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PARCO DEL GARGANO: AGGREDITA VALLE DELLA VECCHIA AI PIEDI DI MONTE SACRO
La causa non è certa ma l’effetto è sicuro: una nuova devastante aggressione nel cuore del Parco del Gargano.
Lo rivela, purtroppo, un nuovo capitolo del Dossier “Emergenza Gargano” scritto dai cittadini mobilitati nella campagna “Parco: ti voglio ricordare che c’è il Gargano da salvare” promossa da LIPU e WWF di Foggia. Siamo nel territorio di Mattinata, all’interno della meravigliosa Valle della Vecchia, ai piedi di Monte Sacro. Nello stesso comprensorio comunale dunque dove nei giorni scorsi, in località Vergone del Lupo, i carabinieri, con una brillante operazione, hanno arrestato otto persone impegnate ad abbattere alberi meravigliosi per rubare la legna. Anche nello scempio in Valle della Vecchia, evidenziano LIPU e WWF, è stato effettuato un pesante disboscamento con asporto del legname. Ulteriore aspetto, assai grave, è costituito dal fatto che il taglio è stato preceduto da un disastroso accesso con una ruspa che ha distrutto il fondo del vallone, prima coperto da folta vegetazione e caratterizzato solo da un sentiero stretto e poco accessibile, lasciando così ora una pista percorribile da automezzi. Tutto ciò in un sito dall’assoluta delicatezza e vulnerabilità. Ci troviamo alle pendici di Monte Sacro, a metà strada fra Mattinata e l’inizio della Foresta Umbra. Monte Sacro domina la costa orientale del promontorio e in un breve spazio vi è un forte contrasto d’ambienti naturali con una serie di valli ammantate da una fitta vegetazione. Valle della Vecchia è sicuramente una delle più belle. Nella sua parte iniziale, molto stretta, vegeta un bosco con frassini, aceri, carpini, poi si fa più profonda presentando una grande parete calcarea a strapiombo. La vegetazione diventa di tipo mediterraneo con, nel fondo della valle, alcuni secolari grandi esemplari di leccio. Sulle pareti dei valloni si riproducono rari uccelli rupicoli con una concentrazione d’uccelli nidificanti, ben 14 specie, oltre alla più elevata concentrazione di specie d’orchidee, ben 47. Vi sono anche altre specie rare quali il capriolo, il gatto selvatico, il gufo reale. Per quanto poco conosciuta, è dunque una delle aree più significative del Gargano con caratteristiche paesaggistiche, floristiche e faunistiche uniche. Il sito rientra, infatti, in zona “1” del Parco del Gargano e, inoltre, ricade all’interno del ZPS (Zona Protezione Speciale) IT9110009 “Valloni di Mattinata - Monte Sacro”. L’area è stata pesantemente disboscata, lasciando allo scoperto la base della gola con gravi conseguenze per le varie specie che vi si rifugiavano ma, soprattutto, per gli uccelli rupicoli ed i rari rapaci prioritari a livello comunitario che, grazie alla riservatezza della zona e alla protezione della vegetazione che dominava il fondo della gola, utilizzavano le pareti della valle anche come sito riproduttivo. A tutto questo, evidenziano LIPU e WWF, possiamo dire addio almeno per alcuni anni in quanto tale protezione non esiste più! Non va sottovalutato anche il danno sul piano idrogeologico, determinato dall’impatto che le precipitazioni, che si concentrano idrograficamente nella gola, eserciteranno sull’alveo scoperto. Insomma là dove la stentata accessibilità era limitata ad un sentiero stretto e tortuoso, in una volta arborea impenetrabile, oggi si ha letteralmente l’impressione di un vero e proprio sventramento ! Circa le cause, evidenziano LIPU e WWF, sembra che i tagli abbiano una continuità con altri effettuati sulle pendici di Monte Sacro. Va verificato, quindi, se in passato vi siano state richieste per apertura di sentieristica e per tagli boschivi, con le quali andrebbero valutati possibili legami. Occorre anche osservare, rilevano ancora LIPU e WWF, che sulla destra della gola è stata edificata negli ultimi tempi un complesso edilizio, notevolmente impattante per la sua localizzazione, rispetto alle quale appare fortemente dubbia la legittimità autorizzativa. Sono segnali inquietanti che rendono verosimile la possibilità che il tutto si potrà poi trasformare in una "profanazione" perenne di una delle aree più integre del Gargano con tanto di rischio d’edificazione. Di fronte al susseguirsi quasi giornaliero di queste devastazioni, evidenziano LIPU e WWF, si ha l’impressione che sia cresciuta nel Gargano una convinzione d’impunità, che certamente potrebbe essere incoraggiata dalle gravi affermazioni del presidente del parco che in TV sostiene che gli abbattimenti degli abusi sono uno spreco di denaro pubblico. LIPU e WWF per quanto accaduto hanno presentato una circostanziata denuncia al Corpo Forestale dello Stato al servizio del Parco del Gargano e agli stessi carabinieri di Mattinata, chiedendo anche il sequestro cautelativo dell’area allo scopo di evitare ulteriori gravi danni ambientali ma soprattutto per impedire l’accessibilità di mezzi e persone e favorire così il recupero e la tutela del sito. Al presidente del Parco chiedono di fare qualcosa di più concreto promuovendo nei confronti dei responsabili la costituzione di parte civile dell'Ente Parco al fianco degli ambientalisti e non limitarsi a compiacersi dell'operato dei Carabinieri come ha fatto in occasione dell’operazione dei militari in località Vergone del Lupo a Mattinata. Ai cittadini, le Associazioni chiedono di continuare a collaborare facendo giungere le proprie segnalazioni nell’ambito della mobilitazione “Parco: ti voglio ricordare che c’è il Gargano da salvare”. Foggia, 06.12.2006 LIPU - Sez. di Foggia WWF - Sez. di FoggiaOASI LIPU GRAVINA DI LATERZA (TA): FIRMATO IL RINNOVO TRIENNALE DELLA CONVENZIONE
CON LA PROVINCIA DI TARANTO E IL COMUNE DI LATERZA.
LIPU: “CRESCE L’INTERESSE VERSO L’OASI, 5MILA PRESENZE OGNI ANNO”
Proseguirà anche per i prossimi tre anni la gestione LIPU dell’Oasi di Gravina di Laterza, in provincia di Taranto, 800 ettari di territorio che rappresentano l’habitat ideale per il rarissimo Capovaccaio, una delle specie più minacciate di estinzione nel nostro Paese, e per 85 specie di uccelli, di cui 48 nidificanti. La firma della nuova convenzione, siglata da LIPU, Provincia di Taranto e Comune di Laterza, è avvenuta questa mattina nella sede della Provincia di Taranto. Nata nel giugno del 1999, l’Oasi LIPU Gravina di Laterza è diventata un laboratorio importante per lo svolgimento di attività educative e turistico-culturali e per importanti azioni di conservazione, come quella sul Capovaccaio, una specie rarissima in Italia (solo 5-6 coppie a livello nazionale). Inoltre, all’interno della più ampia Zona di Protezione Speciale (ZPS) delle “Gravine”, sono stati condotti in questi ultimi anni studi su altre specie di primissima importanza conservazionistica come il Lanario, il Nibbio bruno, il Biancone, il Gufo reale e il Grillaio. Tra le specie nidificanti nell’Oasi LIPU Gravina di Laterza, e incluse nell’allegato I della Direttiva “comunitaria “Uccelli” troviamo, Grillaio, Biancone, Lanario e Succiacapre. Millecinquecento studenti ogni anno visitano l’Oasi, che è diventata meta anche per tesisti e ricercatori delle Università e di altri enti di ricerca. “L’interesse verso l’Oasi prosegue in modo intenso – ha dichiarato Elena D’Andrea, Direttore Generale LIPU – Attualmente registriamo 5mila presenze ogni anno tra ecoturisti e studenti. Numeri che ci confortano e ci stimolano a proseguire sul cammino intrapreso di sensibilizzazione e divulgazione anche per il futuro” Dal dicembre 2005 l’Oasi LIPU Gravina di Laterza fa parte interamente del Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, all’interno del quale l’Oasi LIPU è attualmente l’unica struttura dell’area protetta che svolge attività di conservazione, sensibilizzazione, educazione e accoglienza dei visitatori per tutto l’anno. Anche quest’anno, all’interno del progetto “Por Puglia” (1) sono stati reintrodotti in natura due esemplari di capovaccaio nati in cattività, che dopo un periodo di ambientamento nel territorio dell’Oasi hanno lasciato l’area per iniziare la migrazione, seguiti da una radio satellitare che ne sta ancora oggi monitorando i movimenti. Uno degli esemplari, Arianna, ha effettuato 4mila chilometri per arrivare nel Mali, in Africa, fornendo, per la prima volta, preziose informazioni agli studiosi sulla rotta migratoria di questi splendidi animali. L’Oasi svolge inoltre un vasto e articolato monitoraggio, oltre che su decine di specie di uccelli, su anfibi (sul fondo della gravina vive il raro Ululone Appenninico) e mammiferi, nonché una costante difesa del territorio dalle aggressioni ambientali. (1) “Piano d’azione per la conservazione del Capovaccaio e azione di conservazione del Grillaio, Nibbio reale e del Nibbio bruno nella ZPS e pSIC Area dell Gravine” Taranto, 17 novembre 2006GUSMAY: NUOVA IMMENSA COLATA DI CEMENTO
Sul versante nord-est del promontorio garganico, in agro di Peschici, in località Gusmay - Manaccore, al km 15 della strada litoranea Peschici – Vieste è in arrivo una nuova immensa colata di cemento su uno dei pochi tratti di costa rimasti intatti. I dati parlano da soli: circa 1000 residenze, 19 villette, piscina condominiale, centro servizi con negozi, piazze, impianti sportivi e per il tempo libero, ristorante e centro "benessere", parcheggi per 11.000 mq, nuovo albergo da 120 stanze e 2 piani con annessi 3 corpi di residenza alberghiera, 7 "unità residenziali" delle quali ognuna contiene a sua volta 4 residenze. Nel complesso 67.000 metri cubi di cemento in tre strutture distinte e distanti tra loro in media 200 m. L’area complessiva interessata è di 80 ettari, con un'altitudine che va da pochi metri a circa 50 ÷ 60 metri.
Si tratta del progetto di lottizzazione proposto dalla società Manacore Investur di Milano. È la rivelazione del primo capitolo del Dossier “Emergenza Gargano” che le sezioni di Foggia di LIPU e WWF stanno costruendo con la collaborazione di tutti nell’ambito della mobilitazione recentemente avviata denominata “Parco: ti voglio ricordare che c’è il Gargano da salvare”. È una mobilitazione di tutti coloro che considerano il Gargano un patrimonio dell'umanità da difendere dalla cecità o dagli squallidi interessi di pochi. L’obiettivo principale è sollecitare l’Ente Parco ad intervenire per fermare la devastante aggressione cementizia cui è sottoposto il nostro promontorio. La lottizzazione ricade in zona “1” del Parco cioè in area “di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato o inesistente grado d’antropizzazione”. La zona è anche soggetta a vincolo idrogeologico e rientra nel Sito d’Importanza Comunitaria SIC IT911002 “Manacore del gargano”, oltre che essere caratterizzata da habitat di notevole pregio. Inoltre, l’area risulta essere notevolmente interessata da flussi migratori d’uccelli, dalla presenza di specie rare, come la Testuggine terrestre, il Saettone, il Cervone, e di specie “vulnerabili” inseriti nella lista rossa come il Falco Lodolaio. La lottizzazione proposta è un'altra conferma, evidenziano LIPU e WWF, che non vi è nessuna intenzione di rinunciare ad uno sviluppo tutto basato sull'assalto del cemento, fonte oggi d’enormi guadagni nelle mani di pochi, domani di paesaggi desolati e d’orribili ecomostri. La strada per un turismo sostenibile è invece quella del recupero delle abitazioni dei centri storici, salvaguardando il prezioso capitale costituito dalla natura del Gargano, senza il quale nessuno sviluppo è possibile. LIPU e WWF sottolineano, inoltre, che, purtroppo, si sono già dovute occupare di cementificazioni che vanno sotto il nome di Gusmay. Lo scorso ottobre, infatti, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Bari, in collaborazione con i Carabinieri di Peschici e con le Guardie del WWF Puglia, hanno sottoposto a sequestro sulla spiaggia Gusmay una struttura costituita da bar, ristorante, bagni, docce e servizi vari realizzata in cemento armato, utilizzo di profilati e con tettoia di legno. Il tutto su area dunale in una zona dove vige il vincolo paesistico e quello idrogeologico. Del resto negli ultimi anni la spiaggia Gusmay ha già subito una trasformazione ambientale notevole con taglio incontrollato d’alberi e interventi tesi ad eliminare la duna. Precedentemente, nel maggio 2006, le associazioni avevano presentato al Corpo Forestale dello Stato una denuncia per un’altra mega colata di cemento relativa all’ampliamento dell’Hotel Gusmaj, sul versante mare della stessa arteria stradale e contigua alla lottizzazione odierna, che rappresenta una modifica territoriale di notevole entità con oltre 2500 mq di superficie coperta (oltre ad opere connesse non coperte come parcheggi ecc.) e una cubatura per 12.500 metri cubi e 150 residenze. LIPU e WWF osservano come tale ampliamento dell’Hotel Gusmaj, per opera dello stesso proponente Manacore Investur, sia stato abilmente escluso dalle procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale, adducendo limiti di cubatura e di superficie appena al di sotto della soglia minima, che invece, come la normativa prevede, avrebbero dovuto essere considerati in cumulo con quanto già realizzato nella stessa zona e con quanto si intende realizzare con la lottizzazione odierna. È evidente, quindi, l’enorme impatto cumulativo di tutte queste edificazioni, realizzate e richieste sull’area costiera, che causano una forte antropizzazione e un notevole consumo dei suoli. Per questo motivo, LIPU e WWF hanno chiesto, con un documento inviato all’ente Parco e all’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia, che sia realizzata una Valutazione d’impatto Ambientale (VIA) e una Valutazione d’Incidenza (VI) non per singoli interventi o solo per alcuni di essi ma, come la normativa prescrive, sull’intero intervento. I vari tentacoli di cemento di quello che va sotto il nome di Gusmay devono essere considerati per quello che sono cioè facenti parte di un unico disegno. LIPU e WWF hanno in definitiva chiesto, con articolate e circostanziate argomentazioni, alla Regione Puglia e al Parco del Gargano di esprimere parere negativo alla lottizzazione proposta. Al Parco, in particolare, le Associazioni ricordano che gli enormi ritardi accumulati nella stesura del Piano del Parco hanno reso possibile anche la vicenda Gusmay. Foggia, 14.11.06 LIPU - Sez. di Foggia WWF - Sez. di FoggiaEolico. seminari a porte chiuse, solo per i sindaci: le critiche della LIPU
“Gestire la risorsa eolica per il territorio”, un seminario di formazione gratuito A PORTE CHIUSE organizzato dall’Istituto Nomisma lunedì 6, presso il palazzo Amgas in Foggia, rigorosamente riservato ad Amministratori locali, allo scopo di comprendere i “reali” impatti sull’ambiente e sul paesaggio, i rischi e le prospettive dopo il Regolamento eolico regionale e in vista del PEAR, la bontà dei progetti rispetto alla giungla di offerte delle aziende… con tanto di relazioni di istituti bancari e di esponenti di società eoliche. E quindi A PORTE CHIUSE si discuterà in realtà di come fare soldi con l’eolico, demandando la soluzione degli impatti alle …. stesse società (!) in un perfetto CONFLITTO DI INTERESSI ormai gravemente consolidato sull’argomento. Questo accade in uno scenario, la Capitanata, che ha perso già migliaia di ettari devastati dall’ingordigia “eco-compatibile” dell’eolico industriale sovvertendo ogni ordine urbanistico. Eolico industriale che, ancor più gravemente e silenziosamente, si appresta a divorare ulteriori migliaia di ettari e ogni angolo di ruralità con centinaia e centinaia di torri eoliche industriali grazie alla farsa di pareri ambientali positivi già emessi dagli uffici regionali senza contare tante altre valutazioni in dirittura d’arrivo. Uno scenario fin troppo silenzioso che ha visto soccombere miseramente la politica, con l’imposizione e l’addomesticamento delle regole (PRIE docet) e l’aggiramento illegittimo delle norme. Uno scenario dove faccendieri senza scrupoli si aggirano nelle campagne per strappare contratti di concessione, generando timore negli agricoltori con lo spauracchio degli espropri e proponendo un piatto di lenticchie rispetto all’affarone (milioni e milioni di euro). Dov’è la politica? Dove le istituzioni? E’ proprio vero: quando arriva la speculazione indotta dagli affari della ”torta” eolica la Politica vacilla ed esce rovinosamente dalla scena mentre la democrazia partecipata abdica in favore dei giochi economici. Rimane solo la “copertina” patrocinante del Assessorato Regionale all’Ecologia e di quella del Comune di Foggia. Quest’ultimo, forse, dovrebbe (pre)occuparsi non solo di patrocinare eventi opinabili come questo ma anche di aprire il confronto sulle due centrali eoliche industriali (e non solo) progettate nel capoluogo Dauno e su cui permane da tempo un alone di black-out informativo. Almeno fino a quando saranno riservatamente approvate in consiglio comunale. Ma si può stare tranquilli, ironizza la LIPU: l’iniziativa si realizza nell’ambito di “energETICAmente”, settimana dell’educazione all’energia sostenibile. ALLA FACCIA DELL’ETICA ! Foggia, 05 nov 2006 LIPU - Sezione Prov.le Foggia