Archivi categoria: Biodiversità, fauna, flora e habitat

Ancora un animale ferito

Nello scorso weekend un Gheppio ferito, rinvenuto nel manfredoniano da un agricoltore sensibile e recuperato dalla LIPU. Non essendoci NESSUN servizio istituzionale, con il sacrificio di volontari delle sezioni di Capitanata e della Murgia che hanno fattoimg-20171005-wa0009 da staffetta, è stato inviato all'unico Centro di Recupero regionale, a Bitetto (Ba). Questo caso fa seguito ad altri in cui la LIPU è intervenuta suo malgrado, direttamente o a sostegno dei cittadini per impegnare la polizia locale nel trasferimento di vari animali in difficoltà rinvenuti (un altro Gheppio, un Airone rosso, un Assiolo, un Gufo...). Foggia 10.10.17                                                       LIPU - Sez. prov.le Foggia  

Cicogne nell’abitato di Manfredonia: grazie a un cittadino e Polizia locale riprendono il volo

Storia a lieto fine ma non è sempre cosi !

Nei giorni scorsi ha destato curiosità e attenzione la presenza di due Cicogne nell’abitato di Manfredonia, tra strade, rotatorie e il rischiocicogne 1 manfr 13ago di atti poco ortodossi. Negli stessi giorni, sul Gargano ci sono state altre segnalazioni di Cicogne in situazioni anomale. E’ probabile che il mal tempo (temporali e vento forte) abbia messo in difficoltà alcuni individui durante la migrazione da oltre adriatico costringendoli a soste forzate. Dal tardo pomeriggio del g.13, quando sono stati rinvenuti gli animali, la LIPU è rimasta in contatto con la Polizia Municipale di Manfredonia per concordare le azioni più opportune e affinché si optasse per lasciare che passassero la notte in tranquillità, pur predisponendo un eventuale intervento di cattura con il servizio veterinario della ASL. Gli animali sono stati “spinti” nel vicino giardino del sig. Pasquale Rignanese, la cui disponibilità è stata provvidenziale, permettendo agli animali di bere e alimentarsi ma soprattutto di riposare durante la notte senza disturbi.cicogne 2 manfr 13 ago Intorno alle 9 del giorno successivo le Cicogne hanno ripreso il volo sfruttando le correnti termiche della città e, questa volta, tutto si è concluso per il meglio. Al sig. Rignanese “amico” delle Cicogne, nonché al personale della Polizia locale di Manfredonia, in particolare al Tenente D’Anzeris, va la sincera riconoscenza della LIPU. Un grazie va anche ai tanti manfredoniani che hanno manifestato la loro sensibilità, contattando la LIPU preoccupati che alle Cicogne non succedesse nulla. cicogne 3 manfr 13ago La LIPU coglie l’occasione di estendere la conoscenza di questo evento per stigmatizzare come in altri simili casi gli esiti siano tutt’altro che a lieto fine o caratterizzati da spirito di collaborazione ! E’ bene sapere che i Carabinieri Forestali, ieri il Corpo Forestale, cosi come il Parco del Gargano o altri Enti in genere richiamati in questi casi (LIPU compresa), NON SONO PREPOSTI ad intervenire per legge in situazioni analoghe.  Le competenze in materia faunistica, che pure prima erano perfettibili, erano in capo alla Provincia che gestiva anche il Centro di prima accoglienza per la fauna selvatica in difficoltà, presso il lago Salso. La maldestra chiusura di gran parte delle funzioni della Provincia e il loro trasferimento alla Regione, ha generato ulteriore caos in materia: oltre alla Polizia Provinciale (che contribuiva alla vigilanza in materia faunistico ambientale) anche il Centro di lago Salso è stato chiuso mentre il personale dell’Osservatorio Faunistico della ex Provincia, passato alla Regione non interviene. Gli animali selvatici rinvenuti, feriti o in difficoltà, dovrebbero essere conferiti alla Polizia municipale competente per territorio che a sua volta dovrebbe provvedere  al trasferimento verso il più vicino Centro di prima accoglienza. Nel caso della Capitanata era la struttura della Provincia presso il lago Salso. Venuto meno questo riferimento, la destinazione più “vicina” (a 130 km!) diventa quella del Centro di Recupero della Regione a Bitetto (Bari). La Regione non ha preso in considerazione nemmeno il suggerimento della LIPU di convenzionarsi con un servizio di corrieri, cosi da semplificare con bassi costi il trasferimento alla bisogna di animali convergenti su Foggia. Troppo spesso la Polizia Municipale di turno, perfino quella di grossi centri e dotata di maggiori risorse, non si mostra disponibile, nemmeno ad adempiere agli obblighi di trasferimento di quegli animali selvatici già recuperati verso il Centro regionale.  E sempre che si tratti di animali gestibili o di piccola mole e per i quali non occorrono particolari mezzi o conoscenze, come nel caso delle Cicogne, e sui quali in passato si chiedeva appunto l’intervento del personale dell’Osservatorio faunistico della Provincia. Ad aggravare la situazione contribuisce la schizofrenia istituzionale con il trasferimento di funzioni e personale alla Regione ma a quanto pare… non di mezzi e strumenti che sembrano rimasti ancora nelle disponibilità dell’Ente Provincia! Infine, il Centro di Recupero regionale di Bitetto rimane chiuso nelle giornate di sabato, domenica e festivi, con intuibili conseguenze per cittadini ed enti (temporaneamente, in questi mesi, è aperto anche in queste giornate grazie alla presenza di studenti universitari). Ecco il contesto in cui la LIPU si trova spesso a fare da parafulmine nei confronti dei cittadini privi di riferimenti certi, pur non essendo nemmeno autorizzata alla detenzione di fauna selvatica ! Foggia, 16.08.2017                              LIPU Onlus - sezione prov.le Foggia

Le albanelle minori, i “falchi del grano”

 Anche nel 2016 successo riproduttivo per i “falchi del grano”, le Albanelle protette in Puglia dalla LIPU.

Mentre i rapaci sono migrati in Africa, rese note le attività di tutela dei nidi.

I campi cerealicoli hanno cambiato volto e i “falchi del grano”, le Albanelle minori (Circus pygargus), sono tornati in Africa per trascorrere l’inverno in attesa di tornare nei luoghi natii. Tra le aree di nidificazione spicca da qualche tempo anche quella in Capitanata, individuata e tutelata dalla LIPU nel 2015 dopo anni di monitoraggio, unica di tutta l’Italia meridionale e per questo di grande importanza. Nella speranza di consolidare un nucleo di Albanelle anche in Puglia, volontari esperti della LIPU hanno dedicato particolare impegno a questo splendido rapace anche per la stagione riproduttiva 2016. Quasi 300 ore di volontariato - spiega Enzo Cripezzi della LIPU -: prima per individuare le coppie e quindi i nidi al suolo, in genere nei seminativi, in una corsa contro il tempo prima della mietitura; poi per coinvolgere gli agricoltori al fine di evitare la mietitura del nido e posizionare una rete di protezione intorno allo stesso. Infine per manutenzionare le reti e seguire la crescita dei giovani fino all’involo, con un occhio attento agli incendi delle stoppie che, anche indirettamente, potrebbero colpire i giovani prima che siano abili al volo. Tutte criticità che vanno a sommarsi ai fattori naturali come quelli meteo”. Quest’anno la LIPU ha individuato 5 coppie di Albanella minore e dai nidi protetti si sono involati 3 preziosi giovani esemplari che dopo alcune settimane hanno seguito gli adulti nel loro primo, più pericoloso viaggio migratorio. Un risultato importantissimo per la biodiversità che lascia sperare per il futuro. Un breve video, visibile su canale youtube delle LIPU di Capitanata , ne tratteggia i momenti salienti (https://www.youtube.com/watch?v=0MQj-MrLnWY ). Questi rapaci nidificherebbero in incolti e steppe che tuttavia sono sempre più rarefatti. Hanno quindi sviluppato un adattamento a nidificare soprattutto nei campi cerealicoli ma con l’elevato rischio di fallimento della nidificazione a causa delle moderne pratiche agricole.   Questo rappresenta la minaccia più concreta alla sopravvivenza di questa rara specie. Tuttavia l’uomo può diventare amico dell’Albanella minore che, per altro, si rivela anche un alleato degli agricoltori poiché si nutre principalmente di roditori. L’esperienza maturata in altri contesti, e dallo scorso anno in Capitanata, ha dimostrato la sensibilità delle imprese agricole, malgrado le note difficoltà per il comparto, a collaborare per salvare  i “falchi del grano” per altro senza che questo comporti perdita di reddito. Ad oggi la tecnica di intervento più efficace si è dimostrata quella di individuare per tempo i nidi e di evitare la mietitura solo per qualche metro intorno allo stesso. Poi è necessario recintarlo con una rete elettrificata cosi da impedirne l’accesso di predatori terrestri. Infatti il nido, benché salvato dalla trebbiatrice, non è più mimetizzato e rimane allo scoperto nelle stoppie, inevitabilmente condannato alla predazione di volpi, cani randagi o altri predatori terrestri.  Una operazione delicata ma se attuata con attenzione permette alle Albanelle di continuare la nidificazione fino all’involo dei giovani. “I volontari della LIPU – aggiunge Cripezzi – si sono prodigati con notevoli sforzi in termini di tempo ed energie, ma anche con entusiasmo e con il supporto di soci e simpatizzanti grazie ai quali è stato possibile acquistare le indispensabili attrezzature”. Di ausilio a questo lavoro sono stati anche il poster “salviamo l’Albanella” (prodotto dalla LIPU, grazie al Centro Servizi Volontariato di Foggia) e specifici pieghevoli per comunicare queste azioni nei contesti specifici (Uffici agricoli, Corpo Forestale, Istituti agrari, ecc). L’appuntamento è ora per la prossima primavera aspettando che questi migratori mantengano la promessa di tornare e nidificare, anche con l’aiuto dell’uomo. Foggia, 28.10.2016                                      LIPU Onlus - Sezione prov.le Foggia

Colpo di grazia alla palude S. Floriano con nuovi roghi

L’importante è che sia utile solo per le mattanze di caccia.

Dalla stoppie alla preziosa zona umida, la pessima consuetudine degli incendi nelle campagne. 

In Puglia si assiste purtroppo ogni anno alla classica bruciatura delle stoppie già tra fine Giugno e Luglio: una pratica tanto vietata quanto impunita in questo periodo e totalmente interdetta nelle ZPS (Zone di Protezione Speciale). stoppie bruciate Una pratica devastante per questi importanti ecosistemi agricoli dove viene spazzata via la nidificazione e la sopravvivenza di Allodole e Calandre, Formicaleoni e Ortotteri, Grillai e Ghiandaie marine... Fino a distruggere il concentrato di biodiversità nei preziosi, residuali incolti ai margini di strade e tratturi. Una pratica spinta da una tradizione sbagliata e pericolosa di “pulizia” dei terreni ma che in realtà contribuisce all’impoverimento degli stessi terreni con l’incenerimento della componente organica, oltre a mettere a repentaglio anche boschi e infrastrutture antropiche.  A questa triste consuetudine si aggiunge una variante ancora più scandalosa e deleteria. Non bastava il rogo che il 20 luglio scorso aveva avvolto i canneti della palude S. Floriano colpendo la fauna selvatica e affumicando la vicina cittadina di Zapponeta. La scorsa Domenica sera il colpo di grazia: un ulteriore incendio ai danni della stessa zona umida a completare la distruzione della vegetazione (e della fauna!) di questa importante zona. Si tratta di un’area di proprietà della Amadori e “Azienda Faunistico Venatoria” per 570 Ha, su concessione della Regione Puglia (istituzione nel 1988, ampliamento nel 1989, fino all’ultimo rinnovo nel 2014).S. Floriano bruciata 1Sono proprio qui  i termini della contestazione mossa dalla LIPU nei confronti del settore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione – accusa Enzo Cripezzi della stessa associazione -: la normativa di settore fino allo specifico RR n.4/2000 (e ai provvedimenti di concessione che ne derivano) prevedono che una Azienda Faunistico Venatoria, dove cioè i proprietari rendono disponibile l’area per cacciatori a pagamento, sia gestita con prescrizioni tali da garantire il mantenimento, l’organizzazione e il miglioramento degli habitat per fini faunistici, anche durante il periodo di caccia chiusa”. Nel caso della zona umida S. Floriano, quindi, anzitutto mantenendo l’acqua ed evitando devastazioni come quella dei giorni scorsi. Invece, in barba a queste prescrizioni e alle norme di gestione della ZPS, non solo negli anni passati l’Azienda ha addirittura bonificato parte della palude (!), determinando una vertenza della LIPU in sede regionale e comunitaria, ma nel periodo estivo non mantiene nemmeno le condizioni minime per garantire un habitat utile agli uccelli selvatici durante il periodo riproduttivo. Anzi, favorendo gli incendi e cancellando la vegetazione, rendendo di fatto l’area funzionale solo alla prossima stagione venatoria, quando le valli saranno allagate con le prime acque attirando centinaia di migratori in superfici “scoperte”, a vantaggio di cacciatori paganti e della stessa Azienda !S. Floriano bruciata 2 Ciò legittima ancor più il sospetto sul dolo e sulla paternità di tali incendi, utili per una sommaria “pulizia” del canneto. Incendi che in ogni caso andavano prevenuti con una gestione puntuale dell’area. “E allora – conclude Cripezzi - sarebbe ora che la Regione chiedesse conto sulla concessione rilasciata all’Azienda Faunistico Venatoria S. Floriano dove si  sfrutta pesantemente un bene dello Stato ma platealmente si disattendono i doveri”. Foggia, 02.08.2016                                LIPU Onlus – sezione prov.le Foggia

Riecco il “Cicogna Day”

In Capitanata con la LIPU per conoscere i segreti della Cicogna.

Nell’ambito dei “Cicogna Days” previsti dalla LIPU in tutta Italia, anche in Capitanata l’associazione invita alla visita dei siti di nidificazione della specie presso il comprensorio di Monte Aquilone (Manfredonia).  cicogna bianca by Mendi 2016 I volontari accompagneranno i partecipanti a osservare da vicino, senza disturbare, la nidificazione della Cicogna bianca. Uno spettacolo che mescola emozione e scienza, passione e conoscenze, sullo sfondo di simbologie dalle origini antichissime. Tra i significati simbolici vi è l’apprezzamento per il fatto che si nutra di serpenti e cavallette. Per questo è nell’effige del comune di Cerignola, dove per altro nidificò la prima coppia pugliese a fine anni ’90 e dove la leggenda vuole che questi uccelli salvarono la comunità da una invasione di rettili in epoche remote. Oggi sono quasi 300 le coppie nidificanti, e almeno un migliaio i giovani esemplari “involati” in natura negli ultimi due anni.                      La Cicogna bianca è prevalentemente migratrice, trascorre l’inverno in Africa a sud del Sahara, migra in primavera lungo gli stretti del Bosforo, di Gibilterra e in numeri inferiori lungo lo stretto di Messina. In Europa nidifica soprattutto nei paesi orientali e in Spagna. In Italia è tornata a nidificare negli anni ottanta grazie all’ormai famoso Centro di Racconigi (Cn), che per altro sta provvedendo alla laboriosa reintroduzione in natura delle 11 cicogne detenute discutibilmente presso il lago Salso di Manfredonia, poste sotto sequestro dalla Magistratura l’inverno scorso e affidati in custodia giudiziaria alla LIPU con il fine di tentarne, appunto, il recupero alla vita selvatica. L’osservazione della cicogna sarà l’occasione per avvicinarsi al mondo della natura accompagnati da esperti della LIPU che cercheranno anche di far comprendere come sia importante mantenere un ambiente sano e un territorio non degradato , anche per la specie umana. Saranno spiegate le abitudini e la distribuzione di questa specie affrontando alcuni temi quali l’habitat necessario alle cicogne per alimentarsi e nidificare ma anche i rischi che questi ambienti stanno correndo a cominciare dallo scandaloso e gravissimo progetto industriale della Q8-Energas previsto proprio su queste zone. Il ritrovo è per la mattinata di questa Domenica 19 giugno alle ore 09.00, con raduno dei partecipanti sulla SS89 (Fg – Manfredonia) presso distributore Camer (i partecipanti da Foggia si raduneranno già nel capoluogo), per poi recarsi sui vicini siti di osservazione. La partecipazione è gratuita ma occorre comunicarla per motivi organizzativi (339.5852908 o lipu.fg@tin.it). Per info o chiarimenti vi è anche il sito www.lipucapitanata.it   Foggia, 16.06.2016                                                                                     LIPU – Sezione prov.le Foggia SCHEDA    ------   LA CICOGNA BIANCA (Ciconia ciconia) Ordine: Ciconiiformes Famiglia: Ciconiidae Prevalentemente migratrice – i quartieri di svernamento sono posti oltre il Sahara – nel vecchio continente la Cicogna bianca è presente soprattutto nei Paesi orientali e nella regione iberica, mentre ulteriori aree di nidificazione vanno dal Nord Africa al Medio Oriente, fino all’Asia centrale e orientale. Inconfondibile per il suo piumaggio candido e per le notevoli dimensioni – anche 115 centimetri di lunghezza per un’apertura alare superiore ai 160 centimetri – la Cicogna bianca, in piedi, può essere alta oltre 1 metro. Particolarmente lunghe le piume del collo e del petto, e importante è anche il becco, che può misurare anche 20 centimetri e risulta particolarmente adatto alla cattura di vari tipi di prede – insetti, piccoli mammiferi o uccelli, rettili e anfibi. I SIMBOLI DELLA CICOGNA La cicogna ha sempre evocato, fin dall’antichità, forti significati simbolici. Uno di questi è l’amore coniugale, oppure quello della pietà (in latino pietas) verso i genitori nel momento in cui essi diventano anziani e non più in grado di procurarsi il cibo. Questa sensibilità suscitò rispetto verso questi animali da parte degli Egizi, mentre nell’antica Roma le monete consolari riportarono rappresentata una cicogna insieme al busto allegorico della pietas. Questo simbolo della cicogna resistette a lungo attraverso Medioevo e Rinascimento. In altri Paesi, come Cina e Giappone, la cicogna ha ispirato il simbolo della longevità. Le cicogne sono inoltre apprezzate fin dall’antichità perchè danno la caccia ai serpenti. I Tessali, popolo dell’antica Grecia, punivano per questo motivo con la morte chi uccideva le cicogne.