TORNA IL 6 e 7 OTTOBRE L’EUROBIRDWATCH, IL PIU’ IMPORTANTE EVENTO EUROPEO DEDICATO AL BIRDWATCHING.

 

LIPU E CORPO FORESTALE DELLO STATO APRONO OASI E RISERVE

 DOMENICA 7 OTTOBRE   Appuntamento con la LIPU alla zona umida LAGO SALSO Torna sabato 6 e domenica 7 ottobre 2007 l’“EuroBirdwatch”, il più grande evento europeo dedicato al birdwatching. La manifestazione, che si svolgerà contemporaneamente in 28 Paesi europei, si terrà in Italia nelle 32 Oasi e Riserve gestite dalla LIPU e in altre decine di siti naturalistici (parchi, riserve, siti di Rete Natura 2000, aree importanti per gli uccelli “IBA”), fra cui 42 riserve naturali dello Stato gestite dal Corpo Forestale dello Stato. Localmente, la sezione prov.le della LIPU di Foggia, con il patrocinio del Comune di Manfredonia e del Parco Nazionale del Gargano, organizza l’EUROBIRDWATCH nella giornata di DOMENICA  7 OTTOBRE . L’appuntamento è per le ore 9.30 presso l’ingresso dell’OASI LAGO SALSO nel Parco Nazionale del Gargano, sulla Strada statale litoranea 159 (Manfredonia - Margherita di Savoia) al km 7,2. I partecipanti saranno accolti ed accompagnati da esperti LIPU ad osservare gli ambienti e gli animali che abitano una delle più importanti zone umide del Mediterraneo con particolare attenzione per gli uccelli migratori. Eurobirdwatch 2007 ha il patrocinio del Ministero Tutela Ambiente Territorio e del Mare, di Federparchi (l’associazione che riunisce 160 organismi di gestione delle aree protette in Italia) e del Corpo Forestale dello Stato, che partecipa all’evento con numerose riserve naturali che gestisce sul territorio nazionale. L’EuroBirdwatch, coordinato da BirdLife International, la più grande rete mondiale di associazioni per la tutela della natura e degli uccelli selvatici (LIPU è il rappresentante italiano), prevede il coinvolgimento di tutti i partecipanti che registreranno su apposite schede gli uccelli selvatici avvistati. Tali schede verranno inviate, tramite i coordinatori delle singole escursioni, a BirdLife International per un conteggio complessivo a livello europeo. L’operazione fornirà dettagli sulla migrazione degli uccelli (quanti individui e quali specie solcheranno in quei giorni i cieli d’Europa) e inoltre ci dirà molte cose sullo stato di salute della natura nel nostro Paese, in quanto gli uccelli selvatici sono efficaci e riconosciuti indicatori della qualità dell’ambiente che ci circonda. “Il pubblico partecipante, - sottolinea la LIPU -  potrà così ammirare la bellezza degli uccelli selvatici direttamente nel loro ambiente naturale e conoscere da vicino lo straordinario fenomeno della migrazione, che vede milioni di uccelli selvatici lasciare ogni anno in autunno l’Europa diretti verso aree più calde dove passare l’inverno”. Quest’anno l’EuroBirdwatch è  dedicato agli uccelli migratori e al loro habitat. La migrazione autunnale degli uccelli, che a centinaia di milioni si spostano da un continente all’altro, la presenza di specie rare e le grandi concentrazioni offriranno spunti eccezionali: in Italia saranno ancora visibili i migratori in partenza per l’Africa, come il Falco della regina, l’Airone rosso, il Lodolaio e l’Usignolo, ma anche tanti animali che nel nostro Paese si fermano a svernare. All’EuroBirdwatch del 2006 parteciparono in Europa quasi 50mila persone, impegnate in 1.200 eventi. Oltre due milioni furono gli uccelli osservati in tutta Europa (appartenenti a oltre 250 specie) di cui 103mila in Italia (176 specie). L’elenco completo degli eventi è pubblicato sul sito Internet www.lipu.it .

PER INFORMAZIONI sull’evento in Capitanata:  E-mail lipu.fg@tin.it

 LIPU - Sezione prov.le - Foggia, 3 ottobre ’07

TERRITORIO DI PESCHICI: DOPO L’INCENDIO SI ABBATTONO ALBERI ANCORA VIVI

Continuano le segnalazioni dei cittadini mobilitati a fianco delle sezioni di Foggia di LIPU e WWF in difesa del Gargano.

Nel territorio di Peschici è il caso di dire: "Brucia sul bruciato"! Non bastano migliaia di pini arsi dal terrificante incendio della scorsa estate: ora ci si mettono anche i boscaioli improvvisati ed alcuni privati con il taglio di pini arrossati ma dalla chioma ancora verde. Quegli alberi hanno buone possibilità di sopravvivenza, ma non pochi vengono abbattuti!

pineta incendiata Peschici

Invece di salvare innanzi tutto il salvabile, viene così completata, evidenziano LIPU e WWF, l’esecuzione dei pini, utilizzando, al posto del colpo di pistola, l’accetta per troncare ogni possibilità di sopravvivenza della pianta.

In un paese civile, si chiedono gli indignati cittadini, i pini da tagliare non dovrebbero essere individuati da persone preposte e competenti?

Si tratta, si chiedono inoltre LIPU e WWF, solo d’ignoranza da parte d’improvvisati boscaioli oppure lo zelo che li spinge a fare piazza pulita dei pini ha le stesse motivazioni degli incendiari della scorsa estate come, ad esempio, quella delle mire edilizie?

Nel frattempo le due Associazioni hanno subito trasmesso una segnalazione ai Comandi stazione territorialmente competenti del Corpo Forestale dello Stato per investigare e stroncare il fenomeno.

La resilienza della vegetazione, che definisce la capacità di ritornare alle condizioni iniziali a seguito degli incendi, varia in funzione delle piante presenti. Gli interventi di recupero e di ricostituzione della copertura vegetale costituiscono un’operazione difficile e delicata da affidare, pertanto, a personale particolarmente competente, in grado di attuare alcune precise indicazioni tecniche e di effettuare le scelte operative più consone al sito d’intervento. Il taglio indiscriminato realizzato da persone qualsiasi si configura, evidenziano LIPU e WWF, per questi motivi come un’ulteriore grave aggressione ambientale.

LIPU e WWF, nell’esprimere gratitudine ai cittadini che continuano ad essere vigili in difesa del Promontorio in sintonia con gli obiettivi della mobilitazione “Parco: ti voglio ricordare che c’è il Gargano da salvare”, riguardo al dramma degli incendi ricordano la circolare inviata nel luglio scorso dal Ministero dell'Ambiente ai Presidenti dei Parchi Nazionali per invitarli a richiedere ai Comuni, ricadenti nei loro territori, il puntuale adempimento dell'obbligo di istituire e aggiornare annualmente il catasto delle aree percorse dal fuoco, previsto da specifico obbligo di legge e indispensabile per esercitare l'essenziale funzione preventiva e deterrente contro gli incendi boschivi. È stato fatto? E quanti comuni si sono mossi per rispettare tali obblighi?

La stessa Circolare Ministeriale, evidenziano LIPU e WWF, sottolinea che l'attribuzione di risorse finanziarie da parte dell’Ente Parco destinati ad interventi a favore di tali Comuni potrà essere subordinata all'ottemperanza da parte dei singoli Comuni del menzionato obbligo di istituire e aggiornare il catasto.

Il Gargano anche negli anni precedenti è stato devastato da incendi, ma la maggior parte dei Comuni non ha provveduto al catasto delle aree colpite.

Circa l’individuazione e la punizione dei responsabili, il Ministero invita i Parchi a promuovere ogni idonea azione per garantire l'attivazione da parte degli Enti o la loro partecipazione in ogni azione per danno ambientale promossa contro i soggetti ritenuti responsabili di tali eventi, anche mediante la costituzione di parte civile da parte degli stessi Enti Parco.

Nel frattempo, a Peschici, solo alcuni cittadini si accorgono che nell’agro comunale, dopo l’incendio della scorsa estate, si abbattono impunemente alberi ancora vivi.

Foggia,  02.10.07        LIPU - Sez. di Foggia                WWF - Sez. di Foggia

EOLICO: dalla Moratoria alla Sanatoria.

 Ovvero: V.I.A. , da Valutazione di Impatto Ambientale…. a “VIA libera” a tutti i progetti !

Prosegue l’analisi della LIPU sulla speculazione che ha trasformato l’energia eolica in una grande vergogna per molte aree territoriali. E i risultati sono impietosi ! Passati al setaccio i gravi pareri ambientali rilasciati negli anni dagli uffici dell’Assessorato Ambiente regionale, emerge un quadro sconcertante: affermazioni autoreferenziali e prive di conforto scientifico, istruttorie carenti, procedimenti irrispettosi delle norme di riferimento... Un consuntivo impressionante, che offende e svilisce lo spirito della legge sulla V.I.A.. I dati VERI parlano chiaro a dispetto della disinformazione emersa dalla campagna “Vai col Vento”, presieduta e sponsorizzata dalle società eoliche, quindi in palese conflitto di  interessi. Senza pianificazione territoriale o energetica, in Puglia sono ormai 1366 torri eoliche per quasi 1900 MW di targa tra impianti realizzati o con parere positivo, in attesa di realizzazione. Incredibile a dirsi ma, di questi, ben 1268 torri eoliche per 1700 MW non sono stati assoggettati a V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) godendo dell’esclusione da tale procedura grazie alla disinvolta “valutazione” operata dai dirigenti dell’ufficio regionale. Sebbene, precisa la LIPU, il Comitato VIA, quanto coinvolto, era ed è scientemente privo di esperti in fauna selvatica e avifauna, la componente più critica da valutare in questo genere di impatti. E’ come se su molti comprensori ci fosse un unico progetto di intere “piantagioni” eoliche vergognosamente insediato senza V.I.A., ancora peggio per alcune aree di confine regionale, complice un analogo, irresponsabile atteggiamento della regione Campania. Inoltre, questo iter semplificato di valutazione ambientale (cosiddetto screening) favorisce anche “l’oscurità” del progetto, in quanto comporta il deposito del progetto con una evidenza pubblica limitata al solo l’albo pretorio comunale, quindi del tutto insufficiente a garantire un coinvolgimento e una consapevolezza dell’opinione pubblica su una scala degna delle dimensioni di tali progetti, che invece si avrebbe con la pubblicazione sul Bollettino Uff. Regionale e su un quotidiano nel caso della vera e propria procedura di VIA. E’ cosi che la società civile viene tenuta all’oscuro di tutto fino al compimento dei giochi, con la complicità di enti locali che ben si sono guardati dal concertare, di fronte alle offerte delle società. La LIPU rileva come, secondo un consolidato copione nell’iter valutativo, gli uffici regionali dell’Ass. Ambiente, nel peggiore dei casi, concludono solo con il taglio di qualche torre sul progetto complessivo esprimendosi con il “consueto” parere positivo. Non meraviglia quindi la cifra sconcertante di impianti che ad oggi hanno concluso l’iter con parere ambientale negativo : Z E R O ! Una cifra emblematica delle responsabilità espresse negli anni da tali uffici su un totale complessivo di 84 centrali eoliche industriali. Un risultato tutt’altro che limpido, se si pensa che in realtà c’era stato un impianto (uno solo !) sottoposto a VIA, conclusasi con parere negativo. Ma tale parere veniva revisionato ed emesso positivo su istanza della società, con procedure del tutto irregolari ! La moratoria di giugno 2005 - maggio 2006 sui procedimenti, quindi, si è trasformata in una sostanziale sanatoria. Risultato: impianti allocati in aree sensibili, impatti cumulativi, pesante degrado dei valori del territorio, trasformato in un vuoto a perdere, con l’aborto dei Parchi reg.li, l’irruzione e l’assedio di SIC, ZPS e IBA, le aree strategiche per la biodiversità. E’ la dimostrazione di come, prima ancora che il protocollo di kyoto, abbia nettamente prevalso un becero interesse economico quantificabile in un fatturato di oltre 700 milioni di euro all’anno con questi “primi” 1900 MW. Uno scenario, evidenzia la LIPU, che riflette una dinamica ormai degradata oltre misura. Paradossalmente, però, si assiste a visite di cortesia dell’Assessore Losappio presso impianti eolici gravemente realizzati all’interno o a ridosso dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria) o al pericolosissimo decentramento delle funzioni di valutazione ambientale alle province, con quello che ne consegue rispetto alle centinaia di progetti ancora in ballo e ai limiti di questi Enti.     Foggia – 01.10.07                                            LIPU  coord. regionale Puglia

Eolico: convegni ad uso e consumo della speculazione eolica

La LIPU contesta le posizioni di Losappio

Quello eolico è sempre più uno scenario degradato oltre ogni limite, con una speculazione imperversante e il mancato rispetto delle più elementari regole di pianificazione e gestione. Per di più agevolate da un Regolamento Regionale che, fatte salve le aree protette, consente di fare man bassa del bene irriproducibile per eccellenza: il territorio. Al danno si aggiunge la beffa: convegni in cui vengono propinati esempi di pianificazione eccellente ma che invece rappresentano un miserevole assoggettamento del territorio ai desiderata della lobby eolica. Il prossimo quello previsto a breve in Foggia nell’ambito della campagna “Vai col vento”. Convegni a cui la LIPU a declinato l’invito a relazionare con il preciso scopo di non conferire alcuna fuorviante patente di legittimità a eventi dalla chiara matrice speculativa e dai risvolti profondamente disinformativi. La LIPU contesta con determinazione questo tipo di comunicazione in cui si promuovono esempi tutt’altro che virtuosi di redazione di PRIE, come quello di Gravina – Poggiorsini (Ba). Su questo PRIE, come su altri, tra gli innumerevoli in corso di redazione “occulta”, la LIPU ha proposto e controdedotto, pur nella consapevolezza che il Regolamento regionale in materia rappresenta un provvedimento più scenografico che non realmente utile allo scopo. Ebbene, le deduzioni al PRIE in parola proposte dalla LIPU come da altre figure associative locali, malgrado la fondatezza scientifica, sono state in massima parte ignorate. Non solo ma è stata sufficiente la richiesta del committente (Comune di Gravina) nei confronti dei redattori del PRIE (Aforis) per revisionare al ribasso anche alcuni elementi di valore presenti nel PRIE, cosi da gratificare le pressioni delle società eoliche con i progetti da tempo pronti alle porte dell’Amministrazione comunale. Che razza di pianificazione è questa? Come può un Assessore all’Ambiente promuovere un PRIE approvato da una amministrazione….. prima ancora che esso sia sottoposto al vaglio tecnico e politico degli organi regionali ?  Allora i giochi sono già fatti ???!!! Un esempio triste, quello citato, ma che bene rappresenta la dinamica dei PRIE: strumenti “lasciapassare” per alterare tutto il territorio possibile piuttosto che strumenti urbanistici. Eppure basta un elementare dato agghiacciante per esemplificare il ritardo sconcertante su cui la Regione ancora non ha agito, preoccupandosi paradossalmente di camuffare una ulteriore quanto indiscriminata e disinvolta espansione di piantagioni di manufatti industriali, i più grandi mai realizzati dall’uomo, con una convegnistica estremamente opinabile. Dopo ANNI di pareri ambientali positivi l’incapacità della Regione è ancora tale da impedire di adottare il PRIMO (!!!) parere ambientale negativo, riproponendo un copione puntuale e vergognoso in cui si taglia solo qualche torre eolica approvando però l’intero progetto. Un ulteriore elemento di preoccupazione è la presenza dell’Ass. al Territorio A. Barbanente: anche in tal caso la LIPU si chiede come sia possibile, di fronte all’evidente disastro su un territorio ipotecato e che sta per essere sempre più fagocitato dalla virulenza incontrastata del fenomeno eolico, non preoccuparsi di promuovere misure di tutela degne di questo nome, piuttosto che relazionare su un corretto inserimento di tali impianti già compromesso in partenza da norme inadeguate ? Fallita ogni istanza di revisione di tale indirizzo insostenibile adottato dagli organi regionali, la LIPU evidenziarà pubblicamente, con il supporto dei media che vorranno fare VERA informazione, tutti gli scandali che la questione eolica continua ad accumulare, trasformando un’energia pulita nella più grande speculazione territoriale e finanziaria che la Puglia e il Mezzogiorno d’Italia abbiano mai conosciuto dopo quella edilizia dei primi anni 60-70. Foggia, 10.09.07                                                          LIPU Sezione prov.le Foggia

STEPPE PEDEGARGANICHE, VERSO LA CONDANNA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA.

LIPU:  “C’E’ ANCORA TEMPO PER INTERVENIRE. SI FERMI LA DISTRUZIONE E SI ADOTTINO SERIE MISURE DI MITIGAZIONE PER EVITARE PESANTI MULTE” Le sanzioni, in caso di condanna potrebbero arrivare a un importo forfetario pari a 10 milioni di euro più una penalità giornaliera fino a 700mila euro. <<Si faccia il possibile in extremis per salvare le steppe del Gargano dalla distruzione ed evitare di far pagare ai contribuenti pugliesi una pesante multa>> E’ il commento della LIPU-BirdLife Italia dopo la richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’avvocatura generale della Corte di Giustizia europea che chiede la condanna dell’Italia per violazione della Zona di Protezione Speciale “Steppe pedegarganiche” in Puglia, un’area di 30mila ettari di cui 7mila occupati da attività produttive. L’area, compresa tra Foggia e Manfredonia, ha visto la realizzazione di insediamenti che hanno distrutto il 90% delle steppe pedegarganiche, un’area pregiatissima dal punto di vista naturalistico dove vivono specie di uccelli rare quali la Gallina prataiola, l’Occhione, la Calandra, il Capovaccaio e il Lanario. <<La richiesta di condanna dell’Italia  – dichiara Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia – induca la Regione Puglia a fermare, finalmente, la distruzione delle steppe pedegarganiche e adottare con urgenza le misure di mitigazione per ovviare ai danni procurati alla natura. Altrimenti – conclude – la condanna della Corte di Giustizia sarà inevitabile e le multe ricadranno sui contribuenti pugliesi>>. Le sanzioni, in caso di condanna – sottolinea la LIPU - potrebbero arrivare a un importo forfetario pari a 10 milioni di euro più una penalità giornaliera fino a 700mila euro. La Commissione europea aprì la procedura d’infrazione all’inizio del 2004 dopo il ricorso presentato nel gennaio 2001 dalla LIPU per le gravi e ripetute violazioni delle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”. Violazioni causate dagli insediamenti industriali previsti dal Contratto d’Area di Manfredonia all’interno di un’area ad altissima biodiversità e tutelata dalla UE come ZPS e pSIC (Sito d’importanza comunitaria) e facente parte di Rete Natura 2000, la rete di protezione della biodiversità dell’Unione Europea.   Quanto al protocollo d’intesa firmato nel 2006 dalla Regione Puglia e dal Comune di Manfredonia - che prevedeva la compensazione tra i 400 ettari di Zona di Protezione Speciale (ZPS) trasformata dalle attività produttive (e che vantavano specie vegetali importanti oggi scomparse e sostituite dal cemento) e un’area di 500 ettari a Sud del Lago Salso – la LIPU espresse molte critiche  affermando che comunque non sarebbe servito a evitare la condanna. 8 maggio 2007           ufficio stampa  LIPU-BIRDLIFE ITALIA

ogni giorno salviamo una parte di natura: la Tua