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La Diga di Piana dei Limiti, inutile, dispendiosa e deleteria.

 Improvvisazione e timore di confrontarsi delle istituzioni

Grave e intollerabile! E’ il giudizio espresso da Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF di Capitanata, a margine del confronto promosso dall’Assessore Regionale alle Opere Pubbliche, Onofrio Introna, lunedì scorso per “procedere all’approfondimento congiunto delle tematiche e degli adempimenti afferenti l’avvio del procedimento di realizzazione dell’invaso artificiale”. Gli ambientalisti stigmatizzano per intanto il grado di improvvisazione dell’incontro, a cui è stata invitata l’Autorità di Bacino della Puglia che non ha alcuna competenza sul fiume Fortore, piuttosto che l’Autorità di Bacino Molisana. Se queste sono le premesse e l’approccio di un Assessorato Regionale alle Opere Pubbliche su un progetto di grande portata come quello della Diga in questione…. L’incontro in questione non è altro che un estremo tentativo di rincorrere succulenti finanziamenti appannaggio di chi dovrebbe realizzare l’opera, ovvero il Consorzio di Bonifica della Capitanata. Una iniziativa che si presenta inaccettabile se si entra nel merito dell’opera, per la quale gli ambientalisti ne hanno più volte dimostrato, senza timore di smentita, lo spreco di risorse finanziarie (costerebbe tra i 500 e i 600 miliardi di vecchie lire), le pesanti ripercussioni sul piano ambientale e l’inutilità per tutti, a cominciare dal mondo agricolo. Anche nel metodo l’iniziativa appare concertativa solo con chi si vuole “battistrada” al tavolo del confronto, marginalizzando evidentemente pezzi di società civile che, non avendo alcun interesse economico in ballo, possono far valere questioni serie e obiettive, fondate sul piano scientifico e inoppugnabili. E’ evidente, a questo punto, come le istituzioni abbiano “paura” di un confronto con gli ambientalisti, confronto più volte bypassato, rispetto al quale mancherebbero di controargomentazioni ! Una critica pesante nei confronti dell’Assessore Regionale, che già in passato era stata replicata dagli stessi ambientalisti nei confronti del Presidente della Provincia di Foggia, Carmine Stallone, che ben si è guardato dall’accogliere la richiesta di incontro sull’argomento formulata fin dal gennaio scorso, anch’egli consapevole di non poter argomentare sullo sbarramento che dovrebbe intercettare …. finanziamenti pubblici. Ovvero finanziamenti rinvenienti dalle tasche di tutti i contribuenti e che sarebbe doveroso impegnare seriamente verso iniziative non fini a se stesse e ormai vetuste ma che affrontino seriamente le questioni di un serio utilizzo delle risorse idriche e di un approvvigionamento, là dove ce ne fosse ulteriore bisogno, assicurato con interconnessioni ad altri bacini idrografici. Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF della Capitanata nel deplorare la condotta dell’Assessore Regionale alle Opere Pubbliche e del Presidente della Provincia di Foggia, chiedono un incontro al Governatore della Puglia Vendola, allo scopo di rappresentare le proprie posizioni sulla diga sbarra – soldi ! Italia Nostra                  Legambiente             LIPU               VAS                WWF Foggia, 21.07.2006

Alluvioni ed esondazioni: i fiumi di Capitanata e le loro colpe presunte

 

Nella “sitibunda Apulia” di storica memoria, sembra che, al giorno d’oggi, in occasione di ogni pioggia di una certa consistenza, il residuo di quei corsi idrici che scendono sinuosi verso l’Adriatico dai Monti Dauni, si scateni con infernale violenza a colpire territori, allagandoli e distruggendo raccolti e speranze. La colpa viene immediatamente addebitata al Fortore, Cervaro, Candelaro, Celone, Carapelle, ovvero a quei corsi d'acqua che in altre stagioni dell’anno sono poco più che dei canali infossati, utili solo alla sistemazione di motopompe abusive che succhiano la loro vita, e con essa, anche quella di un intero sistema ecologico della pianura del Tavoliere, per la crescita di piante in campi che forniscono solo l’esempio di quanto miope sia lo sfruttamento delle risorse del territorio da parte dell’uomo. Allora di chi è la colpa del dissesto, delle alluvioni, delle lamentele e della perdita della speranza? Dell’uomo o del fiume? In questi giorni come in altre occasioni simili, riunioni e concertazione di azione sull’onda di quello che sembra un disastro della natura cattiva e matrigna, non tengono conto delle istanze delle Associazioni ambientaliste che da tempo sono impegnate non per andare contro le giuste lamentele di coloro che subiscono i danni, ma per programmare e definire nuovi piani in un’ottica diversa di sviluppo ecosostenibile in accordo con i programmi internazionali che vedono il nostro territorio e i suoi principali attori economici come dei dinosauri destinati ad estinguersi per il loro vetusto attaccamento a principi che non sono più quelli di oggi. Allora sarebbe bene che il nuovo Prefetto e gli Amministratori accolgano l’istanza delle Associazioni Ambientaliste, per avere un tavolo multidisciplinare con un attore in più per le scelte che si vanno a fare nella pianificazione delle azioni che si intende condurre e che da diversi giorni si ascolta e si legge dai mezzi di comunicazione. Dovrebbe, Sua Eccellenza, ascoltare cosa hanno da dire chi, senza interessi economici da difendere, guarda al futuro della nostra terra con occhi diversi senza tralasciare le esigenze economiche degli operatori agricoli. Come ad esempio il Consorzio di Bonifica della Capitanata che per decenni ha sprecato risorse demolendo gli aspetti naturali dei nostri fiumi, in una direzione che poi si è rivelata puntualmente opposta alle esigenze della “sicurezza” del territorio o in favore di un’agricoltura troppo intensiva, che già dimostra i propri limiti come nelle recenti crisi del pomodoro, dell’uva, etc. E non è da meno la Provincia di Foggia, il cui Presidente si lancia in politiche “battistrada” allo stesso Consorzio, caldeggiando, in sfregio a qualunque concertazione da lui stesso auspicata in altre comode occasioni, la seconda diga sul Fortore, tanto eccezionalmente costosa quanto inutile per la collettività e per gli stessi agricoltori. Il momento per un cambiamento è improcrastinabile e la direzione da prendere affinché avvenimenti come quelli dei giorni scorsi non accadano è una sola: il ripristino ambientale, che potrà aiutare a vivere meglio in un territorio di nuove opportunità anche per coloro che oggi lamentano il mancato raccolto. Un ripristino ambientale che non contrasta con le esigenze economiche, anzi le favorisce, e che se programmato a dovere, potrà far rinascere la speranza di una terra. Un ripristino che parla di fasce di rispetto ma anche di ripristino della legalità (alvei e demani occupati illegalmente), di casse di espansione, di rinaturalizzazione di quegli alvei che, costretti pericolosamente dall’uomo in poco (troppo poco) spazio, non possono che esondare alla prima pioggia come una bomba programmata. Un ripristino del minimo deflusso idrico vitale e di politiche tese ad evitare sprechi di risorse (naturali ed economiche) che sull’onda del momento agricoltori e consorzi propongono, di intelligenza nelle scelte verso l’utilizzo di sistemi finanziari comunitari europei voluti per fare ciò che noi speriamo. Un ripristino della speranza che al prossimo tavolo di concertazione ci sia anche la voce di chi scrive per contrapporre dati SCIENTIFICI a supporto delle nostre idee e di politiche integrate per la rinascita della Capitanata. Foggia, 09 marzo 2006 Legambiente                               LIPU                                           WWF Sezioni della Capitanata

Inutile, dannosa, dispendiosa: N O alla seconda diga sul Fortore !

La seconda diga sul fiume Fortore (quello che ne resta) in loc. Piana dei Limiti sarà inutile, dannosa, dispendiosa.

Il giudizio delle Associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Università Verde, VAS e WWF della Capitanata, confortato e dimostrabile con argomentazioni oggettive, è senza appello ed è peraltro condiviso dalle Amministrazioni locali interessate che vi si oppongono. Il Ministero Ambiente, che nel lontano 1993 aveva emesso la pronuncia di compatibilità ambientale positiva per la Valutazione di Impatto Ambientale, a seguito di una intensa corrispondenza con gli Ambientalisti ha evidenziato l’obbligo di una nuova V.I.A. comprensiva di Valutazione di Incidenza ai sensi delle direttive Habitat e Uccelli, aggiornata allo scenario ambientale, sociale, amministrativo e normativo. Un passaggio doveroso al quale gli ambientalisti predisporranno le opportune osservazioni al progetto per dimostrare quanto siano insormontabili i fattori da superare e quindi l’inopportunità dell’opera. Per chiare mire elettoralistiche una delibera del CIPE di oltre un anno fa prevede la disponibilità di somme ingenti per il progetto in questione o meglio per aprire i cantieri e cosi esporre ulteriormente i finanziamenti a un colossale spreco di denaro pubblico, visto che si tratta di somme pari a ¼  o 1/3 dell’ammontare complessivo finanziario per realizzare lo sbarramento !! Appaiono quindi gravi le affermazioni del Presidente della Provincia Stallone che ha rassicurato pubblicamente su tempi e iter del progetto. Affermazioni inopportune che le Associazioni intendono verificare immediatamente con un incontro urgente con lo stesso Presidente e la commissione Ambiente della Provincia. Questa vicenda denota, ancora una volta, un grave ritardo culturale di politici ed Enti pubblici nell’affrontare la pianificazione dell’utilizzo delle risorse, secondo logiche stantie e poco rispondenti alle reali emergenze ambientali. Lo stesso progetto di Piana dei Limiti è nato su una istruttoria sviluppata negli anni ottanta e parte integrante del vetusto Piano Acque risalente al dopo guerra, a tutt’oggi promosso dal Consorzio di Bonifica. Un Ente la cui classe dirigente si dimostra incapace di modernizzare gli interventi alla luce delle emergenze ambientali odierne e che rimane arroccato su programmi e atteggiamenti preistorici. Come conferma la risposta diramata al commento degli ambientalisti sul recente incontro presso la prefettura circa la prevenzione delle inondazioni sul bacino del Fortore: in sostanza il Consorzio risponde altro, facendo finta di non capire l’appunto sulle conseguenze gestionali del bacino (compreso la diga di Occhito) mosse da ambientalisti ma anche da esperti super partes! Le argomentazioni a conforto del progetto, proprio per l’inconsistenza delle stesse, sono divenute via via aleatorie nel corso dell’ultimo decennio: -          accumulerà risorse idriche eccedenti dalla diga di Occhito: Falso! La stessa diga di Occhito, pur gestita senza il rispetto di un piano preciso che preveda il deflusso minimo vitale, solo eccezionalmente ha potuto raggiungere la capienza massima evidenziando un cronico deficit di potenzialità di accumulo. -          accumulerà risorse idriche del bacino intermedio tra Occhito e la stessa Piana dei Limiti: Falso! Se solo dovesse essere rispettato il deflusso minimo vitale previsto dalle vigenti normative, stenterebbe anch’essa ad accumulare acqua con i soli afflussi torrentizi sbarrati. -          accumulerà risorse derivate da altri bacini del Molise: Falso! La stessa diga assorbirà per tempi biblici proprio fiumi di denaro che non potranno cosi essere invece investiti in condotte per derivare le acque da altre regioni nella deficitaria diga di Occhito. ….E anche inutile! La capacità di accumulo di Piana dei Limiti è trascurabile rispetto al deficit della diga di Occhito e rispetto ai volumi stoccabili negli invasi di oltre regione che potrebbero quindi essere ottimizzati allo scopo. -          Accumulerà momentaneamente le acque per tenere vuota la diga di Occhito ed effettuare manutenzione e rimozione dell’interrimento in essa accumulato. Falso! Stigmatizzando la mancata promozione e attivazione di questo intervento quando la diga di Occhito era quasi vuota per effetto della siccità negli anni passati e si sarebbe prestata per tali interventi, gli ambientalisti evidenziano che si tratta di azioni programmabili anch’esse assicurando l’approvvigionamento idrico con le interconnessioni di cui prima, opportunamente realizzate per contemplare anche queste necessità. Quanto accennato rappresenta solo una parte risibile dei danni che tale devastante progetto comporta. Ma allora, si chiedono le Associazioni Ambientaliste di Capitanata, a cosa serve questa diga? A sbarrare fiumi di acque che non esistono o a derivare fiumi di denaro per gli appalti dalle tasche dei contribuenti? A risollevare le sorti dell’agricoltura o a prendere per i fondelli gli agricoltori che invocano interventi ben più seri e articolati? Foggia, 13.12.2005 Italia Nostra – Legambiente – LIPU - Università Verde - VAS - WWF

fiume Fortore: la denuncia di LIPU e WWF sulle cause dell’inondazione

 

PER UN FIUME GIÀ VIOLENTATO SI PROSPETTANO NUOVE CEMENTIFICAZIONI

Fra le cause dell’alluvione in Capitanata, evidenziano LIPU e WWF di Foggia, vi sono certamente i drastici interventi sul bacino idrografico del Fortore.

Ci  si è dimenticati, infatti, che si tratta di un fiume con un suo spazio vitale. Oggi il Fortore è stato ridotto, nel suo aspetto fisico, a poco più di un ruscello, tanto che qualche spericolato imprenditore ha pensato bene di installare un impianto di calcestruzzi proprio nel letto del fiume. Imbrigliato da sponde di cemento, rettificato in molti tratti, assediato dalle attività umane, dopo l’ennesimo allerta maltempo il Fortore non ha retto più e si è ripreso lo spazio che per tanti anni gli uomini gli avevano tolto. Un tempo, come ricordano ancora gli anziani dei paesi che si affacciano sul fiume, anche notevoli quantità d’acqua venivano agevolmente smaltite grazie alle numerose casse d’espansione (anse che lo stesso fiume creava per trovare un suo equilibrio) e agli amplissimi argini che in alcuni tratti raggiungevano anche le centinaia di metri di larghezza, senza che la folta vegetazione presente lungo le sponde costituisse un ostacolo al deflusso. Non deve, evidenziano LIPU e WWF, quindi meravigliare quanto accaduto in questi giorni e sarebbe anche semplice individuare gli interventi riparatori: restituire al fiume il suo spazio naturale riappropriandosi prima di tutto dei terreni demaniali occupati abusivamente e imporre un piano di gestione per la diga di Occhito nel rispetto delle esigenze ambientali del territorio a valle. Invece già c’è qualcuno che invoca per il fiume una punizione esemplare: radere al suolo tutta la vegetazione e, perché no, cogliere l’occasione per cementificare ulteriormente gli argini o, peggio, promuovere qualche altra diga sfruttando l’emotività del momento. La disinvoltura con cui si prospettano simili rimedi ai mali ambientali provocati dall’uomo trova le associazioni LIPU e WWF drasticamente contrarie. La disinformazione di chi fa simili affermazioni favorisce solo la logica degli appalti a breve termine con il ripetersi di simili eventi nel tempo: è l’ennesima, gravissima speculazione. Le associazioni ambientaliste, con il conforto scientifico, hanno dimostrato a tutte le autorità interessate come una seconda diga sul Fortore, tra l’altro concepita ai tempi dell’ex-cassa Mezzogiorno, non sia altro che inutile, deleteria per tutte le componenti ambientali, costosa con uno spreco enorme di risorse pubbliche, socialmente penalizzante. A questo proposito le Associazioni ambientaliste osservano che le uniche autorità che da mesi non hanno dato alcun riscontro ai propri esposti sono proprio gli uffici della Regione Puglia, integrando un’altra grave e illegittima caratteristica di questo progetto: la mancanza di trasparenza e di rispetto dei percorsi di accesso alle osservazioni sulle valutazioni di carattere ambientale. Inoltre, l’alluvione è stata aggravata dall’esigenza di rilasciare con urgenza (malgrado ripetuti allarmi meteo) le acque dalla diga di Occhito da parte del Consorzio di Bonifica, Ente interessato alla costruzione del secondo invaso sul Fortore, facendo sorgere un altro interrogativo agli ambientalisti: esiste un piano di gestione della diga di Occhito? Si propongono, inoltre,  interventi di “pulizia” e deforestazione del fiume che non farebbero altro che aggravare la situazione di vulnerabilità, con grave dispendio di risorse pubbliche. LIPU e WWF ricordano anche che il Fortore è stato individuato come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), vale a dire un’area naturalistica di interesse a livello europeo, grazie alla presenza di habitat naturali di grande valenza come i boschi a galleria. Per questo motivo il fiume è tutelato da leggi comunitarie, nazionali e regionali che prescrivono un’attenta valutazione di incidenza prima di effettuare qualsiasi intervento, anche con carattere di urgenza, che possa minacciare l’esistenza di questi habitat. La violazione di queste norme, come già accaduto nel recente passato per il torrente Cervaro, comporta l’avvio di una procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti dello Stato italiano che potrebbe sfociare anche nel blocco dei finanziamenti comunitari usufruiti dal territorio dove è stato commesso l’abuso. LIPU e WWF pertanto chiedono sin d’ora al Prefetto di Foggia e a tutte le istituzioni, già più volte interessate su simili problematiche, di vigilare affinché eventuali interventi che dovessero essere programmati a breve, siano condotti nel più rigoroso rispetto delle norme e della trasparenza nei confronti delle associazioni ambientaliste garanti di un interesse collettivo. Altresì, LIPU e WWF rilanciano, ancora una volta, la necessità di creare un contorno di correttezza e trasparenza, quale atto legalmente dovuto, sul famigerato progetto della diga di Pian dei Limiti.

Foggia, 09.03.2005           LIPU prov.le Foggia      WWF Foggia