Eolico: arrivano sussidi per nuove speculazioni.

 Non c’è più territorio (e soldi) da perdere ma la Capitanata sempre più allo sfascio!

Ineccepibile, seppur tardiva, la recente posizione della Giunta regionale.

 Un cartello di 114 associazioni e comitati di tutta Italia ci aveva provato: una richiesta al Governo (vedi) per sospendere le aste del GSE (Gestore Servizi Elettrici) e l’assegnazione di nuovi sussidi per i prossimi 20 anni (!!) a ulteriori centrali elettriche rinnovabili a elevato impatto ambientale e paesaggistico. Era la più concreta possibilità per arginare l’aggressione dirottando le residue risorse verso altri comparti più performanti nella lotta ai gas serra e con ben più utili risvolti, economici e sociali (trasporti e mobilità sostenibili, rinnovabili termiche, innovazione, efficienza energetica, ricerca). La LIPU aveva impegnato anche parlamentari e uomini di governo del collegio di Capitanata, l’area più martoriata. Ma questa politica, evidentemente complice, ha mantenuto solo una indifferenza che disonora il mandato fiduciario dei cittadini. Dall’altra parte la reazione dell’Anev (associazione dei produttori eolici) con la consueta mistificazione della realtà, pur di difendere succulenti interessi malgrado migliaia e migliaia di ettari già confiscati da piantagioni di pale e un risibile 1,4% di apporto energetico sul fabbisogno totale. La politica governativa e parlamentare ha dato ancora retta alle pretese della lobby. E ora, con gli ultimi bandi GSE, sono in palio nuovi, lucrosi incentivi ventennali per ulteriori contingenti di potenza eolica installabile: oltre 400 MW (e 650 MW off-shore). E si buon ben immaginare dove si rovesceranno questi nuovi scempi: Capitanata e aree contermini pagheranno ancora! E quindi - precisa Cripezzi, della LIPU pugliese - ancora uffici affogati da richieste, trasparenza mortificata, miriade di ricorsi ai TAR (tra le società o contro gli Enti pubblici), assenza di un’anagrafe degli impianti e…corruttele e infiltrazioni criminali, con il più grande sequestro mai effettuato in Italia, proprio sull’eolico. Ma soprattutto un mare di autorizzazioni già concesse (con relativo mercato di titoli abilitativi) che costituisce una ipoteca gravissima prossima a materializzarsi in tutto il Sud a cominciare dal ventre molle della Capitanata! Inoltre, nuovi e impattanti elettrodotti interregionali in arrivo e ettari su ettari di mega stazioni elettriche, conseguenza del caotico insediamento di queste centrali in aree una volta vergini. Situazione largamente prevista, denunciata e contrastata dalla LIPU da oltre un decennio. In tale contesto disastroso si aggiunge la recente, ineccepibile posizione assunta dalla Giunta regionale Pugliese contro l’aggressione eolica (e fotovoltaica) che ha compromesso enormi territori pugliesi. Una politica nazionale irresponsabile ha determinato un quadro normativo nazionale schiacciante, certo, anche se non si possono dimenticare gli atteggiamenti della precedente Giunta pugliese (Frisullo e Losappio docet), e poi di politici di maggioranza nel Consiglio regionale (Epifani), con ulteriori provvedimenti di deregolamentazione. Ora l’iniziativa della Giunta regionale (vedi) prevede una analisi di scenario per chiedere, al Governo, autodeterminazione sui limiti di potenza da rinnovabile in Puglia e, alle Province delegate in materia, una più seria valutazione sugli effetti cumulativi ! E soffermarsi sugli “effetti cumulativi” la dice lunga sul livello scabroso della situazione. La LIPU pugliese – rimarca Cripezzi - chiede nuovamente che si salvi il salvabile in ossequio a un minimo di dignità dei territori residui: BASTA EOLICO nelle aree agropastorali del Mezzogiorno. Abbiamo assistito fin troppo al saccheggio di queste zone che, anzi, meriterebbero interventi di smantellamento e di bonifica per restituire decoro paesaggistico almeno ai luoghi più pregevoli. E allora la Giunta Regionale : -         spinga sull’accelleratore nell’approvazione del Piano Paesaggistico con relative norme di salvaguardia, accogliendo le istanze di miglioramento a tutela degli interessi collettivi e respingendo quelle a favore di interessi particolari. -         Individui, con provvedimento urgente e motivato, un “Preliminare” di Piano Energetico Regionale, per impedire ogni ulteriore insediamento energetico sui terreni agricoli  estromettendo dalla concertazione chi ha le mani nella marmellata. -         imponga una anagrafe pubblica degli impianti rinnovabili perché si abbia contezza del morbillo territoriale, e chieda altrettanto in sede governativa. -         ritiri subito la delega sulle funzioni di V.I.A. alle province, almeno a quella di Foggia responsabile di una condotta inqualificabile, con innumerevoli pareri ammazza-territorio e trasparenza zero. -         soprattutto, chieda al Governo, come da tempo hanno fatto le associazioni più sensibili, l’azzeramento immediato di ulteriori incentivi alle rinnovabili sui terreni agricoli. -         e chieda, allo stesso Governo, un immediato intervento di giustizia finanziaria sui lucrosi extraprofitti capitalizzati con gli impianti speculativi. Se non un taglio retroattivo del fiume di sussidi (come non a caso già hanno fatto Spagna e Grecia!), almeno una tassazione delle mega rendite, ancor più inaccettabili rispetto alla situazione di difficoltà dell’economia vera. Occorre valorizzare la green economy ma quella vera, invece di favorire i soliti mangia - paesaggio. La LIPU ribadisce: Non c’è più territorio e denaro da perdere ! Lipu Puglia 12.5.2014

Capitanata: ancora bracconaggio

Nuovo intervento del CFS coordinato con la LIPU

Nuovo intervento del Corpo Forestale dello Stato per la repressione degli illeciti nelle campagne Daune e precisamente di quella odiosa pratica che è la caccia di frodo: in questo caso caccia in periodo platealmente vietato.

Anche nella prima mattinata di domenica attivisti della LIPU erano impegnati nel consueto monitoraggio a specie e habitat di interesse conservazionistico sui territori rurali. Zone frequentate massicciamente dagli animali in questo periodo migratorio con l’arrivo di Allodole, falchi, Quaglie e altre specie che passano sulle nostre zone o si insediano per nidificare. In aree prossime alla zona di Amendola gli attivisti notavano con binocoli e cannocchiali due bracconieri intenti a sparare liberamente con tanto di cani da caccia al seguito. La LIPU quindi chiedeva l’intervento del Corpo Forestale dello Stato. Cosi una pattuglia, rapidamente intervenuta e dopo una articolata azione di avvicinamento, sorprendeva i due soggetti in chiaro atteggiamento di caccia. Questa azione fa il paio con altre azioni già condotte dal CFS tra gennaio e febbraio per contrastare la piaga del bracconaggio a ridosso delle zone umide e nelle campagne della Capitanata. Poi contro danni al patrimonio e abusivismo sul Gargano a metà marzo. Questa volta è prontamente intervenuto il Comando Stazione di Manfredonia. Ovviamente, l’accaduto conferma che il fenomeno è quanto mai preoccupante e attivo. “Cacciare in periodi vietati o di notte, con reti, registratori o altri mezzi illeciti, uccidere specie protette o cacciare in aree protette… rappresentano forme di bracconaggio fortemente lesive del patrimonio naturalistico del nostro territorio e, oseremmo dire, perfino dell’immagine degli stessi cacciatori.- afferma Enzo Cripezzi della LIPU pugliese, che prosegue – Sparare proprio ai riproduttori selezionati dalla migrazione, in questo periodo di inizio nidificazione e di passo pre-riproduttivo, è deprecabile poiché determina danni aggiuntivi a quelle popolazioni di uccelli più vulnerabili e agli esemplari che hanno il compito di perpetuare la vitalità di queste popolazioni.” Senza contare che queste pratiche inducono anche un forte disturbo in periodo delicato a specie di grande importanza e tipiche delle nostre campagne come falchi Grillai, Albanelle, Occhioni. La LIPU esprime apprezzamento per l’impegno del Corpo Forestale in compiti e zone tutt’altro che semplici. Ma la LIPU ringrazia anche quegli agricoltori sensibili che spesso insieme alla LIPU sono parte attiva e propositiva per un migliore controllo e gestione del territorio. Foggia 07.04.14                                                         LIPU – Sezione prov.le Foggia

NIBBIO REALE IMPATTA CONTRO IMPIANTO EOLICO

Rilanciamo localmente questo comunicato che indirettamente interessa anche il versante pugliese devastato dall'eolico in continuità con quello campano  AVELLINO: NIBBIO REALE IMPATTA CONTRO IMPIANTO EOLICO E SI TRANCIA UN’ALA: E’ IRRECUPERABILE E A RISCHIO EUTANASIA.Nibbio reale colpito da pala eolica- ph kocsis Lipu: “L’eolico continua a devastare biodiversità e paesaggio. Cambiamo le regole: primo passo stop agli incentivi indiscriminati al settore”. I veterinari parlano di “stato comatoso”: con un’ala tranciata di netto non potrà mai più volare. La Lipu-BirdLife Italia denuncia l’ennesima vittima - questa volta uno splendido e raro nibbio reale - degli impianti eolici, che stanno facendo strage di biodiversità uccidendo rapaci e cicogne oltre che compromettere ampie porzioni di territorio e di paesaggio italiano, tra i più celebrati al mondo ma privi di tutele dignitose. Il grave episodio è accaduto presso l’impianto eolico di Bisaccia, in provincia di Avellino vicino al confine con la Puglia. Il rapace è stato raccolto da un residente della zona che stava passando sotto l’impianto. Curato da un veterinario di Bisaccia, il nibbio reale è stato poi è stato recuperato dai volontari della Lipu di Benevento e condotto dagli stessi al Presidio ospedaliero veterinario presso il Presidio Frullone dell'Asl Napoli 1. L’impatto contro le pale eoliche ha tranciato gran parte dell’ala, a partire dal radio e ulna fino alle falangi. “lo ripetiamo da anni: lo sviluppo del settore eolico è avvenuto con modalità distorte che hanno causato scempi di territorio e danni alla natura, dalla Puglia al Molise, da Campania e Basilicata fino alla Calabria e alle Isole – dichiara Claudio Celada, direttore Conservazione natura Lipu-BirdLife Italia – Tali impianti, spesso sovradimensionati rispetto alla reale sostenibilità ambientale, sono stati sorretti con incentivi generosi e realizzati in assenza di una programmazione seria, che avrebbe evidenziato, in molti casi, l’inopportuna localizzazione di queste pale, che andavano realizzate solo in aree già degradate e lontano dalle rotte migratorie e dalle zone di forte presenza degli uccelli”. Il fatto di Benevento non è che la “punta di un iceberg”: le pale uccidono nibbi, avvoltoi, cicogne, e solo la “pulizia” effettuata dai predatori come ratti, cani randagi e volpi impedisce spesso il ritrovamento, per altro casuale, delle carcasse o dei pezzi di esse. Un fenomeno studiato grazie a numerose ricerche effettuate in Paesi europei come Spagna e Inghilterra e pubblicati su riviste scientifiche. E alle collisioni si aggiungono gli effetti “indiretti”, come il disturbo e la sottrazione agli uccelli di enormi territori di caccia sempre più alterati da un numero sconsiderato di macchine. Sono migliaia le torri eoliche disseminate nel Mezzogiorno, senza nemmeno un’anagrafe di riferimento, per quasi 9mila megawatt di capacità. Questo si traduce in un contributo elettrico (di scarsa qualità perché imprevedibile) di solo il 4,7%, pari all’1,3% di fabbisogno energetico complessivo. “Occorre cambiare subito le regole – aggiunge Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu – fermando come primo passo le aste 2014 e i suoi lucrosi incentivi di durata ventennale che finiranno per ricoprire ulteriori pezzi d’Italia di inutili pale eoliche, dirottando responsabilmente queste risorse verso efficienza, risparmio e trasporti pubblici. Settori ben più utili nella lotta ai gas serra ma anche all’economia disastrata del nostro Paese, e che comportano tangibili vantaggi sociali”. 17 febbraio 2014 - UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA

Lipu: ferma condanna per l’attentato a S. Marco e massima solidarietà al Comandante Villani e al CFS.

MA  ANCHE  UN  INVITO  A  POLITICI  E  AMMINISTRATORI  !

La Lipu esprime sdegno e condanna per l’attentato al Comandante della Stazione CFS di S. Marco in Lamis. Un atto di estrema gravità che non lascia margine di interpretazione sul livello di aggressività ormai raggiunto dalla criminalità ambientale sul promontorio garganico. “Esprimiamo la vicinanza più sincera al comandante del Corpo Forestale dello Stato Villani e alla sua famiglia – afferma Enzo Cripezzi della Lipu pugliese -. Atti intimidatori cosi beceri sono sintomatici di un substrato malavitoso, a danno della natura e del paesaggio garganico, contrastato dagli uomini e le donne del CFS”. Ma esprimere solidarietà, come le tante affermazioni che si sono susseguite in queste ore da parte di esponenti politici e amministratori locali, non basta ! Abusivismo, bracconaggio e tagli indiscriminati di legname (per farne energia “pulita” !!), sono tra le principali aggressioni al territorio che il Corpo Forestale dello Stato è chiamato a contrastare sul Gargano e all’interno dell’area Parco e di cui, evidentemente, questo atto è una testimonianza di insofferenza per l’azione svolta. La Lipu chiede che Politica e Amministratori si preoccupino di far seguire anche azioni concrete per non delegare il mantenimento della legalità al Corpo Forestale dello Stato! Ad esempio, mettendo il Corpo Forestale nelle condizioni di agire con efficacia e non perpetrare tagli su tagli alle risorse di cui necessita; attuando un serio piano antibracconaggio che valorizzi il lavoro delle donne e degli uomini del CFS; oppure evitando di agevolare gli illeciti ambientali con norme elusive, criminogene o le solite prescrizioni. Quantomeno si evitino atteggiamenti di “accettazione” della piaga dell’abusivismo per cui il Gargano paga un prezzo altissimo. Quest’ultima, ricordano alla Lipu, dovrebbe essere una priorità anche e soprattutto per il Parco Nazionale del Gargano ma da molti anni ancora si stentano ad avere segnali tangibili. E’ anche l’arretramento delle Istituzioni deputate al governo del territorio che induce la criminalità ad alzare la testa contro chi serve lo Stato. Foggia 31.01.2014                                     Lipu - coord. della Puglia

ogni giorno salviamo una parte di natura: la Tua