LIPU: Puglia prostituita tra prepotenze di Governo e ipocrisie di Regione e Province.
Con le falsità di certi media e della politica, stanno cancellando la Puglia dalle carte geografiche! “Come previsto – ricorda Enzo Cripezzi della LIPU pugliese – l’irresponsabile mancanza di iniziativa politica, soprattutto regionale, se non di deprecabile complicità, continua a spianare la strada alla speculazione territoriale, perfino con imposizioni autoritarie del Governo come quella del 3 dicembre scorso.”. Interessi per CENTINAIA di milioni di euro (ANNUI e NOSTRI !) si muovono silenziosamente a braccetto con CENTINAIA di nuovi procedimenti autorizzativi. Per di più, nell’oscurità degli uffici, senza alcuna concertazione o consapevolezza delle comunità locali. E’ la sintesi dell’ “ELENCO della VERGOGNA”, mai reso pubblico : una VALANGA dioltre 400 PROGETTI in ATTESA di AUTORIZZAZIONE presso le Province (delegate alle valutazioni dalla Regione), definita 2 mesi fa da dirigenti provinciali e regionali in audizione alla Commissione Regionale Bilancio presieduta dal consigliere FABIANO AMATI. Che, paradossalmente, ha pure invocato deregolamentazioni per favorire tali progetti, nella più totale ipocrisia. “Lo divulghiamo noi – denunciano alla LIPU - visto che Regione e Province non hanno uno straccio di sensibilità. Altri grattacieli eolici alti 250m e migliaia di ettari di fotovoltaico al suoloche stanno per estinguere quel che rimane della celebrata ruralità Pugliese. Ancor più aberrante, ben il 60% di queste nuove istanze è concentrato nel Foggiano dove solo il fotovoltaico occuperà ULTERIORI 15.000 ETTARI!” Un primato da PROVINCIA degli ORRORI,già stuprata da quasi 1500 torri eoliche e centinaia su centinaia di ettari di fotovoltaico e, come Ente territoriale, accondiscendente ad accogliere nuove istanze. I vari Amati non si accorgono (!) del morbillo di migliaia di impianti eolici e fotovoltaici che hanno GIA’ VILIPESO da anni la Puglia e il suo PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale)?!? Basterebbe guardare in giro. O la mappa su webgis regionale degli impianti realizzati, pur incompleta e non aggiornata da anni. A questi si aggiunge il fiume occulto di impianti AUTORIZZATI da queste Province, in primis quella di Foggia. Quindi NON VISIBILI MA PROSSIMI AD ESSERE REALIZZATI. MA… a questo colabrodo (impianti realizzati + autorizzati e in attesa di realizzazione localmente) SI AGGIUNGONO PROGETTI EOLICI OLTRE la SOGLIA dei 30 MW, quindi in iter di VIA ministeriale. Anche qui, PROGETTI PESSIMI e CARENTI …. approvati con gli “AIUTINI” (in spregio ai valori faunistici, ambientali e paesaggistici), per candida ammissione dello stesso dr. Atelli, Presidente della Commissione VIA nazionale (Sole24ore, 19.02.21) ! Di questi progetti nazionali, OLTRE 40 sono fermi a causa di pareri divergenti nella VIA nazionale da parte degli enti coinvolti. Ma dove ricadono questi progetti? In gran parte in PUGLIA e in particolare … ancora in CAPITANATA ! E tra le lagne pro rinnovabili il Ministro Cingolani STA PORTANDO IN CONSIGLIO dei MINISTRI per imporre umilianti APPROVAZIONI per DECRETO. Ancora ! L’ULTIMO, VERGOGNOSO INSULTO il 3 DICEMBRE scorso: ALTRE 4 MEGA CENTRALI EOLICHE per oltre 250 MW! Tutte nella Daunia (Cerignola, Ascoli S., Ortanova e Stornara). E quasi 100 MW nel potentino, già crocifisso come in Puglia. Il solito copione delle procedure ministeriali: Soprintendenze e/o uffici VIA regionali (NON i politici) esprimono valutazioni negative, la politica regionale fa propaganda del diniego senza aver mosso un dito, poi il Ministero Ambiente porta i pareri divergenti in CdM. Che impone le autorizzazioni. E la Regione? MUTA ! Infine, grazie a nuove deregolamentazioni e incentivi del Governo,le società del FOTOVOLTAICO hanno presentato a VIA nazionale (competente da qualche mese per impianti oltre 10 MW) quasi un centinaio di istanze su aree rurali, 52 NUOVI PROGETTIsolo in Puglia, di cui 28 ancora NEL FOGGIANO : ALTRI 1150 MW e 1800 ETTARI. Ma anche il Salento (il Brindisino in particolare) sarà massacrato. Nel barese, Spinazzola avrà uno schiaffo con oltre 200 ettari. Per non parlare della PROLIFERAZIONE di cosiddetti“mini” impianti (eolici e fotovoltaici) di sola concessione comunale, che “mini” NON LO SONO affatto! “Ribadiamo il nostro BASTA! SMETTETELA di seppellire l’identità dei luoghi ! MITE, Regione e Provincia DIANO CONTO di questa deriva intollerabile , RISPONDANO alla nostra richiesta di CONFERENZA PUBBLICA con i portatori di interessi collettivi – conclude Cripezzi - e Regione Puglia onori una buona volta il ruolo di Ente deputato al governo del territorio e, almeno, ricorra contro le ultime aggressioni!”. Intanto, dopo 230 MLD di sussidi, gli attuali 33.000 MW di eolico e fotovoltaico installati (quasi tutti nel Mezzogiorno) contribuiscono con un 3,5% sui consumi energetici totali del Paese (elettrico, trasporti, termico). Quanto basta per una riflessione! LIPU Puglia, 07.12.2021Archivi categoria: Regionali
Decreto Rinnovabili. Nuove aggressioni
Decreto rinnovabili: 25 settembre presentazione al MISE.
LIPU: senza dirottare i lucrosi sussidi, nuove aggressioni territoriali.
Martedì 25 settembre a Roma viene presentato presso la “Sala degli Arazzi” del Ministero allo Sviluppo Economico il famigerato Decreto incentivi FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) per la consultazione con gli stakeholders (VEDI nota MISE). Un provvedimento impacchettato dall’allora Governo Gentiloni per erogare lucrosi sussidi ventennali a nuovi impianti rinnovabili che sarebbero rovesciati senza criterio sul celebrato territorio italiano, già umiliato dalla pseudo politica energetica. Lo stesso Governo aveva varato una pessima Strategia Energetica Nazionale, in totale spregio alle leggi sulla V.I.A. , e di cui oggi il Decreto FER si fa forza. La bozza del Decreto, già avversato da un cartello di Associazioni Ambientaliste poiché chiaramente speculativo, anche in Puglia fu oggetto di una forte contestazione della LIPU che a marzo denunciava lo scempio in arrivo chiedendo al Governatore Emiliano di opporsi (com. stampa Fermate il Decreto, fermate i cannibali). Il provvedimento è stato quindi ripreso dal Governo Conte, ai cui Ministri di settore (Svi.Eco., Ambiente, Economia, BB.CC. e Turismo, Affari regionali, Affari Europei) 11 Associazioni Ambientaliste avevano trasmesso una nota del 22 giugno scorso (VEDI) per invocare una profonda revisione, richiamando dati incontrovertibili. A quell’istanza delle Associazioni non ha ancora fatto seguito alcun riscontro. Ne queste Associazioni sono state invitate alla giornata in questione, ad eccezione di Italia Nostra, a fronte di un nutrito parterre di associazioni di categoria. Con tutte le associazioni “interessate” che pregustano il sapore della torta finanziaria è facile immaginare gli esiti della consultazione!!! Infatti dietro il paravento della lotta ai gas serra vi sono le aspettative delle fameliche società energetiche, in primis eoliche, che non aspettano altro che nuovi, lucrosi sussidi per rovesciare altri impianti su territori martoriati e orfani di tutele, grazie all’atteggiamento penoso e complice della politica dell’ultimo decennio. L’evidente morbillo di pale e pannelli, rischia di essere enormemente aggravato: nuovi assalti di progetti scandalosi sono stati autorizzati o stanno per esserlo nelle procedure di VIA Ministeriale, Regionale o Provinciale a seconda della stratificazione normativa dell’ultimo periodo. E’ sufficiente visitare i siti internet dei servizi VIA per rendersi conto dell’aggressione in stile cavallette. Senza contare gli innumerevoli e occulti impianti inferiori a 1 MW non soggetti a VIA, malgrado di grossa taglia. E pensare che non mancherebbero certo le alternative al miserabile incremento di qualche “zerovirgola” che l’eolico offrirebbe ingurgitando nuovi fiumi di denaro. “Tutte le quasi 10.000 macchine eoliche che in gran parte stanno oltraggiando i territori rurali del Centro Sud – denuncia Enzo Cripezzi coordinatore della LIPU per Basilicata e Puglia – contribuiscono per l’1,5% del fabbisogno energetico totale del Paese. Un contributo miserabile, fallimentare, mentre i gas serra incalzano! Avremmo conseguito risultati ben più seri se le stesse risorse fossero state indirizzate privilegiando altre politiche energetiche invece di foraggiare la speculazione.” “Questo Decreto – insiste Cripezzi - è avulso da qualsivoglia compartecipazione dei cittadini che, invece, potrebbero beneficiare degli incentivi (in periodo di crisi) con una diversa distribuzione delle risorse, ad esempio indirizzate verso impianti fotovoltaici sulle superfici già urbanizzate”. Infatti, chiariscono alla LIPU, bisogna intervenire su comparti più energivori (trasporti, termico, efficienza, ecc) ma se proprio ci si volesse accanire a sostenere il comparto elettrico ci sarebbero quanto meno 750.000 ettari di superfici urbanizzate solo tra il 1995 e il 2005 (indagine urbanista Berdini), quindi prive di interesse storico e senza considerare altri decenni di urbanizzazioni selvagge. Una superficie disponibile per oltre 350.000 MW di potenza fotovoltaica, installazioni infinite pur al netto di tutti i limiti odierni di questa tecnologia. Ma allora….. perché continuare vergognosamente a mungere cittadini e imprese italiane, cancellare i Paesaggi, la Biodiversità, la Storia e ingrassare le società eoliche ? ??? ! !! Foggia, 24.09.18 LIPU onlus – coord di Puglia e BasilicataFermate i Cannibali. Fermate il Decreto.
Dal Governo nuova ondata di “parchi”, quelli eolici che divorano i parchi veri.
LIPU alla politica: FERMATE I CANNIBALI !
Dalla LIPU pugliese l’allarme, l’ennesimo da oltre 15 anni !!!! Nuovo saccheggio territoriale con la famigerata SEN, Strategia Energetica Nazionale approvata qualche mese fa dal Governo, e con il relativo Decreto Incentivi in arrivo alla Conferenza Stato Regioni. Una SEN impacchettata con un contributo rinnovabile speculativo, orientato quasi totalmente al comparto elettrico e trascurandone altri ben più utili alla causa (trasporti, termico, ecc). Per tale atto, il Governo Gentiloni ha umiliato le leggi dello Stato sulla Valutazione Ambientale. Avrebbe dovuto essere un normale “Piano” Energetico Nazionale da assoggettarsi, come tutti i Piani, a VAS, Valutazione Ambientale Strategica, al fine di verificarne la sostenibilità. Invece è stato scandalosamente aggirato tale obbligo, definendo “Strategia” quello che dovrebbe essere un “Piano”! E cosi nessuna preventiva valutazione territoriale, ambientale, paesaggistica ma solo obiettivi finalizzati a legittimare nuovi succulenti sussidi per le società energetiche. E sulla scia della SEN fuorilegge, in chiusura di legislatura il Governo ha avviato l’iter di un nuovo Decreto per incentivi (ventennali!) a nuovi impianti rinnovabili per ben 6000 MW di capacità. La bozza sta per essere sottoposta al parere della Conferenza Stato – Regioni, dove si misurerà la moralità dei Governi regionali. La LIPU pugliese ha trasmesso una argomentata nota (vedi nota) al Governatore Emiliano, alla Giunta Regionale e ai Consiglieri Regionali, rivolgendo un appello affinché non sia replicata la brutta esperienza del 2015 sul precedente Decreto di incentivazione per centinaia di MW. In quella occasione la Regione lasciò passare l’atto senza sbattere i pugni sul tavolo, ignorando le richieste della LIPU. E cosi altre aree furono crocifisse. Questa volta sono 6000 i MW in ballo, in gran parte eolico, che travolgeranno la Puglia ! Le Regioni hanno l’obbligo morale di fermare i “parchi” cannibali e difendere quel che rimane dei propri territori – è l’appello di Enzo Cripezzi della LIPU – altrimenti i politici saranno ricordati come coloro che hanno consegnato altri territori alla prostituzione. Emiliano ponga una vertenza non negoziabile in Conferenza Stato Regioni: BASTA prebende alla speculazione! Quei fiumi di denaro vanno dirottati verso opzioni serie di lotta ai gas serra, non invasive e più efficaci, con il concorso e al servizio dei cittadini. Intervenire sul rubinetto dei sussidi è il modo più efficace per contrastare questa aggressione, visto che i Regolamenti, il Piano Energetico e il Piano Paesaggistico regionali sono sempre più carta straccia”. L’odore dei soldi ha già indotto le società eoliche a presentare numerosi, ulteriori, giganteschi progetti alla V.I.A. che ora è Ministeriale, prefigurando “regali” governativi alle società eoliche. Nuove piantagioni di macchine eoliche gigantesche (i parchi finti), come quelle che hanno ucciso sul nascere e rimpiazzato il Parco Regionale dei Monti Dauni per migliaia di ettari. Cosi come stanno assediando a terra e a mare il Parco del Gargano e le Saline di Margherita di Savoia, hanno sfigurato la visuale di Castel del Monte nel Parco dell’Alta Murgia. Stanno decontestualizzando i parchi archeologici in Salento con l’espianto di centinaia di ulivi, l’abbattimento di muretti a secco, l’umiliazione delle Pajare cosi come in Capitanata (Pinuccio di Striscia docet). Nuove centrali eoliche stanno per recintare anche le aree protette a S. Paolo di Civitate, a Bovino, a Cerignola… o il Parco delle Gravine tarantine. Mentre il solare termodinamico sta per mangiarsi oltre 100 ettari a S. Severo… “Sembra grave? E invece lo è di più!!!! – conclude Cripezzi - Ai tanti progetti in arrivo al Ministero, è da aggiungere la valanga di impianti non realizzati ma già autorizzati negli anni dalla Regione, nonché quelli autorizzati o in valutazione presso le Province (improvvidamente delegate dalla Regione dal 2008). Impianti che non aspettano altro che nuovi sussidi ! E’ intollerabile l’imposizione dittatoriale di tecnologie di generazione energetica come l’eolico che, malgrado migliaia e migliaia di pale e i consumi ridotti dalla crisi, contribuisce per l’1,4% sul fabbisogno energetico totale dell’Italia ! Puglia 26.3.2018 LIPU Onlus – coord. della PugliaCaccia: su segnalazione ambientalisti Governo impugna Legge Regionale pugliese.
Soddisfazione ma anche rammarico per brutta pagina in Consiglio regionale e rischio fondi comunitari.
Consapevole del grave rischio di infrazione comunitaria e dell’illegittimità segnalata dagli ambientalisti sulla pessima legge regionale n.28/2015 della Puglia, il Governo l’ha impugnata dinanzi alla Corte Costituzionale. Malgrado le controdeduzioni e le eccezioni puntuali mosse dagli ambientalisti sul piano formale e sostanziale, quasi 2 mesi fa il Consiglio Regionale Pugliese aveva scritto una brutta pagina politica con questa legge regionale approvata a maggioranza (unico voto contrario quello dei consiglieri 5S) e finalizzata ad autorizzare la caccia allo Storno in deroga alle norme nazionali e comunitarie. Lo strumento della deroga rappresenta una azione concessa dalle norme solo in casi estremi, da istruire, documentare e dimostrare secondo procedure precise, proprio per evitare quella che in Italia era ormai divenuta prassi consolidata e disinvolta in varie regioni, tanto da costituire già elemento di censura con la procedura di infrazione comunitaria 2131/2006. In relazione alla Legge regionale pugliese, Enpa, Italia Nostra, Lav, Lac, Lipu, e Wwf avevano congiuntamente rappresentato con tre distinte note indirizzate rispettivamente al Governatore Emiliano, al Governo Renzi e alla Commissione Europea la necessità di intervenire per arginare sia la incostituzionalità della norma in questione e sia un approccio del tutto fuori luogo, cercando di legittimarlo sul piano pseudo-scientifico ma, in realtà, con una istruttoria del tutto aleatoria. Sarebbe stata l’ennesima procedura di infrazione a carico dello Stato italiano, e segnatamente della Regione Puglia, con elevato rischio di conseguenze negative sulle risorse comunitarie a disposizione della Regione. Pertanto, nella seduta del Consiglio dei Ministri di giovedì scorso, il Governo ha deliberato di impugnare la legge in questione, alla luce delle macroscopiche evidenze che violano, nel merito e nel metodo, il dettato Costituzionale nonché la Direttiva comunitaria 2009/147/CE, come riportato nella stessa istruttoria governativa ( http://www.affariregionali.it/banche-dati/dettaglioleggeregionale/?id=10335 ) e cosi come segnalato dalle Associazioni ambientaliste. Aspettando che Corte Costituzionale e Commissione Europea si pronuncino, la Lipu esprime la propria soddisfazione: al di la del merito, infatti, è fondamentale rispettare le leggi e i principi in base ai quali valutare ed eventualmente adottare deroghe in materia. Rimane tuttavia lo sconcerto per la brutta politica che ha contraddistinto molti consiglieri regionali pugliesi con decisioni sommarie e disinvolte, non solo dichiaratamente filo venatorie, malamente mascherate con altri interessi, ma che mettono anche a repentaglio importanti risorse finanziarie per la Puglia. Spiace osservare come, ancora una volta, la firma di proposta di leggi maldestre come questa sia quella dei consiglieri Amati (PD), Gatta (FI) e Pentassuglia (PD), e che a questi se ne siano accodati quasi tutti gli altri in logiche di partito ben poco edificanti. Foggia, 24.11.2015 LIPU Onlus – coord. della PugliaCACCIA, ancora regali: PREaperture ai primi di settembre e non solo
3 settembre confronto tra Regione e parti interessate ma a caccia ormai aperta!
Ancora il solito sotterfugio: l’apertura “ufficiale” della stagione venatoria dovrebbe essere la terza domenica di settembre ma con scappatoie interpretative e normative la si anticipa ai primi di settembre. Oggi 2 settembre, in Puglia è già caccia aperta a diverse specie ! “Questa presa in giro non è estemporanea – ricorda Enzo Cripezzi della LIPU pugliese - ma diventa ormai una consuetudine che trasforma l’inizio di settembre in una apertura ordinaria del periodo di caccia in Puglia. Ciò comporta gravi conseguenze sulla fauna selvatica tenuto conto che in questo momento ci sono specie che non hanno ancora completato il ciclo riproduttivo”. Anche quest’anno la LIPU pugliese ha dovuto contestare questa ma anche molte altre assurdità, nell’ambito del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale preposto a vagliare preventivamente il Calendario Venatorio 2015-2016, strumento che annualmente dovrebbe regolare tempi e modalità dell’attività di caccia in base a norme regionali e criteri scientifici. La LIPU aveva evidenziato molti aspetti negativi già oggetto di censura da parte dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale già Istituto nazionale Fauna Selvatica) con le sue direttive e il suo parere obbligatoriamente acquisito dalla Regione ma platealmente disatteso. Ecco infatti pre-apertura per diverse specie (Tortora, Merlo, Quaglia, Colombaccio, Lepre…), ma anche chiusura tardiva per altre (diverse anatre ed altri acquatici oltre a Beccaccia, Tordo bottaccio, Tordo sassello….). E ancora sulle modalità di caccia da appostamenti fissi, gli orari e il prematuro inizio al 22 agosto consentiti per l’addestramento cani, (in deroga, indiscriminatamente su qualsivoglia territorio e per di più in periodo non circoscritto con evidenti danni per la riproduzione della fauna selvatica) o il grave rischio di inquinamento genetico causato dal rilascio di quaglie giapponesi per le “gare cinofile”. Altra perla, bacchettata perfino dalla Corte costituzionale, è la possibilità di caccia ai migratori spostandosi liberamente sull’intero territorio regionale senza alcun legame cacciatore-territorio come invece previsto con la fauna stanziale. “Tutto ciò - precisa Paola Lodeserto, vice presidente dell’associazione ambientalista - nonostante i richiami della Commissione Europea, che lo scorso autunno attraverso la Procedura Pilot (EU PILOT 6955/14/ENVI) - anticamera della procedura di infrazione - aveva evidenziato diverse criticità sulla caccia in Italia, tra le quali l’esercizio venatorio nei confronti di specie in cattivo stato di conservazione e durante la migrazione prenuziale, quando si colpiscono proprio i riproduttori”. Per domani, 3 settembre il Servizio Caccia regionale ha convocato un incontro presieduto dall’Assessore al ramo Di Gioia con le componenti ambientaliste nel Comitato Tecnico Faunistico Venatorio per discutere “eventuali” modifiche al Calendario Venatorio. Si tratta di un incontro parallelo a quello con altre componenti (cacciatori e agricoltori) per valutare la situazione. Per la LIPU ciò rappresenta un’occasione, tardiva e in parte compromessa dalla pre-apertura in atto, per rettificare il Calendario ed evitare gravi conseguenze pecuniarie dalla CE che potrebbe perfino sospendere i fondi comunitari previsti per la Puglia. “Diversamente – conclude Cripezzi - si consumerebbe l’ennesimo, grave atto al patrimonio della collettività rappresentato dagli animali selvatici, che tende a soddisfare in via prioritaria le richieste dell’estremismo venatorio anteponendolo alle esigenze generali, quindi di tutti i cittadini, di tutela della fauna”. Bari, 2.9.2015 LIPU Onlus - coord. della Puglia