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Parco Bosco Incoronata: accolta la proposta delle associazioni ambientaliste di ampliamento del perimetro iniziale

 

Soddisfazione e indicazioni di Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS, WWF

Il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF esprime  grande soddisfazione per il disegno di legge, presentato in questi giorni dall’assessore all’ecologia della Regione Puglia  Michele Losappio, per l’istituzione del Parco Regionale Bosco Incoronata.

Si tratta di un risultato di grande rilevanza per la collettività in quanto si delinea concretamente la conclusione di un annoso procedimento. Al fine dell’istituzione definitiva dell’area protetta e del conseguimento dei suoi fini istituzionali, per le associazioni ambientaliste è però importante ricordare il fondamentale contributo fornito dal Coordinamento. Oltre ad avere per anni svolto un pressante ruolo di sollecitazione dell’istituzione dell’area protetta, determinante è stato l’intervento per ottenere l’estensione del perimetro del Parco Incoronata. Infatti, già dalla preconferenza del 22 dicembre 2004, promossa dall’assessorato regionale all’ambiente, il Coordinamento ambientalista formalizzò la richiesta di estensione della perimetrazione. L’ampliamento proposto riguarda il tratto del torrente Cervaro compreso nel territorio del comune di Foggia (area  SIC). Tale richiesta è stata motivata  con argomentazioni scientifiche e di ordine gestionale: il bosco dell’Incoronata rappresenta, infatti, un unico ecosistema legato al torrente Cervaro che costituisce un vero e proprio corridoio ecologico con altre aree naturali del comprensorio naturale dauno. La proposta di ampliamento fu in seguito sostenuta dal Coordinamento ambientalista nelle riunioni preliminari riguardanti l’area protetta del gennaio 2005 promosse dal comune di Foggia, sollecitata ulteriormente, nell’aprile 2005, con lettera agli assessorati all’ambiente del Comune e della Regione e, nel giugno 2005, nell’ambito del forum comunale concertativo sulle aree protette. La proposta è stata valutata favorevolmente dalla Regione Puglia ed ora accolta sostanzialmente nel disegno di legge istitutivo del Parco Bosco Incoronata. Le Associazioni Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS e WWF, nel ritenersi soddisfatte del risultato conseguito, confermano il proprio impegno sia per arrivare in tempi brevi alla conclusione dell’iter legislativo dell’area protetta sia per il raggiungimento delle sue finalità istitutive di conservazione della natura, recupero, valorizzazione, promozione, salvaguardia, riqualificazione. In tale ottica, il Coordinamento ambientalista esprime aspettative per un coinvolgimento concreto e fattivo nella politica di realizzazione e gestione dell’area protetta. Tali aspettative derivano anche dalla esigenza di voler favorire, in un ruolo di cooperazione ma anche di verifica, la tutela degli ambienti naturali del Parco Incoronata e l’ecocompatibilità delle relative attività. Foggia, 31.10.2005  Italia Nostra, Legambiente, LIPU, VAS, WWF - Sezioni di Foggia

STEPPE PEDEGARGANICHE, l’Italia risponderà delle violazioni alla Corte di Giustizia UE

ITALIA DAVANTI ALLA CORTE GIUSTIZIA UE

La Commissione Europea ha deciso di condurre l’Italia davanti alla Corte di Giustizia europea per le continue violazioni della Zona di Protezione Speciale (ZPS) che ospita, in Puglia, una delle ultime steppe italiane dove vive l’ultima residua popolazione di Gallina prataiola.gallina prataiola arch LIPU

Prosegue così, con questo deciso intervento dell’Unione europea, la procedura d’infrazione aperta all’inizio del 2004 dalla Commissione dopo il ricorso presentato nel gennaio 2001 dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) per le gravi e ripetute violazioni delle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”. Violazioni causate dagli insediamenti industriali previsti dal Contratto d’Area di Manfredonia all’interno di un’area ad altissima biodiversità e tutelata dalla UE come ZPS e pSIC (Sito d’importanza comunitaria).

<< Prendiamo atto del rinvio dell’Italia alla Corte di Giustizia – spiega Giuliano Tallone, Presidente LIPU – Auspichiamo ora che il nuovo Governo regionale possa rimuovere al più presto le cause che sono all’origine del procedimento contro il nostro Paese>>.

Gli insediamenti industriali hanno finora occupato circa 7.000 dei 30.000 ettari facenti parte della Zona di Protezione Speciale “Valloni e steppe pedegarganiche”, e distrutto il 90% delle aree substeppiche più vaste della Puglia, dove vivono specie di uccelli rare quali la Gallina prataiola, l’Occhione, la Calandra, il Capovaccaio, l’Averla capirossa, la Monachella, il Calandro e la Calandrella.

L’industrializzazione dell’area ha inoltre causato la distruzione di 400 ettari di specie vegetali importanti. L'area ha inoltre subìto imponenti “spietramenti” a fini agricoli, causa, appunto, della distruzione irreversibile dell’habitat steppico.

nel testo, foto di Gallina prataiola (Archivio LIPU)

Ufficio Stampa LIPU - Birdlife Italia, 29 luglio 2005

Ente Provincia di FOGGIA: entra l’EOLICO SELVAGGIO, via la Politica

 

Associazioni Ambientaliste, di Categoria, Comitati e semplici, ma dignitosi, Agricoltori più volte hanno incontrato il Presidente della Provincia di Foggia DENUNCIANDO il far west in atto sulla proliferazione di centrali eoliche nella Daunia, con i relativi problemi in ordine alla razionale programmazione e corretto approccio alle risorse del territorio.

A fronte di una informazione a senso unico, già da anni strumentalmente a favore del fenomeno, nel dicembre 2003 una conferenza pubblica presso la sala consiliare della Provincia, con la presenza di Ripa di Meana, Presidente del Comitato Nazionale del Paesaggio, aveva formalmente investito la Provincia del rischio a cui si stava andando con una seconda valanga incontrollata di progetti e della necessità di approdare ad una moratoria che permettesse di affrontare la questione energetica in maniera razionale. Nuova conferenza pubblica degli ambientalisti presso la sala giunta della Provincia nel 19 marzo scorso che denuncia il nuovo, indiscriminato assalto in atto con decine e decine di progetti, lo scadimento di qualunque forma elementare di rispetto delle regole di trasparenza, l’incoerenza con quella che invece dovrebbe essere una seria programmazione territoriale ed energetica. Nel frattempo, a farne le spese il territorio, merce di scambio attraverso il ricatto economico di potenti soggetti finanziari; sullo sfondo il protocollo di Kyoto sempre più estraneo a questi colossali interessi economici e un Piano Energetico Regionale assente. Ulteriori incontri con il Presidente della Provincia: l’Ente è DEPUTATO AL GOVERNO DEL TERRITORIO PER L’INDIRIZZO E LA PROGRAMMAZIONE e perciò si adoperi politicamente nei confronti della Regione, chiedendo urgentemente una MORATORIA sulla realizzazione e gli iter autorizzativi degli impianti. Richiesta già formalizzata alla giunta Fitto da un cartello di associazioni ma senza alcun riscontro mentre la Provincia, in merito, non assume alcuna posizione politica, abdicando al suo ruolo istituzionale. L’unica iniziativa è stata l’adozione di un blocco delle autorizzazioni all’attraversamento degli elettrodotti sulle strade provinciali. Con sconcertante gravità, l’Ente Provincia non solo non dà riscontro alle numerose istanze della società civile ma sveglia dal letargo l’Apeac (Agenzia Provinciale per l’Energia) per organizzare questo convegno, PUBBLICO (!), a senso unico, l’ennesimo, inaccettabile! E cosi, mentre alle pre-conferenze regionali per l’istituzione dei Parchi Regionali dell’Appennino dauno si assiste alla sceneggiata di Sindaci che chiedono “tempo” solo per completare l’assalto eolico… Mentre negli incontri pubblici della Provincia sul percorso di costruzione del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) emerge con chiarezza la preoccupazione per la proliferazione eolica selvaggia… Mentre autorevoli personalità nel mondo scientifico, dell’archeologia, dell’imprenditoria agricola, del sindacato agricolo della Daunia esternano la propria contrarietà a questa che sta assumendo sempre più i contorni della VERGOGNA D’ITALIA, …. ….la Provincia preferisce il ruolo di spettatore passivo dello scempio del proprio territorio. Tutto quello che strumentalmente riesce a balbettare è, ancora una volta, un fantomatico patto per l’eolico con un “accordo volontario” per il quale si mette su un bel convegno !!!!   E pensare che negli studi preliminari dell’Ente Provincia, commissionati con soldi pubblici della comunità europea (!) si legge “….area vasta di estremo pregio per le valenze paesaggistiche e architettoniche la cui salvaguardia costituisce un momento importante per il suo rilancio…” ! Questo convegno rappresenta in realtà l’ultimo atto con cui la Provincia di Foggia sembra ormai voler sancire la volontà di CONSEGNARE IL TERRITORIO ALLE SOCIETA’ EOLICHE PRENDENDO PER I FONDELLI LA SOCIETA’ CIVILE !! Neanche a fronte di assalti e scelte cosi evidenti e palesi, come quella di Troia, dove l’Amministrazione comunale (il cui Sindaco viene ammesso alla tavola rotonda del convegno!!!) ha approvato 11 centrali eoliche, e altre sono state proposte, per centinaia di pale, la Provincia ha ritenuto di adottare una posizione politica forte e inequivoca nei confronti della Regione. E Troia è solo la punta dell’iceberg del tramonto politico di Amministrazioni a braccetto delle società: Alberona, Faeto, S. Agata, Rocchetta, Roseto… si farebbe prima ad individuare quali Amministrazioni non siano coinvolte… se ce ne sono! Oggi siamo presenti a questo convegno con il solo scopo di presidiare la “solita informazione” e i soliti ricatti economici e occupazionali di bassa lega che siamo abituati ad ascoltare da anni. NON SIAMO PRESENTI PER DARE UNA PATENTE DI DEMOCRAZIA A QUESTA INIZIATIVA ! Tutto questo non può passare inosservato. L’inadeguatezza e la compiacenza con cui un fenomeno di simili proporzioni di modifica del territorio è affrontato nelle sale politiche della Provincia, ci spinge a chiedere CON URGENZA e senza mezzi termini UN INCONTRO monotematico ai MEMBRI di GIUNTA e ai GRUPPI POLITICI della Provincia. VOGLIAMO CAPIRE fino in fondo dove risiedono le responsabilità politiche E ARRIVARE AL DUNQUE di questa deprecabile situazione. 16.05.2005                         L I P U                          ITALIA  NOSTRA                    V A S  con il supporto dei Comitati contro l’eolico selvaggio in Capitanata e COMITATO NAZIONALE del PAESAGGIO

Eolico, il saccheggio dei Monti Dauni. Conferenza stampa di LIPU e Italia Nostra

I numeri, gli interessi, le responsabilità, gli impatti, i percorsi autorizzativi, i finanziamenti, le proposte….: questo ed altro sarà alla base di interessanti documenti che saranno esposti sul grave fenomeno di proliferazione incontrollata delle centrali eoliche in Puglia, con particolare riferimento alla Capitanata, che sta per modificare per sempre e pesantemente il volto del territorio con gravi ripercussioni sulle aspettative di uno sviluppo equilibrato e sostenibile. Quanto accennato sarà esposto nell’ambito di una importante Conferenza Stampa organizzata dalle Associazioni Ambientaliste Italia Nostra e LIPU, con il supporto del Comitato Nazionale del Paesaggio e la partecipazione del coordinamento di Comitati spontanei contro l’eolico selvaggio, che si terrà Sabato 19 marzo 2005 alle ore 10.30 presso la Sala Giunta della Provincia di Foggia, p. XX Settembre.

Eolico: il saccheggio dei Monti Dauni.

Sono invitati gli Organi di Informazione, Presidente, membri di Giunta e di Consiglio dell’Ente Provincia, la Commissione Ambiente e gli organi Tecnici della Provincia, il Prefetto, la Cittadinanza della Capitanata. In relazione agli importanti contenuti che saranno esposti sarà estremamente gradita la presenza dei giornalisti. Foggia, 17 marzo 2005 LIPU –  Sezione Prov.le Foggia                Italia Nostra – Sezione Prov.le Foggia

fiume Fortore: la denuncia di LIPU e WWF sulle cause dell’inondazione

 

PER UN FIUME GIÀ VIOLENTATO SI PROSPETTANO NUOVE CEMENTIFICAZIONI

Fra le cause dell’alluvione in Capitanata, evidenziano LIPU e WWF di Foggia, vi sono certamente i drastici interventi sul bacino idrografico del Fortore.

Ci  si è dimenticati, infatti, che si tratta di un fiume con un suo spazio vitale. Oggi il Fortore è stato ridotto, nel suo aspetto fisico, a poco più di un ruscello, tanto che qualche spericolato imprenditore ha pensato bene di installare un impianto di calcestruzzi proprio nel letto del fiume. Imbrigliato da sponde di cemento, rettificato in molti tratti, assediato dalle attività umane, dopo l’ennesimo allerta maltempo il Fortore non ha retto più e si è ripreso lo spazio che per tanti anni gli uomini gli avevano tolto. Un tempo, come ricordano ancora gli anziani dei paesi che si affacciano sul fiume, anche notevoli quantità d’acqua venivano agevolmente smaltite grazie alle numerose casse d’espansione (anse che lo stesso fiume creava per trovare un suo equilibrio) e agli amplissimi argini che in alcuni tratti raggiungevano anche le centinaia di metri di larghezza, senza che la folta vegetazione presente lungo le sponde costituisse un ostacolo al deflusso. Non deve, evidenziano LIPU e WWF, quindi meravigliare quanto accaduto in questi giorni e sarebbe anche semplice individuare gli interventi riparatori: restituire al fiume il suo spazio naturale riappropriandosi prima di tutto dei terreni demaniali occupati abusivamente e imporre un piano di gestione per la diga di Occhito nel rispetto delle esigenze ambientali del territorio a valle. Invece già c’è qualcuno che invoca per il fiume una punizione esemplare: radere al suolo tutta la vegetazione e, perché no, cogliere l’occasione per cementificare ulteriormente gli argini o, peggio, promuovere qualche altra diga sfruttando l’emotività del momento. La disinvoltura con cui si prospettano simili rimedi ai mali ambientali provocati dall’uomo trova le associazioni LIPU e WWF drasticamente contrarie. La disinformazione di chi fa simili affermazioni favorisce solo la logica degli appalti a breve termine con il ripetersi di simili eventi nel tempo: è l’ennesima, gravissima speculazione. Le associazioni ambientaliste, con il conforto scientifico, hanno dimostrato a tutte le autorità interessate come una seconda diga sul Fortore, tra l’altro concepita ai tempi dell’ex-cassa Mezzogiorno, non sia altro che inutile, deleteria per tutte le componenti ambientali, costosa con uno spreco enorme di risorse pubbliche, socialmente penalizzante. A questo proposito le Associazioni ambientaliste osservano che le uniche autorità che da mesi non hanno dato alcun riscontro ai propri esposti sono proprio gli uffici della Regione Puglia, integrando un’altra grave e illegittima caratteristica di questo progetto: la mancanza di trasparenza e di rispetto dei percorsi di accesso alle osservazioni sulle valutazioni di carattere ambientale. Inoltre, l’alluvione è stata aggravata dall’esigenza di rilasciare con urgenza (malgrado ripetuti allarmi meteo) le acque dalla diga di Occhito da parte del Consorzio di Bonifica, Ente interessato alla costruzione del secondo invaso sul Fortore, facendo sorgere un altro interrogativo agli ambientalisti: esiste un piano di gestione della diga di Occhito? Si propongono, inoltre,  interventi di “pulizia” e deforestazione del fiume che non farebbero altro che aggravare la situazione di vulnerabilità, con grave dispendio di risorse pubbliche. LIPU e WWF ricordano anche che il Fortore è stato individuato come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), vale a dire un’area naturalistica di interesse a livello europeo, grazie alla presenza di habitat naturali di grande valenza come i boschi a galleria. Per questo motivo il fiume è tutelato da leggi comunitarie, nazionali e regionali che prescrivono un’attenta valutazione di incidenza prima di effettuare qualsiasi intervento, anche con carattere di urgenza, che possa minacciare l’esistenza di questi habitat. La violazione di queste norme, come già accaduto nel recente passato per il torrente Cervaro, comporta l’avvio di una procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti dello Stato italiano che potrebbe sfociare anche nel blocco dei finanziamenti comunitari usufruiti dal territorio dove è stato commesso l’abuso. LIPU e WWF pertanto chiedono sin d’ora al Prefetto di Foggia e a tutte le istituzioni, già più volte interessate su simili problematiche, di vigilare affinché eventuali interventi che dovessero essere programmati a breve, siano condotti nel più rigoroso rispetto delle norme e della trasparenza nei confronti delle associazioni ambientaliste garanti di un interesse collettivo. Altresì, LIPU e WWF rilanciano, ancora una volta, la necessità di creare un contorno di correttezza e trasparenza, quale atto legalmente dovuto, sul famigerato progetto della diga di Pian dei Limiti.

Foggia, 09.03.2005           LIPU prov.le Foggia      WWF Foggia