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Dall’Oasi LIPU in Puglia al Mali in Africa, un balzo migratorio di 4mila chilometri per due avvoltoi

Successo per la liberazione dei due giovani capovaccai effettuata in agosto nell’Oasi LIPU Gravina di Laterza nell’ambito di due progetti condotti da LIPU (Progetto POR Puglia su capovaccaio e altri rapaci) e WWF Toscana (Progetto Capovaccaio), con la Provincia di Grosseto, la Regione Puglia, il Comune di Laterza e l’INFS. Erano partite dall’Oasi LIPU Gravina di Laterza (TA) lo scorso 23 agosto, dopo un breve periodo di ambientamento. Poi Arianna ha volato per oltre 4mila chilometri ed è giunta, il 16 settembre, in Mali, Africa.  Barbara, invece, si è fermata in Sicilia, in attesa di compiere il grande balzo verso il continente africano. Soddisfazione, dunque, per LIPU e WWF, le due associazioni che hanno portato avanti questo progetto, insieme a Provincia di Grosseto, Regione Puglia, Comune di Laterza e l’ Istituto Nazionale Fauna Selvatica, teso a reintrodurre e rafforzare l’esigua popolazione di Capovaccaio in Italia, ridotta ormai a poche coppie. Giunta la terzo anno consecutivo (dopo il rilascio di Laerte nel 2004 e di Ali e Turchino nel 2005), la collaborazione tra gli enti sta dando quindi buoni frutti, e fa ben sperare per il futuro della specie nel nostro Paese. La speranza – dicono i ricercatori coinvolti – è che questi esemplari possano tornare a riprodursi in quest’area dopo alcuni anni trascorsi in Africa. Nati da genitori spagnoli nell’ambito del progetto Capovaccaio del WWF Toscana e Provincia di Grosseto, Arianna e Barbara, all’età di due mesi, sono state portate nello spettacolare scenario dell’Oasi LIPU Gravina di Laterza e dotate di anelli di riconoscimento, microchip e radio satellitari, fornite dalla Provincia di Grosseto e dal Comune di Laterza, nell’ambito del progetto POR-Puglia “Piano d’azione per la conservazione del Capovaccaio nella ZPS pSIC Area delle Gravine”. Qui, grazie al progetto avviato dalla LIPU, sono state abituate gradualmente alla libertà, dopo alcuni giorni passati in una cavità idonea ricavata nella roccia, già attrezzata per poterle rifornire di cibo e acqua, sotto lo sguardo attento di una telecamera e la costante attenzione dello staff di ricercatori. Il 23 agosto, come già descritto, il volo che le ha portate verso Sud, l’una in Sicilia, l’altra fino in Mali. I dati pervenuti dalle due radio satellitari sono di grande interesse scientifico: per la prima volta si conosce la rotta che seguono i capovaccai italiani e l’area di svernamento, costituita, appunto, dal Mali, nei pressi di  Timbuctu. Il primo successo dell’operazione Capovaccaio si ebbe già nel 2004. Il giovane Laerte, 20 giorni dopo aver lasciato la gravina di Laterza, era stato osservato da alcuni volontari della LIPU sull’isola di Marettimo (Egadi), in compagnia di altri capovaccai giovani ed adulti. “L’avvistamento a Marettimo ha un significato speciale – spiegano i ricercatori Guido Ceccolini, Anna Cenerini, Vittorio Giacoia, Filippo Bellini e Marco Gustin -  perché quell’isola è l’ultima tappa italiana per molti migratori prima di attraversare il mare e raggiungere l’Africa. Nel 2006 – aggiungono - abbiamo iniziato a fare le cose in grande, con l’applicazione di radio satellitari ai due soggetti liberati alla gravina, con lo scopo di seguire passo dopo passo i loro spostamenti sino in Africa”. “La giovane Arianna, grazie alla radio satellitare a zainetto – concludono - ci ha dato un’inconfutabile riprova che le liberazioni sono una validissima misura di aiuto per evitare l’estinzione del capovaccaio in Italia” Per seguire la rotta migratoria dei capovaccai e il dettaglio delle tappe della migrazione: www.capovaccaio.it 17 ottobre 2006                          Ufficio stampa      LIPU-BirdLife Italia