Fotovoltaico a Masseria Giardino (Fg)

LIPU e VAS contestano il comune : ritirare la delibera della vergogna!

Norme disattese e Amministrazione diffidata. 

LIPU e VAS intervengono sulla svendita dei terreni comunali che si vorrebbe “valorizzare” seppellendoli con pannelli di silicio. Un metodo sbrigativo quanto scandaloso con il mero interesse di fare cassa per i 200  ettari comunali. Agricoli ma ancora per poco.Mass Giardino- foto LIPU Fg O forse no ! Infatti già dalla Delibera di Consiglio si evincono gravissime superficialità in ordine agli adempimenti di legge necessari a trasformare l’area da agricola a industriale. Condizione oggi necessaria per eludere le nuove normative vigenti che prevedono di non incentivare impianti di potenza superiore a 1 MW ricadenti in aree agricole. Il comune, si ricorderà, sprezzante dello spirito normativo, aveva previsto di modificare di proposito lo strumento urbanistico con l’esclusivo scopo di prendere per i fondelli la stessa normativa. Un atto deplorevole e un pericoloso precedente che potrebbe essere seguito in altre occasioni. Distese fotovoltaiche su preziosi suoli agrari sono sempre una intollerabile vergogna di cui non c’è alcun bisogno. Con o senza Masseria Giardino. Anche se in questo caso deve registrarsi l’aggravante di una allocazione a ridosso del Parco Regionale dell’Incoronata che abbraccia la masseria omonima, con buona pace delle pessime ricadute paesaggistiche. Migliaia di ettari sono ingoiati nel Mezzogiorno da questa mera speculazione, con la compiacenza di Amministratori e politici spregiudicati. Ciò non ha nulla a che vedere con la tutela ambientale ma paradossalmente approfitta di questi principi per degradare e consumare ancor più il territorio. LIPU e VAS ricordano come l’agro foggiano sia già stato umiliato per decine e decine di ettari senza considerare altri impianti autorizzati in arrivo. E poi ci sono “allegre” D.I.A. (Dichiarazioni di Inizio Attività) concesse per impianti “singoli” da 1 MW, sia fotovoltaici (2 ettari) che eolici (100 m di h) ma…. vicini tra loro, quindi platealmente fuorilegge, tanto da costituire vere e proprie centrali energetiche PERO’ senza alcuna valutazione di carattere urbanistico e men che meno ambientale. E ancora varie convenzioni per grossi progetti eolici come fotovoltaici, sia nell’agro foggiano che sul confine di San Marco in Lamis dove sono iniziati pesanti sbancamenti per un gigantesco impianto eolico a cura della Renergy. Dove sono queste convenzioni? Cosa prevedono? Quali introiti? Da utilizzarsi come? E allora l’Amministrazione esponga sul suo sito internet le convenzioni e gli accordi sottoscritti o in fase di sottoscrizione e ritiri immediatamente la delibera ammazza-territorio.. Infatti, la LIPU ha diffidato l’Amministrazione comunale nella persona del Sindaco, poiché le modifiche urbanistiche, in quanto “varianti” ai Piani, devono essere obbligatoriamente sottoposte a verifica di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e Valutazione di Incidenza, come previsto dal D.Lgs 4/2008 e dal DPR 357/97 e successive integrazioni. Di tutto questo non vi è cenno alcuno nella famigerata delibera pur demandando il tutto al Responsabile del Procedimento perché dia corso a quanto deliberato. Inoltre si assegna arbitrariamente il carattere di “pubblico interesse, non è chiaro se alla variante o al progetto, senza richiamare alcun conforto normativo mentre è noto che questi impianti assumono detta qualifica solo DOPO il conseguimento della Autorizzazione regionale ! Altro che “valorizzare” ! Non c’è alcun serio ritorno costi-benefici ma solo la compromissione del capitale ambientale pregiudicato a scapito degli autentici interessi  collettivi. Foggia, 15.07.2011                            LIPU prov.le Foggia                 VAS prov.le Foggia

Convegno CIA Puglia

25.2.2011 -  “Energie  Rinnovabili,  Agricoltori  Protagonisti
convegno promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori della Puglia. dalle ore 9.30, presso l'Hotel Sheraton - (via A. Cardinale Ciasca, 27) Bari apertura lavori Antonio Barile, Presidente della Cia Puglia relazioni Marino Berton, Presidente nazionale dell’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) Rico Farnesi,  amministratore di “Agricoltura è vita – Appennino” Silvio Rubbia, docente al Politecnico di Milano, responsabile del progetto “Masseria solare” Enzo Cripezzi, responsabile della Lipu Puglia Antonio Pantaleo, ricercatore universitario Giuseppe Cornacchia, responsabile nazionale del Dipartimento sviluppo agroalimentare e del territorio della C.I.A. , Dario Stefàno, Assessore regionale alle risorse agroalimentari conclusioni Angela Barbanente Assessore regionale alla qualità del Territorio  

Caccia : in punta di piedi arrivano modifiche alla Legge Regionale pugliese

Pentassuglia (PD), l’antiparco inventore del Parco “non protetto” delle Gravine in cui cacciare liberamente, propone ora un Disegno di Legge che peggiorerebbe la norma in materia venatoria. ENPA, Italia Nostra, LAV, LIPU e Legambiente intercettano un nuovo tentativo di deregolamentazione venatoria. A firma del noto consigliere Pentassuglia (PD), approda nella Commissione Regionale interessata un Disegno di Legge per modificare la Legge regionale in materia di caccia. E come è ovvio non prevede un quadro roseo. Che Pentassuglia (PD) fosse dalla parte di “caccia selvaggia” e non da quella dei Parchi lo si era capito: qualche settimana fa destava le proteste del mondo ambientalista per un emendamento “ammazzaparco” introdotto a tradimento con un poco elegante colpo di mano nella legge di bilancio. Si voleva consentire cosi la caccia DENTRO l’area, cosiddetta “protetta”, del Parco delle Gravine, in contrasto con altre leggi quadro, anche dello Stato e quindi sovraordinate. Su Youtube - http://www.youtube.com/watch?v=DqEchBCIV0g - è possibile ammirare il consigliere Pentassuglia mentre passa dall’improbabile ruolo di paladino degli agricoltori raccoglitori di olive a quello di difensore di chi trasporta armi NEL parco, non mancando di tirare in ballo la mancanza di democrazia, le vessazioni e il “fare cassa” con i verbali. Da parte di chi? … di chi rappresenta lo Stato e le Istituzioni facendo doverosamente rispettare le leggi? Affermazioni che rischiano di legittimare il bracconaggio (!). Ma in attesa che sia rimossa la norma “ammazzaparco” per le Gravine, le Associazioni ambientaliste registrano invece il tentativo di peggiorare la Legge Regionale n.27/98 e quindi la caccia in tutta la Puglia. Naturalmente non è stata prevista alcuna audizione preventiva mentre, nel merito, spiccano : - la rimozione del divieto di caccia nella fascia di rispetto di 100 m. dalle aree protette; - la mancanza del principio di divieto venatorio durante la riproduzione e la migrazione primaverile (pre-riproduttiva) come previsto dalla legge quadro nazionale; - l’eliminazione delle misure accessorie rispetto alle violazioni penali, quando si ricorre all’oblazione, disattendendo la potestà esclusiva dello Stato in materia di disposizioni di carattere penale; - la penalizzazione delle oasi di protezione, dirottando le percentuali dei fondi previsti e svincolando le Province da precisi obblighi sull’utilizzo di detti fondi; - l’imposizione illegittima e contro la legge quadro nazionale con cui i terreni agricoli interdetti alla caccia dagli agricoltori debbano essere provvisti di recinzioni più alte e quindi più onerose; - l’eliminazione del tetto massimo di cacciatori provenienti da fuori dell’ambito territoriale di caccia (ATC) favorendo cosi un eccessivo ingresso di cacciatori non legati a quel territorio e quindi avulsi  dal mantenimento delle risorse faunistiche. ENPA, Italia Nostra, LAV, LIPU e Legambiente hanno perciò immediatamente presentato le proprie osservazioni al Disegno di Legge indirizzandole ai membri della Commissione interessata, chiedendo una audizione, ma anche trasmettendole al Governatore Vendola e all’Assessore al ramo Stefàno. Si vedrà nei prossimi giorni se ci sarà dialogo e soprattutto se ci sarà la concreta volontà di evitare peggioramenti di una legge che già alcune Associazioni avevano da tempo condannato per alcuni contenuti deprecabilmente aggravati negli anni scorsi.
Bari, 31.01.2011
ENPA
Italia Nostra Puglia
LAV Puglia
LIPU Puglia
Legambiente Puglia

Lettera aperta al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola

ANIMALISTI ITALIANI - ENPA - LAC - LAV - LIDA – LIPU/BIRDLIFE ITALIA  –  OIPA ITALIA –  VAS/ VERDI AMBIENTE E SOCIETÀ  –  VITTIME DELLA CACCIA - WWF ITALIA

 “Caccia: in Puglia una brutta pagina per la tutela degli animali e il diritto”. Signor Presidente Vendola, le vicende accadute nelle ultime settimane nella regione Puglia in materia di caccia sono di una gravità estrema. La delibera di Giunta che ha allungato la stagione venatoria a varie specie di uccelli è un atto  clamorosamente illegittimo e ingiustificabile e, cosa ormai testimoniata dalla ampia documentazione da noi raccolta, programmato già da tempo in maniera che potessero evitarsi  ricorsi amministrativi e pareri dell’autorità scientifica. Ignorata la scienza, calpestate le regole, danneggiata la fiducia dei cittadini: in Puglia si è consumato non solo un grave e irreparabile danno alla natura, tuttora colpita in una fase delicatissima dei propri cicli biologici, ma un vero e proprio scempio del diritto, di quelli che lasciano attoniti soprattutto perché prodotti da chi dovrebbe dare esempio e fare esercizio quotidiano di buona amministrazione e buona società. E’ lecito domandare un’Italia migliore se in prima persona e così palesemente manchiamo di rispetto alle regole e infrangiamo lo stato di diritto? Abbiamo chiesto a Lei, Signor Presidente, e all’assessore Stefàno, di intervenire con immediatezza  e sanare questa gravissima situazione, annullando la delibera illegittima, come peraltro prescrive l’articolo 97 della Costituzione italiana consentendoLe l’esercizio del potere di autotutela. Abbiamo cioè chiesto un atto concreto e assolutamente dovuto, diremmo ovvio, nonché un’assunzione di responsabilità in particolare da parte dell’Assessore Stefàno, che ha peraltro l’onere aggiuntivo di rappresentare la Conferenza delle Regioni in materia di caccia. Ci rammarica molto dover notare, signor Presidente, che nessun segnale è da Lei giunto. Le associazioni scriventi, con una scelta sofferta, dolorosa e non poco contrastata, hanno deciso di sospendere momentaneamente le azioni previste, ivi incluse quelle giudiziarie per gli abusi e i danni ambientali consumatisi e prodotti con questa tristissima vicenda. Tale decisione, e il grande senso di responsabilità che la accompagna, sono unicamente dovuti all’impegno preso dall’assessore Stefàno nel corso dell’incontro svoltosi a Roma lunedì 24 gennaio, di considerare quella accaduta una vicenda molto negativa ma da superare immediatamente, già con la previsione del prossimo calendario pugliese e con i lavori più generali per garantire che le leggi, le regole e le indicazioni dell’autorità scientifica nazionale siano, a partire dalla Puglia, pienamente rispettate e applicate in tutte le Regioni. La tutela degli animali selvatici e della natura non rappresenta un desiderio astratto, né un obiettivo di grado secondario ma un dovere costituzionale, un obbligo giuridico, una necessità della scienza e della cultura. Gli animali selvatici, patrimonio indisponibile dello Stato, sono un bene comune, un mondo di bellezza, varietà e vitalità straordinaria. Crediamo sia ormai tempo di strapparli alle logiche opache dei più bassi giochi di parte, per restituirli alla comunità intera e a sé stessi, come essa e loro meritano. Roma, 27 gennaio 2011

CACCIA, l’assessore pugliese stefàno si dimetta

Animalisti italiani – ENPA – LAC - LAV - LIPU
– VAS – Vittime della caccia - WWF

“Sul calendario venatorio, comportamento vergognoso dimostrato dai documenti. Si dimetta. Attendiamo impazienti l’intervento del Presidente Vendola per cancellare le modifiche al calendario venatorio”

“Un comportamento irresponsabile, ingannevole e consapevolmente illegittimo: l’assessore Stefano si dimetta”. E’ la dura richiesta delle associazioni Animalisti italiani, ENPA, LAC, LAV, LIPU, VAS, Vittime della caccia, WWF dopo la delibera della Giunta regionale pugliese che, riunitasi addirittura in seduta straordinaria, su proposta dell’assessore Stefano, ha modificato il calendario venatorio regionale allungando, contro la legge e il parere dell’autorità scientifica nazionale, la stagione venatoria alla beccaccia  ai turdidi. “La conferma giunge dal comunicato del 18 gennaio 2011 della Federcaccia pugliese con cui i cacciatori ringraziano l’assessore Stefano “per aver mantenuto l’impegno morale preso già alla stesura del calendario”, ovvero la scorsa estate. Citiamo testualmente dal comunicato di Federcaccia: “Con la delibera della Giunta Regionale del 18 gennaio che modifica il calendario venatorio i cacciatori pugliesi potranno continuare ad andare a caccia al tordo, alla cesena e alla beccaccia fino al 30 gennaio. Commentando favorevolmente la notizia, il Presidente Regionale FIdC Saverio Pace ha prima di tutto voluto ringraziare l’Assessore Regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca Dario Stefano, che ha così accolto le richieste del mondo venatorio. “Soprattutto – sottolinea Pace – ringrazio l’Assessore per aver mantenuto l’impegno morale che aveva preso con noi al momento dell’approvazione del calendario venatorio regionale e sono felice per tutti gli appassionati pugliesi che si sia deliberato nel senso delle modifiche da noi suggerite”. “E’ dunque evidente che la manovra di modificare il calendario venatorio e di farlo in extremis, in modo da rendere vano ogni ricorso alla giustizia amministrativa, era un progetto già ben studiato da tempo, il che rende ancora più riprovevole e illegittima l’iniziativa assunta dalla Giunta regionale pugliese e dall’assessore Stefano in primis. “Va infatti anche considerato che in data 16 gennaio scorso, due soli giorni prima della delibera di Giunta, il Comitato tecnico venatorio regionale aveva dato parere favorevole alla modifica seppure in assenza dell’obbligatorio parere dell’ISPRA, motivando tale assenza con la mancanza di tempo utile a richiederlo. Una giustificazione che oggi si mostra in tutta la sua fallacia e ingannevolezza: i tempi ci sarebbero stati eccome, perché il progetto di modificare il calendario era già assunto da tempo, salvo metterlo in atto solo alla fine per bypassare il parere negativo dell’ISPRA ed evitare ricorsi che avrebbero senz’altro avuto la meglio. “Insomma, un atteggiamento deplorevole, non degno di un’amministrazione seria, che fa scempio del diritto e mortifica le istituzioni e per il quale chiediamo a viva voce le dimissioni dell’assessore Stefano, doppiamente responsabile in quanto anche coordinatore del tavolo delle Regioni sulle politiche venatorie, dunque ben consapevole delle richieste ISPRA in materia di calendari venatori e tutela della fauna, nonché delle leggi e direttive comunitarie. “Si prefigurano, a questo punto, profili da studiare anche alla luce del diritto penale, considerato che la delibera di giunta, che è priva dell’obbligatorio parere dell’ISPRA comporterà un danno irreparabile al patrimonio indisponibile dello Stato e della collettività. “E‘ anche per questo che chiediamo con forza, per il secondo giorno consecutivo, l’immediato intervento del Presidente della Regione Vendola: intervenga e annulli senza esitazione la modifica al calendario pugliese, assumendosi anch’egli le responsabilità per il comportamento del suo assessore e della sua Giunta, che non possiamo definire in altro modo che vergognosi”.
 20 gennaio 2011
UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA

ogni giorno salviamo una parte di natura: la Tua