atti alla Provincia, si sono rivolte al suo Difensore Civico chiedendo, ai sensi delle vigenti leggi, di far rispettare le istanze mai esaudite dall’Ente. Analoga richiesta di documentazione relativa alla Diga è stata chiesta dalle Associazioni all’ Assessorato Regionale alle Opere Pubbliche. Inoltre, le Associazioni hanno chiesto un incontro con il Presidente della Regione Puglia per poter rappresentare le proprie posizioni anche perché, nell’ultimo recente incontro presso la Provincia di Foggia, l’Assessore Regionale alle Opere Pubbliche Introna avrebbe fatto dichiarazioni sconcertanti e in apparente contraddizione con la linea assunta dal Governo regionale. Per questo le Associazioni Ambientaliste hanno espressamente chiesto allo stesso Assessore e al Presidente della Regione un preciso chiarimento senza margini di ambiguità. Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF non concordano inoltre sullo  “status” autorizzativo del progetto che il Consorzio di Bonifica dichiara già completo di tutte le approvazioni.Come confermato in tempi non sospetti (2004) dalle Direzioni generali del Ministero dell’Ambiente, il progetto è incompleto degli adempimenti ambientali previsti ovvero Valutazione di Incidenza e Valutazione di Impatto Ambientale. Questo è sufficiente per rendere inutile anche il decreto di VIA ottenuto nel lontano 1993 (su un progetto degli anni ’80 !), del resto del tutto inattuale alla luce del nuovo scenario ambientale, territoriale e normativo, mutato in questi ultimi…. 14 anni ! Su questa diga inutile e dannosa, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF sono ben determinate ad andare fino in fondo: oltre a rimarcare i caratteri negativi dell’opera, hanno già denunciato preventivamente alla Corte dei Conti lo sperpero di denaro pubblico che ne deriverebbe e stanno raccogliendo tutta l’istruttoria per una procedura di infrazione comunitaria che avrebbe conseguenze economiche pesantissime sul territorio a cominciare dalla programmazione dei fondi comunitari 2007-2013. Desta preoccupazione inoltre, evidenziano le Associazioni, la posizione dei settori agricoli dei sindacati CGIL, CISL e UIL, espressamente preposti a tutelare gli interessi degli agricoltori, acriticamente in linea con quella del Consorzio,  senza assumere alcuna verifica tecnica sulla bontà dell’iniziativa progettuale. Foggia, 15.02.07 Italia Nostra               Legambiente              LIPU               VAS                WWF

Eolico: lettera aperta al Sindaco di Faeto

Sulla scia delle affermazioni assunte dal sindaco di Faeto, a proposito della locale colonizzazione di centrali eoliche industriali Gentile Sindaco Desidero intervenire con cognizione di causa circa il dibattito in atto sulla questione eolica attinente l’agro di Faeto. Dico subito che la mia è una posizione estremamente critica nei confronti Suoi e dell’Amministrazione da Lei guidata, del resto come nei confronti di molte altre amministrazioni comunali che hanno letteralmente consegnato il territorio nelle mani delle imprese eoliche per un “piatto di lenticchie”. Ma vengo rapidamente ad argomentare il tutto rispetto alle Sue affermazioni, non senza stigmatizzare l’aspetto più coreografico:  la sua “preoccupazione” per il rischio che affermazioni di chicchessia possano “deturpare l’immagine” del suo Paese. E’ inoppugnabile a chiunque si avvicini a questo territorio notare la deturpazione vera causata da piantagioni di torri eoliche industriali che, con le ulteriori autorizzazioni non potrà che peggiorare! Mi pare una magra consolazione, la sua, rivendicare la datazione di una convenzione al 1999 o a responsabilità di precedenti amministrazioni…. Un buon amministrazione avrebbe tenuto logicamente conto anche delle  situazioni regresse, cogliendo cosi la percezione del superamento di un limite di sostenibilità oggi fin troppo evidente, vista la iniziale presenza di ben 24 torri eoliche Edison, pur realizzate senza riferimento ad alcuna procedura di valutazione ambientale. Mi permetta di farle notare che il suo impegno a tutela del Monte Difesa avrebbe potuto esplicitarlo anche nei confronti dell’impianto della Fortore Energia, ricadente sulla medesima area ma nel confinante comune di Roseto e per il quale era previsto l’assenso del suo Comune per le evidenti implicazioni territoriali. Alle torri eoliche citate si sono aggiunte ulteriori 11 torri eoliche industriali della Parco Eolico Srl…. società 100% Edison, anche queste senza alcuna valutazione ambientale ! Quindi ulteriori 7 torri eoliche industriali di grossa taglia in loc. Monte Pescara a cura della società Daunia Wind, il cui maggiore azionista è responsabile del settore energia di Confindustria della Capitanata, l’associazione di categoria che ha preso a spallate il primo regolamento eolico regionale perché fosse ulteriormente depotenziato: quando qualcuno come Lei parla di rispetto delle regole…. regole su misura direi io…. Questo progetto ha superato la fase di screening – ovviamente escluso anch’esso dalle procedure di VIA (!) - ed è in attesa della autorizzazione definitiva. Sempre a proposito di regole Lei dovrebbe essere a conoscenza del fatto che su segnalazione del sottoscritto, il funzionario del Servizio Conservazione Natura del Ministero dell’Ambiente ha trasmesso una nota a Regione e al suo Comune in quanto, pur ricadendo all’interno del SIC “M. Cornacchia – Bosco di Faeto”, area a cui Lei tiene tanto, non è stata espletata la procedura di Valutazione di Incidenza. Nella famosa località Niola-Frassinelle stanno per aggiungersi ancora 11 torri industriali di grossa taglia autorizzate, naturalmente escludendo anch’esse dalla VIA, a cura della WWEH, una delle società più aggressive sul territorio. Si aggiunga una ulteriore proposta progettuale della Energia Ambiente per 17 torri eoliche e quindi di altre 15 torri della Edison entrambe su Monte Difesa. E arriviamo al monte Difesa. Non entro nel merito dei dettagli ma…. per amor di verità, appare poco credibile il fatto che l’amministrazione comunale possa aver “estrapolato” monte Difesa dalle convenzioni Edison già nel 2000, come Lei afferma, se poi la stessa Edison ha portato avanti il progetto fino a ieri con tanto di istanza di autorizzazione unica regionale. Tant’è che nello stesso progetto Edison si legge che nel 1999 l’Ufficio Tecnico del Comune prescrisse l’eliminazione di soli 7 aereogeneratori sui 26 ricadenti nell’area di Monte Difesa (lotto C) approvando cosi il progetto per 19 aereogeneratori !!! A seguito di tale prescrizione, nel 2000 la Edison e il Comune ritennero di sospendere l’iniziativa su M. Difesa rinviandola a data da destinarsi per realizzare al momento gli altri lotti. E quindi: “Oggi (il progetto riporta revisione 15.02.05), a seguito della disponibilità manifestata dall’amministrazione comunale, la scrivente (società Edison) ha deciso di avvalersi della nuova procedura di autorizzazione unica …. Al fine di presentare nuovamente il progetto per la realizzazione su Monte Difesa”. Composto da 15 torri. Questi sono gli atti progettuali ! In definitiva…. ben 53  torri eoliche industriali, e Lei caro Sindaco ….. si preoccupa della possibile deturpazione di immagine che deriverebbe dalle “dicerie” di questo o quel concittadino ?! E questo solo sul suo territorio comunale, senza contare lo scempio circostante dei comuni limitrofi. Ma si sa, ogni comune deve avere il “diritto” di fare quello che vuole sul proprio territorio…. E i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti: un territorio offeso e umiliato dalla miseria politica che negli ultimi anni ha imperversato da tutte le parti con il bollino di qualità delle energie rinnovabili. Caro Sindaco…. quanta tristezza assistere a tutta questa povertà morale. Rispetto al paesaggio lunare in cui il comprensorio in parola è stato condannato, anche la disinvoltura con cui Lei rivendica il rispetto della distanza dell’impianto dal centro abitato appartiene ai dettagli, visto che si parla di differenze dell’ordine di centinaia di metri. A voler essere precisi tuttavia,  l’impianto cosi come approvato non rispetta affatto la distanza dal perimetro abitato prescritta dalla norma, considerando il villaggio turistico in agro del suo Comune. Che poi le cosiddette norme siano puntualmente disattese questo è ampiamente noto e meraviglia che Lei ne richiami il rispetto per tali impianti. Una nota di colore è d’obbligo: il riferimento al dr. Pennacchioni rappresenta una giustificazione riduttiva quanto fuori luogo relativamente al rispetto di parametri progettuali di carattere ambientale quali la distanza dal centro abitato e dal bosco. In tante occasioni, ovunque possibile, il sottoscritto si è pubblicamente incontrato e scontrato con il dr. Pennacchioni contestando le sue tesi riduttive sui vari impatti degli impianti eolici e il suo approccio alla questione che ritengo estremamente banalizzato. Naturalmente non approfondisco la questione in questa sede, cosa che faccio puntualmente nei consessi pubblici (pochi purtroppo) che lo riguardano più direttamente. Certo il dott. Pennacchioni ha il vantaggio di essere ingaggiato senza scomodi confronti da comuni e Società allorché si tratta di promuovere e giustificare l’eolico in tutti gli angoli dei Monti Dauni (e non solo). Ma si sa, Pecunia non olet dicevano gli antichi. La vergognosa realtà è che i pareri ambientali regionali sono espressi sulla scorta di istruttorie a dir poco incredibili e con decisioni a dir poco scandalose. In uno scenario del genere Lei ritiene che le aspettative di un privato cittadino che voglia permettere l’insediamento di torri eoliche sul proprio terreno per trarne beneficio (e che beneficio!) al pari di una stalla o una masseria (qui mi pare veramente inqualificabile come paragone) vadano rispettate. Se cosi fosse, tale aspettativa andrebbe rispettata in linea di principio per TUTTI i potenziali richiedenti: evito di commentare essendo già un concetto palesemente improponibile. Mi limito a far notare che una buona Amministrazione ha il dovere, innanzi tutto, di preservare il bene più prezioso che è quello del proprio territorio, un bene tutt’altro che infinito, attraverso il rispetto di una corretta e armonica gestione urbanistica. Invece è del tutto usuale lo scadimento dei discorsi nei consigli comunali delle piccole comunità, allorché si apre la trattativa sulle centrali eoliche, su cui pesano non solo gli introiti finanziari ma anche i condizionamenti del consenso politico fin troppo alterato dalle offerte delle imprese eoliche a proprietari di terreni, famiglie locali, ecc. Ma proprio le royalties finanziarie, ormai giustificazioni comode e fin troppo abusate per svendere quel che rimane del territorio, aprono un’altra riflessione sulla diatriba di convenzioni, vantaggi economici, percentuali appetitose attinenti il suo comune…. Faccio notare che nel solo agro di Faeto, considerando i soli impianti WWEH, Daunia Wind e Parco Eolico Srl (Edison), dopo circa due anni iniziali di rientro economico, frutteranno complessivamente non meno di 15,5 milioni di euro.  All’anno ! ! ! Il dato vale ogni implicita considerazione. L’inquinamento morale di cui è affetto l’eolico trova un preciso emblema proprio nella posizione assunta da Lei ed altri Sindaci dei Monti Dauni a cavallo tra il 2004 e il 2005, in occasione delle preconferenze per l’istituzione dei Parchi regionali dei Monti Dauni settentrionali e di quello dei Monti Dauni meridionali, tenutesi negli uffici regionali. Il becero “Parchicidio” si consumava pugnalando sul nascere quelle aree protette, con la mobilitazione strumentale dei Sindaci, mentre nelle vicine stanze regionali si salvaguardava l’iter per approvare gli scempi con i finti “Parchi”, quelli eolici. Cosi la collettività dei Monti Dauni ha perso una occasione irripetibile per il rilancio delle sue migliori ricchezze per far posto all’arricchimento spropositato di una certa imprenditoria e di certi professionisti, con una colossale speculazione in perfetto stile da lottizzazioni edilizie anni 70. Tanto ritenevo doveroso a chiarimento, pur del tutto parziale, sulle questioni sollevate nell’ambito del contesto territoriale di riferimento, con riserva di replicare.                                                              Foggia, 24 gennaio 2007  Enzo Cripezzi     -   LIPU provinciale Foggia

EOLICO: OLTRE OGNI LIMITE ! L I P U: Inaccettabile la strategia dei ricorsi al TAR

 Irruzione persino in Aree Protette, SIC e ZPS

E' di alcuni giorni fa l'appello dell’Assessore Regionale all’Ecologia agli ambientalisti contro la aggressione giuridica di alcune società eoliche, animate dall’aspettativa di metter comunque e dovunque le mani sul territorio, senza limiti e senza ritegno, con l’obiettivo affaristico di intercettare colossali sovvenzioni.

Ma, ricorda la LIPU, non senza la compiacenza di amministratori locali attraverso il ricatto “soldi in cambio territorio”. Compiacenza a cui non si sottrae la politica, fino alle responsabilità di funzionari preposti a valutare i progetti, troppo spesso disattendendo le già esigue norme di riferimento. In tale contesto è approdato il Regolamento Regionale sull'eolico che, evidenzia la LIPU, non è nulla di veramente severo e, anzi, pur dopo anni di aggressioni territoriali inarginate, pone serie preoccupazioni in ordine ad aspetti urbanistici, alla trasparenza e alle garanzie di tutela ambientale, per altro ancora senza alcun obbligo di V.I.A.. Tra queste minime garanzie vi è l'esclusione dell’eolico da Aree protette, SIC (Siti di importanza Comunitaria), ZPS (Zone di Protezione Speciale)… pur senza una fascia di rispetto degna di questo nome  depotenziando cosi tali vincoli (cosi come per i siti archeologici o storici o paesaggistici). Una frazione di territorio, ultima testimonianza della ruralità, del suo paesaggio e di quello che rimane della sua fauna selvatica, in molti casi specie rare e minacciate a livello globale. …..DOPO aver degrado i valori di molte aree strategiche con impianti gravemente autorizzati negli anni, assoggettando migliaia di ettari, con la scomparsa di uccelli rapaci…. .....DOPO aver costretto all'aborto la gestazione dei Parchi regionali prossimi alla nascita in Capitanata per rimpiazzarli con una moltitudine di “parchi” eolici, termine abusato per mitigare null’altro che centrali eoliche industriali, in sfregio all’etica e agli interessi autentici della collettività… ......DOPO la mancanza di tutela di ambiti di importanza internazionale per l’avifauna come le IBA (Important Birds Areas), giuridicamente equiparate dalla Unione Europea alle ZPS, con il rischio sempre più concreto di una vertenza e relativa procedura di infrazione della Comunità Europea..... …. Le società eoliche sferrano l'assalto dell'ultimo angolo di territorio per farlo "fruttare" con piantagioni di torri eoliche, ancora più mastodontiche, fino a 140 m di altezza. Una sagra finanziaria, un fiume di milioni e milioni di euro, altro che “imprenditoria”. Ed ecco una moltitudine di progetti irricevibili ma non solo ! Alcune imprese, assaltano direttamente il Regolamento eolico regionale con ricorsi al TAR perchè anche l'ultimo stadio di questo disegno scellerato possa compiersi. Rimuovere l'ultimo ostacolo per dilagare nelle residue Aree Protette e siti Natura 2000 (SIC, ZPS), e garantirsi cosi non solo licenza di assediare ma anche di irruzione all’interno degli avamposti di Natura e di Paesaggi. Un tentativo inqualificabile per scardinare i pur esigui paletti di tutela ambientale a cui la LIPU dice N O , accogliendo l’appello della Regione e sostenendo inoppugnabili ragioni ! Alla Regione Puglia la LIPU chiede di ridimensionare la “disponibilità” nei confronti di un fenomeno che si è mostrato con tutta la virulenza, ieri fin troppo prevedibile, oggi ingestibile. Si faccia del Piano Energetico Ambientale Regionale in dirittura di arrivo la vera svolta nella pianificazione dell’energia eolica, ponendo un limite serio al dilagare inarrestabile di piantagioni di torri eoliche industriali. Perché almeno le identità irripetibili delle aree più conservate del territorio (paesaggi, agricoltura di qualità, biodiversità, aree archeologiche, centri storici, …. ) rappresentano l’ENERGIA perenne per il motore della Puglia e della Nazione, e pertanto NON NEGOZIABILI ai diktat delle imprese energetiche. Sulle prossime sentenze del TAR Puglia la LIPU auspica serenamente la massima coerenza e ragionevolezza: lo sfondamento giuridico dell’eolico in tale ambito cancellerebbe per sempre valori irrinunciabili della Puglia. A TUTTA la Politica, la LIPU chiede di riappropriarsi del ruolo che le compete, quello del buon governo della cosa pubblica, nella consapevolezza di dover incrinare schemi che hanno imposto alla politica il ruolo di battistrada di scelte già compiute dal potere economico. Ai massimi organi di Governo dello Stato- Ministero dell'Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico - la LIPU chiede un intervento ormai improcrastinabile . L’alternativa irresponsabile, a fronte di incentivi finanziari sproporzionati e alla carenza di regole, sarà quella di assistere ad una ulteriore e irreversibile devastazione in Puglia come nel resto del Paese. L I P U  - Coordinamento Regionale della Puglia – 28.12.2006

ogni giorno salviamo una parte di natura: la Tua