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Rinnovabili. Ecco l’ “Elenco della Vergogna” nascosto alle comunità.

LIPU: Puglia prostituita tra prepotenze di Governo e ipocrisie di Regione e Province. eolico e fv Puglia incompleto

Con le falsità di certi media e della politica, stanno cancellando la Puglia dalle carte geografiche!   “Come previsto – ricorda Enzo Cripezzi della LIPU pugliesel’irresponsabile mancanza di iniziativa politica, soprattutto  regionale, se non di deprecabile complicità, continua a spianare la strada alla speculazione territoriale, perfino con imposizioni autoritarie del Governo come quella del 3 dicembre scorso.”. Interessi per CENTINAIA di milioni di euro (ANNUI e NOSTRI !) si muovono silenziosamente a braccetto con CENTINAIA di nuovi procedimenti  autorizzativi. Per di più, nell’oscurità degli uffici, senza alcuna concertazione o consapevolezza delle comunità locali. E’ la sintesi dell’ ELENCO della VERGOGNA”, mai reso pubblico : una VALANGA dioltre 400 PROGETTI in ATTESA di AUTORIZZAZIONE presso le Province (delegate alle valutazioni dalla Regione), definita 2 mesi fa da dirigenti provinciali e regionali in audizione alla Commissione Regionale Bilancio presieduta dal consigliere FABIANO AMATI. Che, paradossalmente, ha pure invocato deregolamentazioni per favorire tali progetti, nella più totale ipocrisia. Lo divulghiamo noi – denunciano alla LIPU - visto che Regione e Province non hanno uno straccio di sensibilità. Altri grattacieli eolici alti 250m e migliaia di ettari di fotovoltaico al suoloche stanno per estinguere  quel che rimane della celebrata ruralità Pugliese. Ancor più aberrante, ben il 60% di queste nuove istanze è concentrato nel Foggiano dove solo il fotovoltaico occuperà ULTERIORI 15.000 ETTARI! Un primato da PROVINCIA degli ORRORI,già stuprata da quasi 1500 torri eoliche e centinaia su centinaia di ettari di fotovoltaico e, come Ente territoriale, accondiscendente ad accogliere nuove istanze. I vari Amati non si accorgono (!) del morbillo di migliaia di impianti eolici e fotovoltaici che hanno GIA’ VILIPESO da anni la Puglia e il suo PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale)?!? Basterebbe guardare in giro. O la mappa su webgis regionale degli impianti realizzati, pur incompleta e non eolico Candela 2015aggiornata da anni. A questi si aggiunge il fiume occulto di impianti AUTORIZZATI da queste Province, in primis quella di Foggia. Quindi NON VISIBILI MA PROSSIMI AD ESSERE REALIZZATI. MA… a questo colabrodo (impianti realizzati + autorizzati e in attesa di realizzazione localmente)  SI AGGIUNGONO  PROGETTI EOLICI OLTRE la SOGLIA dei 30 MW, quindi in iter di VIA ministeriale. Anche qui, PROGETTI PESSIMI e CARENTI …. approvati con gli “AIUTINI” (in spregio ai valori faunistici, ambientali e paesaggistici), per candida ammissione dello stesso dr. Atelli, Presidente della Commissione VIA nazionale (Sole24ore, 19.02.21) ! Di questi progetti nazionali, OLTRE 40 sono fermi a causa di pareri divergenti nella VIA nazionale da parte degli enti coinvolti. Ma dove ricadono questi progetti? In gran parte in PUGLIA  e in particolare … ancora in CAPITANATA !  E tra le lagne pro rinnovabili  il Ministro Cingolani  STA PORTANDO IN CONSIGLIO dei MINISTRI per imporre umilianti  APPROVAZIONI per DECRETO. Ancora ! L’ULTIMO, VERGOGNOSO INSULTO il 3 DICEMBRE scorso: ALTRE 4 MEGA CENTRALI EOLICHE per oltre 250 MW! Tutte nella Daunia (Cerignola, Ascoli S., Ortanova e Stornara). E quasi 100 MW nel potentino, già crocifisso come in Puglia. Il solito copione delle procedure ministeriali: Soprintendenze e/o  uffici VIA regionali (NON i politici) esprimono valutazioni negative, la politica regionale fa propaganda del diniego senza aver mosso un dito, poi il Ministero Ambiente porta i pareri divergenti  in CdM. Che impone le autorizzazioni. E la Regione?  MUTA ! Infine, grazie a nuove deregolamentazioni e incentivi del Governo,le società del FOTOVOLTAICO hanno presentato a  VIA nazionale (competente da qualche mese per impianti oltre 10 MW) quasi un centinaio di istanze su aree rurali, 52 NUOVI PROGETTIsolo in Puglia, di cui 28 ancora NEL FOGGIANO :  ALTRI 1150 MW e 1800 ETTARI. Ma anche il Salento (il Brindisino in particolare) sarà massacrato. Nel barese, Spinazzola avrà uno schiaffo con oltre 200 ettari. Per non parlare della PROLIFERAZIONE di cosiddetti“mini” impianti (eolici e fotovoltaici) di sola concessione comunale, che “mini” NON LO SONO affatto! Ribadiamo il nostro BASTA!  SMETTETELA di seppellire l’identità dei luoghi ! MITE, Regione e Provincia DIANO CONTO  di questa deriva intollerabile , RISPONDANO  alla nostra richiesta di CONFERENZA PUBBLICA con i portatori di interessi collettivi – conclude Cripezzi  - e Regione Puglia onori una buona volta il ruolo di Ente deputato al governo del territorio e, almeno, ricorra contro le ultime aggressioni!”. Intanto, dopo 230 MLD di sussidi, gli attuali 33.000 MW di eolico e fotovoltaico installati (quasi tutti nel Mezzogiorno) contribuiscono con un 3,5% sui consumi energetici totali del Paese (elettrico, trasporti, termico). Quanto basta per una riflessione! LIPU Puglia, 07.12.2021

Manfredonia, non c’è pace per la zona di S. Spiriticchio. E non solo!

LIPU, una domanda ai Candidati Sindaci.

 A braccetto con il progetto di mega impianto industriale Energas, nella stessa località di S. Spiriticchio arriva la richiesta di grandi impianti fotovoltaici. E’ il nuovo cancro al territorio della Daunia, nei cui confronti la politica continua irresponsabilmente a guardare, se non complice. E infatti anche nell’agro manfredoniano sono centinaia (!!) gli ettari aggrediti con proposte oscene di simili impianti che rischiano di stravolgere l’assetto territoriale, sulla scia di una speculazione altrettanto sconsiderata, quella eolica. E’ l’ennesima Srl emanazione di grandi compagini industriali che pescano a strascico in Capitanata, la Blu Solar - gruppo immobiliare Maresca Spa di Pescara -, ad avanzare una richiesta per una distesa fotovoltaica a S. Spiriticchio, a sud della SS89, in area contigua a quella pretesa da Energas e al Parco Nazionale del Gargano per oltre 13 ettari in ZPS. Anche in tale procedimento, in valutazione presso la Provincia di Foggia, ancora una volta la LIPU ha presentato controdeduzioni a tutela delle emergenze faunistiche e contro la piaga del consumo di territorio. Per altro rilevando che ci sono ulteriori due progetti nella stessa zona, contigui all’area industriale a nord della SS89 : uno da oltre 8 ettari , della stessa BluSolar, più uno da oltre 2 ettari. Ma la LIPU rileva come sia tutto l’agro manfredoniano oggetto di numerose istanze per enormi impianti fotovoltaici, già in iter autorizzativo al Servizio VIA della Provincia di Foggia e che rischiano di assoggettare oltre 900- 1000 ettari agrari di grande importanza naturalistica, stante la grave superficialità dell’azione valutativa dimostrata ad oggi da questo Ente. “Sarebbe intollerabile – ha affermato emblematicamente la LIPU a conclusione delle articolate osservazioni - vedere distese fotovoltaiche al suolo e poi, a pochi passi, le coperture immacolate di capannoni industriali “! Questa è l’ennesima dimostrazione del totale fallimento della cosiddetta “compensazione ambientale”, operata in ossequio alla condanna comunitaria conseguente alla procedura di infrazione innescata dalla LIPU, a causa degli abusi perpetrati con l’insediamento della zona industriale manfredoniana nella ZPS pedegarganica. “Ricordo bene, essendo stato parte attiva di quel processo e avendo partecipato direttamente ai tavoli concertativi – specifica Enzo Cripezzi, della LIPU di Capitanata – come le istituzioni (Regione e Comune) decisero di nascondere la polvere sotto il tappeto prevedendo, poi, pseudo “compensazioni” al lago Salso con mezzo milione di euro (!), senza nemmeno arginare le pretese di alterazione territoriale nella ZPS, puntualmente avanzate ancor oggi da società come Energas.” Tutelare l’ambiente e salvaguardare l’integrità territoriale è il primo comandamento per mantenere posti di lavoro veri e favorire un’economia sana e resiliente (questione Enichem docet). Allora rivolgiamo una domanda ai Candidati Sindaci di Manfredonia, chiedendo loro di rispondere solennemente ma soprattutto con rispetto futuro delle eventuali affermazioni. La vertenza della Lipu insieme alla comunità cittadina sulla questione Energas sancisce come da oltre 20 anni Manfredonia non conosca pace sulla zona di S. Spiriticchio. E mai ne conoscerà! Perché quell’area, senza tutele specifiche, continuerà a fare gola alle società energetiche fino a quando non sarà occupata. I Candidati Sindaci non ritengono di voltare pagina e mettere, almeno qui, finalmente la parola fine ai reiterati assalti restituendo questa zona al Parco Nazionale del Gargano, con espressa richiesta di reintegrarla nella perimetrazione ? Foggia, 29.10.2021                                LIPU OdV – Sezione prov.le Foggia

La Foresta Umbra sotto attacco

MAI NEGLI ULTIMI 30 ANNI TANTA PRESSIONE PER REALIZZARE INTERVENTI SELVICOLTURALI.

IL PARCO DEL GARGANO, FORTUNATAMENTE, RETTIFICA CON UN DINIEGO IL PRECEDENTE PARERE POSITIVO SULLE LINEE TAGLIAFUOCO. MA RESTANO IN PIEDI TUTTI GLI ALTRI PROGETTI

Le scriventi Associazioni ritengono doveroso evidenziare quanto segue in merito a progetti presentati dall’ARIF (Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali) relativi alla realizzazione di quattro interventi che talamo1prevedono, giustificandoli come attività di prevenzione degli incendi boschivi, la realizzazione di circa 50 km di piste tagliafuoco e di circa 200 ha di diradamenti nel comprensorio della Foresta Umbra. Detti progetti sono stati presentati a Valutazione di Incidenza presso la Regione Puglia – di cui ARIF è ente controllato e al contempo beneficiario dei finanziamenti regionali a valere sul PSR Puglia misura 226 – unitamente ai vari pareri di competenza, compreso quello del Parco nazionale del Gargano. Tutte e quattro le istanze sono state assentite dalla Regione con il solo screening di Incidenza, nella cui procedura il Parco si è pronunciato con pareri favorevoli con prescrizioni. Lo stesso Parco poi, in merito al nulla osta di sua esclusiva competenza, con provvedimento del 21 settembre scorsoha posto il diniego sulle nuove piste taglia fuoco. Si è quindi in attesa del nulla osta sui 200 ha di diradamenti. lepore1a I Piani Antincendio Boschivo del Parco Nazionale del Gargano e della Regione Puglia classificano le aree oggetto di intervento come a basso e molto basso rischio per gli incendi, per cui la Foresta Umbra non è né fra le aree prioritarie d'intervento né si prevedono interventi nelle faggete. Ci si interroga sull’utilità di usare fondi pubblici, PSR Puglia 2007/2013 – Asse II – Misura 226 Azione 1, per la realizzazione di piste ex novo per una lunghezza di 48 km e ripristino di piste esistenti per altri 41 km interessando una superficie enorme tra 50-100 ha vista la larghezza di 10 m della pista, in un’area che a memoria d’Uomo, ed anche dai dati storici è poco o nulla interessata da incendi. Anche il prof. Pasquale Marziliano, docente universitario di Assestamento forestale, ha confermato questa posizione nelle sue recenti dichiarazioni. La scelta di intervenire nelle faggete di Foresta Umbra, dichiarate Faggete Vetuste Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, appare insensata. Infatti ARIF nella sua nota di replica nel citare l’intervento sulle piste tagliafuoco omette di ricordare che nella stessa area di Coppa d’Umbra ha in iter autorizzativo un intervento in tre lotti di diradamento delle faggete, sempre per attività antincendio, finanziato nella stessa Misura 226 del PSR Puglia su una superficie di 204 ha. Tra l’altro, un dato non secondario che non risulta dai pareri favorevoli di Valutazione di Incidenza rilasciati dalla Regione Servizio VIA e dal Parco Nazionale del Gargano, è la quantità di legna che verrebbe estratta e quale finalità avrà. Sulla scorta di una stima prudenziale basata sulla percentuale di prelievo come riportato nei pareri e sulla densità stimabile di massa legnosa ad ettaro per quell’area, risulterebbero circa 200 mila quintali di massa legnosa. Insomma, un bel capitale che potrebbe valere più di 1 milione di euro. Quello che appare ancora più incredibile di questi interventi è la superficialità con cui l’Autorità Ambientale regionale, competente per la valutazione di incidenza, e gli enti coinvolti nella valutazione si esprimono favorevolmente nonostante il grande valore ambientale, paesaggistico e naturale di queste faggete uniche in Italia e Europa, habitat prioritario “Faggete degli Appennini con Taxus e Ilex” per la conservazione ai sensi della Direttiva Habitat UE e sito di presenza della più importante comunità di fauna e flora forestale di Puglia e del centro sud d’Italia. Stranamente sono state presentate richieste separate di valutazione di incidenza e di pareri all’Ente Parco (come si evince nelle determine regionali Servizio VIA n. 332, 333 e 334 datate tutte lo stesso giorno 29 luglio 2021, per istanze presentate da ARIF al servizio VIA Regionale tutte il 17 dicembre 2020) anche se l’intervento è unitario e la normativa non sembra consentirlo. Per quanto è possibile leggere, senza entrare troppo nel tecnico, il diradamento di 204 ettari di faggete ad elevatissimo valore ambientale “riguarderà il taglio degli alberi” con “diradamenti misti che interesseranno il piano dominante, codominante e intermedio, alberi danneggiati da fitopatie o avversità meteoriche o soprannumeri rispetto alla densità normale”. In sintesi si tratta di tagliare alberi ritenuti “inutili e dannosi” non è chiaro in base a quale principio naturale visto che siamo in un’area protetta, peggio ancora se l’obbiettivo, come prevede la misura di finanziamento, è contrastare gli incendi. Le specie da tagliare non sono riportate e ci chiediamo se rientrano anche gli individui di Tasso presente qui con uno dei più importanti e significativi popolamenti di Italia. Cioè quello che il progetto finisce per alterare nella struttura e composizione della faggeta sono proprio i valori ambientali e paesaggistici alla base del riconoscimento delle Faggete Vetuste dell’UNESCO. La sommatoria degli impatti derivante dalle piste e dai tagli in maniera semplicistica è stato dichiarato inesistente e non si è passati, incredibilmente, ad una Valutazione di Incidenza appropriata, che può essere solo considerata nella interezza complessiva degli interventi e nel loro effetto cumulativo. Ci piacerebbe conoscere le relazioni di incidenza allegate ai progetti per capire se ad es. riportano la densità, la presenza di alberi nido, la distribuzione nell’area di specie di fauna nidificante rarissime come picchio rosso mezzano, balia dal collare, tordo bottaccio, ecc., l’impatto sull’unica comunità pugliese di pipistrelli forestali, sul capriolo italico, sul gatto selvatico, sul moscardino e su tante altre specie di invertebrati, tutte legate per la loro sopravvivenza proprio alle faggete mature e al legno morto che invece si vuole eliminare, andando verso una semplificazione della struttura del bosco. Il progetto appare contrario agli obbiettivi di gestione di un Parco Nazionale e della ZPS-ZSC “Promontorio del Gargano” protetta dalla UE. Per altro emerge un altro interrogativo visto che nel frattempo con la Determina n. 434/2021 (quasi contestuale ai pareri di Valutazione di incidenza) l’Autorità regionale di Gestione del P.S.R. ha revocato all’ARIF i finanziamenti in transizione dal PSR 2007/2013 proprio quelli della Misura 226, Az.1 per €7.375.882,30 dei quali ARIF deve restituire l’anticipo già percepito di € 3.687.941,20 più un ulteriore 10%. Il finanziamento revocato comprende gli interventi in questione (visto che nella determina non sono riportati)?  In ogni caso, al di là dei pareri favorevoli di Valutazione di Incidenza sugli interventi, che meriterebbero di essere revisionati in regime di autotutela, il recente nulla osta negativo del Parco Nazionale in merito all’apertura di nuove piste tagliafuoco per 48 Km proprio in ragione dell’importanza dell’area consacrata con il riconoscimento UNESCO, impone, a maggior ragione, che il Parco si esprima coerentemente con un nulla osta negativo in ordine ai 200 ettari di diradamento. Foggia, 27.9.21

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Mega Eolico: la Provincia di Foggia continua ad approvare progetti insostenibili.

eolico TroiaConsorzio ProOfanto, Italia Nostra e LIPU: “Nostre deduzioni ignorate.  Regione intervenga, una buona volta!”

Da tempo la Capitanata sta vergognosamente soccombendo sotto l’aggressione spregiudicata di società eoliche. Queste hanno ben intuito il ventre molle della Provincia di Foggia, improvvidamente delegata oltre 10 anni fa dalla Regione Puglia alla valutazione ambientale di progetti fino a 30 MW di potenza. Il settore Ambiente della Provincia non esita ad approvare uno dei peggiori impianti di sempre, con il consueto copione della riduzione delle macchine, poi compensate dal raddoppio della potenza. L’ennesimo caso è un progetto della Daunia Work (Srl nata dal gruppo della Margherita srl, società che ha spadroneggiato da sempre in Capitanata con mega eolico e fotovoltaico): 4 torri eoliche da 185 m di altezza e quasi 4 MW l’una, sulle colline che dominano l’Ofanto e l’invaso di Capacciotti, al confine tra Ascoli Satriano e Cerignola, a ridosso del Parco regionale dell’Ofanto e del Sito di Importanza Comunitaria “valle d’Ofanto”.  Un impatto paesaggistico e territoriale intollerabile, in continuità con altre macchine che la Provincia aveva autorizzato alla stessa Margherita srl (con un altro parere, ad avviso degli ambientalisti, censurabile), aggravando un effetto cumulativo che la stessa Provincia incredibilmente ha omesso di considerare, in spregio ai valori del PPTR, rinnegando i valori paesaggistici dello stesso PTCP – Piano Territoriale Coordinamento Provinciale - e in palese distonia con il Contratto di fiume Ofanto/Ente Parco/Prov. BAT che persegue la tutela, la valorizzazione territoriale e la mobilità dolce nelle medesime aree. Come se non bastasse, senza applicare la Valutazione di Incidenza ! Sebbene il procedimento fosse già avviato, LIPU, Italia Nostra e Consorzio ProOfanto hanno a più riprese evidenziato gravi carenze, omissioni, irregolarità del progetto, incredibilmente avallate dal Comitato VIA e dal Settore Ambiente che lo sovrintende. Studi privi di rigore scientifico hanno sminuito l’effetto detrattore a carico del Parco Regionale dell’Ofanto, gli effetti su Nibbio reale, Nibbio bruno, Lanario, Grillaio, Biancone, Albanella minore ed altre specie minacciate, l’impatto paesaggistico pesantissimo e cumulativo sul territorio circostante, sui tratturi e masserie storiche, sul complesso monumentale di Torre Alemanna, sul lago Capacciotti, sulla valle dell’Ofanto e ovviamente sul confinante territorio lucano (inesistente secondo la Provincia!), dove, paradossalmente, la Regione Basilicata ha invece adottato un vincolo per fermare questi impianti a tutela dell’Ager venusinus. Malgrado le oltre 40 pagine di deduzioni puntualissime e incontrovertibili di LIPU, Italia Nostra e Consorzio ProOfanto, la peggiore Provincia d’Italia non fa altro che favorire i signori dell’eolico. E cosi, e solo dopo richieste della Regione, il dirigente del settore Ambiente dr. D’Attoli e i membri del Comitato VIA hanno formalmente dovuto richiamare le osservazioni dalle citate Associazioni, ma senza esprimere alcuna analisi; 3 righe, soltanto (!), per confermare semplicemente il parere ambientale positivo a favore della società. Insomma, uno sforzo “titanico” e una gestione “esemplare” del territorio ! Su prescrizione della Regione, inoltre, il dirigente D’Attoli, che pretendeva di assolvere con il solo parere di VIA anche alla compatibilità paesaggistica ai sensi del PPTR (!) è stato costretto a valutare in maniera specifica tale aspetto. Purtroppo anche i membri della Commissione Paesaggio provinciale insieme al dirigente D’Attoli, esprimevano ancora un atto favorevole alla società in plateale omissione delle controdeduzioni degli ambientalisti. E ancora, le stesse Associazioni hanno fatto notare anche un parere negativo della Provincia BAT (DD 1233 del 3.11.2017), per di più consolidato da una sentenza TAR (n.40 del 7.1.2021). Questi atti argomentavano proprio con analoghe controdeduzioni un diniego esemplare, in toto e senza riduzioni farlocche, ad un altro progetto eolico sull’opposto versante ofantino sud (Canosa di P.), con 7 macchine di taglia inferiore (1 MW e 100 m di h) e in un’area meno critica. Nemmeno per tale incoerenza la Provincia ha agito.  “BASTA superficialità sulla “pelle” del territorio! – affermano Enzo Cripezzi/Lipu, Pina Cutolo/Italia Nostra e Michele Marino/Consorzio ProOfanto – la Provincia di Foggia continua a favorire questi impianti, saturando il territorio. Come è possibile che gli stessi valori e perfino le stesse aree (!), bistrattate dalla Provincia di Foggia, siano invece tutelati con pareri negativi dalla Regione Puglia in altri progetti a VIA nazionale? La politica Regionale – concludono gli ambientalisti - sia parte attiva in questa ed altre vicende poco chiare. Impugni gli atti illegittimi, rimuova la disastrosa delega alle Province, irrobustisca il Regolamento Regionale in materia! E al Presidente della Provincia, Nicola Gatta, chiediamo: per quanto ancora la Capitanata dovrà subire questo modus operandi?”. Foggia, 30.8.2021       Consorzio ProOfanto – Italia Nostra Fg – LIPU Fg

La bellezza non deve soccombere

Appello  al  Governo  Italiano
  È necessario guardare [caption id="attachment_3182" align="alignright" width="300"]Daunia rurale - ph Lipu Fg Daunia rurale - ph Lipu Fg[/caption] con favorevole attenzione il proposito internazionale di mitigare le emissioni di CO2 nell’atmosfera attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili e non inquinanti di energia. Infatti sarebbe sbagliato sottovalutare il valore di ogni tentativo virtuoso volto a indicare un possibile cammino verso l’uscita dalla crisi climatica che attanaglia il destino degli abitanti del Pianeta.  Ciò tuttavia non significa accettare acriticamente che questo scopo venga considerato senza eccezioni come sovradimensionato rispetto ad altre, egualmente inaggirabili, priorità. Purtroppo non è ingiustificato il timore che le priorità culturali, legate alla storia, agli affetti identitari, alla biodiversità, alla consapevole interiorizzazione della bellezza naturale, stiano per essere stritolate dagli ingranaggi del Recovery Plan. Questo grandioso progetto, volto verso un futuro sostenibile, appare oggi condizionato da vecchie soluzioni industrialiste, artatamente riverniciate di verde e sostenute da potenti lobbies, entro le quali spesso si sono infiltrati gli interessi della malavita organizzata. La strada non può essere questa. Appare dunque opportuno e necessario ribadire oggi, prima che sia troppo tardi, che le emergenze architettoniche, le testimonianze archeologiche e storiche, i paesaggi identitari, gli ambienti naturali con fauna e flora protette da norme e direttive comunitarie, gli stessi panorami, vanno tutelati e dovranno continuare ad essere tutelati, anche nei loro valori estetici, senza cedere a provvedimenti maldestri e devastanti, giustificati dall’iper-enfatizzazione dell’emergenza. Certo, l’emergenza è reale, ma non può essere usata come lasciapassare per giustificare a priori qualunque manomissione. Se appare inevitabile giungere a compromessi, è necessario pretendere chiaramente che tali compromessi vengano affrontati e risolti su un reale piano di parità tra le diverse esigenze e non, come sembra stia accadendo, riproponendo lo schema del “Superior stabat lupus”. In particolare, con questo documento intendiamo esprimere il nostro pieno appoggio all’opera meritoria delle Soprintendenze, vere sentinelle sul territorio, al Ministero dal quale dipendono, nonché a quelle associazioni ambientalistiche che – pur favorevoli in linea di principio al ricorso alle rinnovabili – portano avanti da anni la difesa del patrimonio culturale italiano, della biodiversità, delle aree naturali protette, del significato dei paesaggi identitari, ad onta del tenace disinteresse dei media per tali problemi e dell’esplicita diffidenza dello stesso Ministro della Transizione Ecologica. Le suddette associazioni da tempo avevano avanzato la richiesta dell’istituzione di un tavolo tecnico nazionale, delegato a stabilire dove gli impianti industriali per la produzione di energia dal sole e dal vento possono essere previsti senza arrecare danni ad altri valori, e dove invece non dovranno essere realizzati né ora né in futuro. Da come il ministro Franceschini e il Governo avranno attenzione per i valori sanciti dall’Articolo 9 della Costituzione dipenderà il destino di buona parte del paesaggio, della biodiversità e della ricchezza culturale dell’Italia. Un sentito plauso va dunque al presidente Sergio Mattarella, il quale proprio in questi giorni ha pubblicamente dichiarato che “gli insulti al paesaggio e alla natura, oltre a rappresentare un affronto all’intelligenza, sono un attacco alla nostra identità”.  Non si poteva dire meglio. Firmano: Carmine Abate, scrittore, opinionista, romanziere Maria Giulia Amadasi Guzzo, già ordinario di Epigrafia Semitica, Sapienza Università di Roma Paolo Berdini, urbanista e saggista Luisa Bonesio, già ordinario di Estetica e Geofilosofia del Paesaggio, Università di Pavia Salvatore Bragantini, economista, editorialista, già commissario CONSOB Duccio Canestrini, docente a contratto di Sociologia e antropologia del Turismo, Università di Pisa Carlo Spartaco Capogreco, storico, ordinario Università della Calabria Andrea Carandini, presidente FAI, già ordinario di archeologia classica, Sapienza Università di Roma Giovanni Carbonara, professore emerito di Restauro architettonico presso Sapienza Università di Roma Andrea Carlino, ordinario di Storia della Medicina, Università di Ginevra Gianluigi Ceruti, avvocato, già deputato, estensore della legge 394/91 Paolo Cognetti, scrittore, vincitore del premio Strega 2017 Piero Craveri, storico, già ordinario di storia contemporanea Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Davide Delfino, archeologo Vezio De Lucia, architetto, urbanista, Sapienza Università di Roma Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del Lavoro, Sapienza Università di Roma Mirella Di Giovine, architetto paesaggista Donatella Di Pietrantonio, scrittrice, vincitrice del Premio Campiello 2017 Vittorio Emiliani, opinionista, giornalista, Presidente del Comitato per la Bellezza Giuliana Ericani, museografo, membro del direttivo ICOM Massimo Frezzotti, già responsabile dell’unità Antartide; presidente comitato glaciologico italiano, ordinario di geologia per la transizione energetica, Università Roma Tre Simone Gozzano, prorettore vicario Università dell’Aquila, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza Pierluigi Giorgio, regista, attore Alessandro Gogna, scrittore e guida alpina Carlo Alberto Graziani, già ordinario di Istituzioni di Diritto privato, Università di Siena Maria Letizia Gualandi, ordinario di Archeologia, Università di Pisa Maria Pia Guermandi, archeologa, IBC responsible for cultural heritage European projects Domenico Iannacone, giornalista RAI Ferdinando Laghi, presidente internazionale di ISDE, Associazione Medici per l’Ambiente Cesare Lasen, già presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, botanico e protezionista Sandro Lovari, professore senior di Conservation Biology, Università di Siena Ugo Mattei, ordinario di Diritto Civile, Università di Torino Laura Marchetti, antropologa culturale, docente di Didattica delle Culture, Università di Foggia Giovanna Marini, musicista, ricercatrice di canto popolare Francesco “Pancho” Pardi, già senatore della Repubblica, ordinario di Urbanistica, Università di Firenze Rita Paris, già Direttore parco archeologico Appia Antica, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna e Storia del territorio e dell’ambiente, Università del Molise Franco Pedrotti, già presidente Società Botanica Italiana, professore emerito di botanica e ecologia, Università di Camerino Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione Urbanistica, Politecnico di Milano Antonio Pinelli, professore emerito di Storia dell’Arte Moderna, Università degli Studi di Firenze Matteo Righetto, scrittore e romanziere Francesco Scoppola, architetto, già direttore generale Antichità e Belle Arti del Ministero dei beni e delle attività Culturali e del turismo Lapo Sestan, professore di Storia della Russia, Università L’Orientale, Napoli Salvatore Settis, professore emerito, Scuola Normale Superiore di Pisa, storico dell’arte antica Stefano Sylos Labini, dirigente ENEA Francesco Tomatis, professore ordinario di Filosofia Teoretica, Università degli studi di Salerno Chiara Valerio, scrittrice e matematica, conduttrice radio Giuliano Volpe, ordinario di archeologia del Mediterraneo tardo antico, Università di Foggia, già Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali, Mibac Adesioni raccolte da Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness Italia