LIPU: 3 Oasi di Protezione per la ZPS del manfredoniano
[caption id="attachment_3124" align="alignright" width="284"] appostamento di caccia[/caption] Con la cosiddetta “pre-apertura”, in Puglia la caccia è iniziata per diverse specie già al primo di settembre. Ai sensi del Calendario Venatorio, dal 1 ottobre è aperta la caccia anche ad Allodole e uccelli acquatici (anatre in particolare). La ZPS (Zona di Protezione Speciale) “Paludi presso il Golfo di Manfredonia”, definita ai sensi delle direttive comunitarie, ospita zone umide tra le più importanti del Mediterraneo ed è particolarmente esposta a questo genere di attività venatoria, sia a carico delle specie interessate che di molte altre che subiscono disturbo, se non caccia di frodo. Sebbene la politica delle istituzioni sia tutt’altro che all’altezza delle necessità di tutela (link) delle emergenze faunistiche, la ZPS e la Capitanata può ora beneficiare di 3 Oasi di Protezione richieste ed ottenute dalla LIPU nel Piano Faunistico Venatorio regionale (link). Si tratta di 3 aree caratterizzate da grandi potenzialità faunistiche e per contro da intensa attività di caccia, oltre che di bracconaggio. Le zone sono strategicamente individuate sul territorio della ZPS nell’ambito della pianificazione della gestione faunistico venatoria , da anni invocate dalla LIPU alla Regione. Precisamente si tratta di : Oasi di Protezione Lago Salso (link) - per circa 589 Ha, realizza una fascia di rispetto ampia fra 300 e 650 m sui versanti sud ed est della omonima zona umida, funzionale a prevenire il fenomeno del bracconaggio sull’area Parco del lago Salso ma anche a tutela di mosaici agrari e dell’area costiera (al netto delle urbanizzazioni turistiche), particolarmente frequentati in inverno da aironi, anatre, Allodole, Gru e Chiurli. L’Oasi era stata prevista su iniziativa dalla stessa Regione già nella bozza di Piano Faunistico Venatorio (maggio 2018) ma con un perimetro inadeguato e modificato (bozza di Piano rev maggio 2019) sposando la proposta della LIPU. [caption id="attachment_2509" align="alignright" width="284"] Moretta tabaccata uccisa da bracconaggio[/caption] Oasi di Protezione Foce Carapelle (link) - per circa 82 Ha. L’area è caratterizzata da un ambiente lagunare costiero con acqua salmastra e pantani retrodunali a sud del villaggio Ippocampo. Annovera specie faunistiche nidificanti (Fraticello, Fratino, Cavaliere d’Italia, Gabbiano roseo, ecc) di prioritario interesse oltre che molte specie di passo e svernanti (limicoli, anatre, fenicotteri). La presenza faunistica purtroppo è sempre stata precaria a causa della caccia di frodo con appostamenti fissi sulla spiaggia, oltre che disturbo e alterazioni delle preziose praterie di salicornia (habitat di interesse comunitario). Oasi di Protezione Canale Regina (link) - per 237 Ha a sud di Zapponeta, contigua alle Riserve Naturali Statali “Combattenti” e “Saline di Margherita di Savoia” e alla Azienda Faunistico Venatoria “S. Floriano”. Di assoluta importanza sia per strategica posizione nella prevenzione del pesante bracconaggio alle zone umide confinanti che per la spiccata vocazione faunistica annoverando, a seconda dei periodi, falchi di palude, grillai, anatre, occhioni, chiurli e centinaia di Gru. La ZPS e queste Oasi di Protezione ricadono in uno dei peggiori Black Spot italiani del bracconaggio (Coste e zone umide pugliesi), individuati nel “Piano d’azione Nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici” (sottoscritto in conferenza Stato Regioni). Non a caso anche i Carabinieri Forestali (Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Ufficio Comando di Roma), impegnati nella gestione delle Riserve dello Stato e in attività di controllo e repressione degli illeciti contro la biodiversità, nel 2018 si esprimevano autorevolmente a favore della protezione di tali aree nei confronti della Regione, evidenziando tra l’altro che queste “…costituiscono territori cruciali per la tutela dell’avifauna presente nelle Riserve di eccezionale valore zoologico. L’istituzione delle oasi di protezione renderebbe più efficaci i controlli e le azioni per prevenire il bracconaggio e avrebbe cosi sensibili ricadute positive anche sullo stato di conservazione delle aree protette.”. “Un risultato di estrema importanza per la biodiversità in Capitanata, - commenta Enzo Cripezzi della LIPU pugliese - frutto di un impegno volontaristico, qualificato e decennale con cui sono state ricercate, istruite e trasmesse le argomentazioni, dimostrando il valore esponenziale delle aree sul piano conservazionistico oltre che le minacce da bracconaggio e usi impropri”. Sebbene non sia giuridicamente vincolante ai fini del divieto venatorio (il cacciatore è tenuto a conoscere i confini delle aree protette) si spera che al più presto sia realizzata la tabellazione perimetrale di tali aree. Foggia, 4.10.22 LIPU OdV – sezione prov.le FoggiaArchivi tag: lago salso
Manfredonia, non c’è pace per la zona di S. Spiriticchio. E non solo!
LIPU, una domanda ai Candidati Sindaci.
A braccetto con il progetto di mega impianto industriale Energas, nella stessa località di S. Spiriticchio arriva la richiesta di grandi impianti fotovoltaici. E’ il nuovo cancro al territorio della Daunia, nei cui confronti la politica continua irresponsabilmente a guardare, se non complice. E infatti anche nell’agro manfredoniano sono centinaia (!!) gli ettari aggrediti con proposte oscene di simili impianti che rischiano di stravolgere l’assetto territoriale, sulla scia di una speculazione altrettanto sconsiderata, quella eolica. E’ l’ennesima Srl emanazione di grandi compagini industriali che pescano a strascico in Capitanata, la Blu Solar - gruppo immobiliare Maresca Spa di Pescara -, ad avanzare una richiesta per una distesa fotovoltaica a S. Spiriticchio, a sud della SS89, in area contigua a quella pretesa da Energas e al Parco Nazionale del Gargano per oltre 13 ettari in ZPS. Anche in tale procedimento, in valutazione presso la Provincia di Foggia, ancora una volta la LIPU ha presentato controdeduzioni a tutela delle emergenze faunistiche e contro la piaga del consumo di territorio. Per altro rilevando che ci sono ulteriori due progetti nella stessa zona, contigui all’area industriale a nord della SS89 : uno da oltre 8 ettari , della stessa BluSolar, più uno da oltre 2 ettari. Ma la LIPU rileva come sia tutto l’agro manfredoniano oggetto di numerose istanze per enormi impianti fotovoltaici, già in iter autorizzativo al Servizio VIA della Provincia di Foggia e che rischiano di assoggettare oltre 900- 1000 ettari agrari di grande importanza naturalistica, stante la grave superficialità dell’azione valutativa dimostrata ad oggi da questo Ente. “Sarebbe intollerabile – ha affermato emblematicamente la LIPU a conclusione delle articolate osservazioni - vedere distese fotovoltaiche al suolo e poi, a pochi passi, le coperture immacolate di capannoni industriali “! Questa è l’ennesima dimostrazione del totale fallimento della cosiddetta “compensazione ambientale”, operata in ossequio alla condanna comunitaria conseguente alla procedura di infrazione innescata dalla LIPU, a causa degli abusi perpetrati con l’insediamento della zona industriale manfredoniana nella ZPS pedegarganica. “Ricordo bene, essendo stato parte attiva di quel processo e avendo partecipato direttamente ai tavoli concertativi – specifica Enzo Cripezzi, della LIPU di Capitanata – come le istituzioni (Regione e Comune) decisero di nascondere la polvere sotto il tappeto prevedendo, poi, pseudo “compensazioni” al lago Salso con mezzo milione di euro (!), senza nemmeno arginare le pretese di alterazione territoriale nella ZPS, puntualmente avanzate ancor oggi da società come Energas.” Tutelare l’ambiente e salvaguardare l’integrità territoriale è il primo comandamento per mantenere posti di lavoro veri e favorire un’economia sana e resiliente (questione Enichem docet). Allora rivolgiamo una domanda ai Candidati Sindaci di Manfredonia, chiedendo loro di rispondere solennemente ma soprattutto con rispetto futuro delle eventuali affermazioni. La vertenza della Lipu insieme alla comunità cittadina sulla questione Energas sancisce come da oltre 20 anni Manfredonia non conosca pace sulla zona di S. Spiriticchio. E mai ne conoscerà! Perché quell’area, senza tutele specifiche, continuerà a fare gola alle società energetiche fino a quando non sarà occupata. I Candidati Sindaci non ritengono di voltare pagina e mettere, almeno qui, finalmente la parola fine ai reiterati assalti restituendo questa zona al Parco Nazionale del Gargano, con espressa richiesta di reintegrarla nella perimetrazione ? Foggia, 29.10.2021 LIPU OdV – Sezione prov.le FoggiaLago salso: l’altra verità !
Sta diventando stucchevole il tam tam lanciato in questi giorni per evitare la liquidazione della “SpA lago Salso”, con l’obiettivo di cedere l’intero pacchetto azionario della società in quota all’Ente Parco del Gargano a vantaggio del socio privato di minoranza, Centro Studi Naturalistici. Si può comprendere l’enfasi di quest’ultimo, più che “interessato” alla vicenda, ma non è etica la mistificazione oltre ogni limite ergendosi quasi a padreterni dell’ambientalismo, nei confronti di una opinione pubblica non strutturata sia culturalmente che sul piano della conoscenza. “E’ bene riportare almeno qualche informazione più aderente alla serietà - evidenzia Enzo Cripezzi della LIPU pugliese -".
I falchi Grillai al lago Salso ci sono arrivati grazie a una dinamica di espansione spontanea della popolazione che ha interessato questa come altre zone daune, cosi come dimostrano indagini sulla specie. Semmai il Centro Studi con uno dei suoi Life avrebbe dovuto insediare due colonie di questa specie a Monte S. Angelo e S. Giovanni… Ma quando il fallimento di tali obiettivi era evidente si liberarono individui presso il lago Salso per vantare impropriamente qualche merito confidando in realtà nell’espansione spontanea della specie sul Tavoliere.
La Cicogna iniziò anch’essa a nidificare spontaneamente in zona e decine di individui ormai estivavano sulla pedegarganica lasciando presagire nuove nidificazioni cosi come stava avvenendo in altre zone d’Italia. L’oneroso programma di insediamento della specie nell’oasi lago Salso ha avuto solo il merito di accellerare questa dinamica, per altro con tecniche di detenzione di animali vivi mentre altrove si ottenevano gli stessi risultati con sagome per simulare gli animali. Animali vivi che rimasero in una detenzione penosa, anche a fine progetto: con la pretesa che potessero rimanere in cattività (con relativi costi di gestione) senza alcuna finalità conservazionistica oggettiva, furono spostati a zimbello delle scolaresche nelle voliere (anch’esse nell’Oasi) del centro recupero della Provincia che cosi rimase con il “cerino” in mano, fino alla morte di qualche esemplare, il subentro della Magistratura e l’affidamento di 11 esemplari alla LIPU con relativa riabilitazione e liberazione.
Le roboanti 1500 Gru che “svernano a lago Salso” vanno anch’esse raccontate: lo svernamento di migliaia di esemplari in Italia è un recente fenomeno che localmente non è affatto circoscritto al lago Salso ma, anzi, ha epicentro (dormitori) in un ben più vasto comprensorio che comprende tutte le zone umide costiere del Golfo e aree interne, come ben sanno esperti e appassionati. Cosi come la Lontra non è giunta a lago Salso con la bacchetta magica di qualcuno bensì grazie alla dinamica espansiva della specie che, dopo i degradi ambientali anni 60, sta lentamente ripopolando areali storici tramite, ma non solo, il reticolo idrografico, come dimostrano anche i 5 esemplari deceduti (di cui 4 rinvenuti e recuperati dalla LIPU) sulla litoranea tra lago Salso e torrente Cervaro.
I prati allagati realizzati nella superficie aziendale del lago Salso con il Life “lago Salso” rappresentano una azione di rispristino ambientale di indubbio interesse rispetto ai seminativi preesistenti. Tuttavia non si può sottacere che la vocazione all’impaludamento di quei terreni avrebbe favorito un analogo progetto condotto da qualsivoglia altro soggetto radicato nella gestione dell’area. Per contro con quel progetto furono realizzate anche opere di regolazione idraulica che paradossalmente hanno determinato la sofferenza e il prosciugamento nella “valle di mezzo” con gravi conseguenze.
Ancora con il vantato Life “zone umide sipontine” sarebbe stato più coerente se nella zona Riservetta non si fossero cancellati quasi 10 Ha di prezioso habitat prioritario a salicornieti per realizzarci un altro habitat prioritario poi da celebrare. Lo stesso Life si prefiggeva di recuperare 110 Ha dell’originario habitat alofilo (steppe salate mediterranee) nella Riserva Frattarolo. Al contrario oggi si può prendere atto perfino di un peggioramento del trend di riduzione di quell’habitat e l’area continua a evolvere in un immenso canneto.
Tra i meriti vantati vi è poi la conversione in pascolo di 280 ettari agricoli aziendali del lago Salso. Questa fu una delle misure concordate anni fa da Comune e Regione (con ½ Mln di euro) per ottemperare alla condanna comunitaria e compensare il danno perpetrato nella ZPS pedegarganica dall’industrializzazione del contratto d’area. Alla LIPU fu proposto di collaborare per definire azioni per chiudere l’infrazione comunitaria. “Declinammo l’invito – ricorda Cripezzi - consapevoli che quella che doveva essere una azione esemplare sia per coerenza scientifica che deterrente per evitare futuri degradi, era invece una operazione finalizzata a chiudere la partita con la medaglietta della legittimazione”. Realizzare pascoli aridi in una zona soggetta a naturale impaludamento era come pretendere di compensare un campo di patate con una risaia! Ci pensò il Centro Studi a fare da salvagente e a prestarsi anche per quella misura (consolidandosi nella SpA). E come temuto dalla LIPU, la goffa chiusura della vertenza comunitaria richiamò in carreggiata Energas con la pretesa di poter industrializzare l’area a sud di quella già compromessa.
Ennesimo vanto fuori luogo al lago Salso, il Life “Tetrax” per la reintroduzione delle Galline prataiole, che la Commissione Europea ha troncato, respingendo anche le controdeduzioni, con la chiusura anticipata (!) e taglio dei finanziamenti per incapacità gestionali, non senza richiamare mancanze e responsabilità riconducibili al beneficiario Centro Studi, con affermazioni eloquenti: ... Dopo più di 4 anni dall’inizio del progetto non è disponibile nemmeno una gallina prataiola allevata nella nursery, in quanto i tentativi di riproduzione sono falliti…. Appare inverosimile che 12 delle 14 uova non fossero fertili… I rapporti di monitoraggio sono insufficienti in quanto la descrizione contenuta al loro interno è povera e generica… E quindi il Centro Studi non solo, grazie all’affair “compensazione” da condanna comunitaria, aveva già “ripristinato” (!?) un presunto habitat prioritario di pascolo steppico (habitat 6220*) nell’area lago Salso, dove non potrebbe mai essere realizzato, ma…. prevedeva nella stessa area (!!!!) il ripristino di 280 Ha del medesimo habitat (di nuovo !) tra gli obiettivi ufficiali del Life “Tetrax”. E oggi si ha la pretesa di chiedere il sostegno a titolo di “post-Life” anche se il Life è stato chiuso anticipatamente dalla CE senza il raggiungimento di uno solo degli obiettivi dichiarati nel progetto!
Infine, la minacciosa previsione: senza la SpA 100% al Centro Studi, il lago Salso sarebbe preda di speculazioni con svendita della proprietà comunale a privati. Grottesco quanto comico se si pensa che l’area è plurivincolata, gravata perfino da usi civici e non ha più grandi superfici agricole “produttive”.
“La politica ambientale è una cosa seria! – conclude Cripezzi - Ancor più seria dovrebbe essere quella ambientalista di una “associazione”. Definizione opinabile se come nel caso del Centro Studi Naturalistici si fa dell’ambiente un prioritario settore di guadagno, forse legittimo ma non senza conflitti di interesse, con operazioni disinvolte, perfino con studi ambientali al servizio di numerosi piazzisti di pale e pannelli. Che sarebbe già discutibile per un professionista, se tali studi si prestassero indebitamente a legittimare impianti in territori delicati o oltre misura. E’ deprecabile se fatto come “associazione” di tutela ambientale.
E’ quindi stonato e fuorviante il tam tam per “salvare” NON il lago salso ma la sua SpA (!!), strumento spiccatamente privatistico (non soggetto alla trasparenza di un Ente pubblico) e quindi discutibile per gestire un’area pubblica, che inizialmente fu creato non per quali lungimiranti obiettivi gestionali del compianto Fusilli (chiamato strumentalmente in ballo), bensì per dare impulso al coinvolgimento di una coop di 40 LSU di Manfredonia a cui poi subentrò il Centro Studi nel 2009. E’ legittimo parteggiare per qualunque posizione ma non è tollerabile che si predichino narrazioni romanzate (spesso prive di fondamento) come realtà assolute dietro le quali ci sono altre verità.
Foggia, 18.12.2019 LIPU onlus – coord della Puglia
TORNA IL 6 e 7 OTTOBRE L’EUROBIRDWATCH, IL PIU’ IMPORTANTE EVENTO EUROPEO DEDICATO AL BIRDWATCHING.
LIPU E CORPO FORESTALE DELLO STATO APRONO OASI E RISERVE
DOMENICA 7 OTTOBRE Appuntamento con la LIPU alla zona umida LAGO SALSO Torna sabato 6 e domenica 7 ottobre 2007 l’“EuroBirdwatch”, il più grande evento europeo dedicato al birdwatching. La manifestazione, che si svolgerà contemporaneamente in 28 Paesi europei, si terrà in Italia nelle 32 Oasi e Riserve gestite dalla LIPU e in altre decine di siti naturalistici (parchi, riserve, siti di Rete Natura 2000, aree importanti per gli uccelli “IBA”), fra cui 42 riserve naturali dello Stato gestite dal Corpo Forestale dello Stato. Localmente, la sezione prov.le della LIPU di Foggia, con il patrocinio del Comune di Manfredonia e del Parco Nazionale del Gargano, organizza l’EUROBIRDWATCH nella giornata di DOMENICA 7 OTTOBRE . L’appuntamento è per le ore 9.30 presso l’ingresso dell’OASI LAGO SALSO nel Parco Nazionale del Gargano, sulla Strada statale litoranea 159 (Manfredonia - Margherita di Savoia) al km 7,2. I partecipanti saranno accolti ed accompagnati da esperti LIPU ad osservare gli ambienti e gli animali che abitano una delle più importanti zone umide del Mediterraneo con particolare attenzione per gli uccelli migratori. Eurobirdwatch 2007 ha il patrocinio del Ministero Tutela Ambiente Territorio e del Mare, di Federparchi (l’associazione che riunisce 160 organismi di gestione delle aree protette in Italia) e del Corpo Forestale dello Stato, che partecipa all’evento con numerose riserve naturali che gestisce sul territorio nazionale. L’EuroBirdwatch, coordinato da BirdLife International, la più grande rete mondiale di associazioni per la tutela della natura e degli uccelli selvatici (LIPU è il rappresentante italiano), prevede il coinvolgimento di tutti i partecipanti che registreranno su apposite schede gli uccelli selvatici avvistati. Tali schede verranno inviate, tramite i coordinatori delle singole escursioni, a BirdLife International per un conteggio complessivo a livello europeo. L’operazione fornirà dettagli sulla migrazione degli uccelli (quanti individui e quali specie solcheranno in quei giorni i cieli d’Europa) e inoltre ci dirà molte cose sullo stato di salute della natura nel nostro Paese, in quanto gli uccelli selvatici sono efficaci e riconosciuti indicatori della qualità dell’ambiente che ci circonda. “Il pubblico partecipante, - sottolinea la LIPU - potrà così ammirare la bellezza degli uccelli selvatici direttamente nel loro ambiente naturale e conoscere da vicino lo straordinario fenomeno della migrazione, che vede milioni di uccelli selvatici lasciare ogni anno in autunno l’Europa diretti verso aree più calde dove passare l’inverno”. Quest’anno l’EuroBirdwatch è dedicato agli uccelli migratori e al loro habitat. La migrazione autunnale degli uccelli, che a centinaia di milioni si spostano da un continente all’altro, la presenza di specie rare e le grandi concentrazioni offriranno spunti eccezionali: in Italia saranno ancora visibili i migratori in partenza per l’Africa, come il Falco della regina, l’Airone rosso, il Lodolaio e l’Usignolo, ma anche tanti animali che nel nostro Paese si fermano a svernare. All’EuroBirdwatch del 2006 parteciparono in Europa quasi 50mila persone, impegnate in 1.200 eventi. Oltre due milioni furono gli uccelli osservati in tutta Europa (appartenenti a oltre 250 specie) di cui 103mila in Italia (176 specie). L’elenco completo degli eventi è pubblicato sul sito Internet www.lipu.it .PER INFORMAZIONI sull’evento in Capitanata: E-mail lipu.fg@tin.it
LIPU - Sezione prov.le - Foggia, 3 ottobre ’072 E 3 OTTOBRE 2004: GIORNATE MONDIALI DEL BIRDWATCHING
IN ITALIA LA LIPU PROPONE AL PUBBLICO LE AREE NATURALI DEL PAESE
Domenica 3 Ottobre 2004 Giornata mondiale del birdwatching in Capitanata"Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui" - Federico II di Svevia
Amati dalla vita, odiati dall’uomo... Meta di grandi uomini come Federico II ma tanto odiati e distrutti da uomini piccoli.
“Isole d’acqua in un mare di terra”, paludi, stagni o specchi di acqua naturali, permanenti o temporanei costituiscono un ambiente di grande rilievo ecologico in cui la varietà di specie supera qualsiasi altro ambiente naturale.
Tra le specie animali presenti, molte sono legate alle zone umide, pensiamo ad esempio alle popolazioni di insetti e agli anfibi. Per moltissimi uccelli sono insostituibili zone di nidificazione, mentre per altri sono territori di alimentazione. E’ noto l'importante ruolo che le zone umide hanno come stazioni di passaggio nelle rotte degli uccelli migratori. Tale valore naturalistico che travalica i confini delle singole nazioni, facendo delle zone umide una risorsa d'importanza internazionale, ha trovato riconoscimento nella Convenzione di Ramsar (1971) che impegna i Paesi firmatari, tra cui l'Italia, a tutelare questi ambienti. Insieme ai volontari della LIPU passeremo una entusiasmante giornata a contatto con la natura e i suoi abitanti visitando gli ambienti umidi di Capitanata per scoprire cosa si fa per proteggere questi ambienti sempre più rari e accompagnati da coloro che sono in prima fila nella lotta per la loro conservazione. PROGRAMMA: h. 9.30 appuntamento presso l’ingresso dell’Oasi “LAGO SALSO” (S.S. 159 Manfredonia-Margherita di S. al km. 7,7) escursione nell’Oasi e visita del Centro di riproduzione del Gobbo rugginoso visita alla Riserva delle Saline di Margherita di Savoia h. 14.00 pranzo a sacco nelle aree attrezzate da portare con se: Binocolo, abbigliamento comodo e adatto alla stagione in corso, macchina fotografica/videocamera, taccuino per gli appunti, … una bottiglia d’acqua e un buon panino! contatti: LIPU tel. .......... o .......... www.lipucapitanata.it mail: lipu.fg@tin.it Foggia, 30 settembre 2004