Rinnovabili. Provincia di Foggia, provincia degli orrori !

Associazioni e comitati si aggregano per invocare interventi istituzionali

In Capitanata si sta consumando la più grave speculazione territoriale di sempre che rischia di completare la omologazione della Daunia a mero ricettacolo industriale di pale e pannelli, stazioni elettriche, strade, elettrodotti.

Pochi lo sanno ma innumerevoli progetti del valore di centinaia di milioni di euro (per i proponenti) continuano a passare tra le mani autorizzative dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Foggia (da anni improvvidamente delegata allo scopo dalla Regione), con valutazioni ambientali disinvolte e senza alcun tutoraggio politico né controllo sociale (i consiglieri non rispondono ad elezioni dirette).

Ma la Capitanata è già schiacciata da quasi 1700 grattacieli eolici, qualche migliaio di ettari di fotovoltaico e pesanti opere accessorie, sia in esercizio oltre che autorizzati e in attesa di realizzazione.

Si aggiungono procedure autorizzative di competenza Ministeriale o Comunale, ognuna  avulsa dall’altra! La Regione, invece, continua a guardare. Al limite partecipa passivamente ai procedimenti imposti dal Governo.

E’ quindi gravissimo il tradimento che l’Ente Provincia perpetua alla sua comunità: invece di mobilitarsi come ente di raccordo territoriale (e come accade altrove in Italia!!) per far fronte ad un fenomeno indubbiamente aggressivo e fuori controllo, diventa essa stessa “carnefice” nel chiuso degli uffici VIA, con la elusione sistematica dei valori territoriali ad ogni istruttoria autorizzativa.

La biodiversità è “affettata” o sfrattata. Il paesaggio e gli assetti urbanistici, destrutturati. Il turismo delle aree interne e rurali, delle masserie storiche, dei Tratturi regi è ridicolizzato. I campi del “granaio d’Italia, strumentalmente sguarniti di tutele e con un comparto in crisi, favoriscono i “benefattori” che spadroneggiano, in spregio delle più elementari regole di concertazione e pianificazione.

Ma in gioco è anche l’identità della Daunia, appesa a un filo: la Provincia di Foggia sta approvando mega impianti che spazzeranno via pure i contesti della Torre di Tertiveri, di Castelpagano, del castello di Lucera e perfino di Castelfiorentino, simbolo della medievalità, dove mori  Federico II. Fino a ieri tutelati da fasce di 10 km , oggi aggrediti dalle istanze spregiudicate delle società.

Sullo sfondo una Regione che si appresta a emanare una Legge Regionale sulle aree idonee e non idonee in materia di insediamenti rinnovabili. Un provvedimento tardivo, sulla scorta delle nuove norme quadro. Ma è un DDL che pare dettato dalle stesse società : invece di recuperare decenni di lacune pianificatorie, cancella le flebili e insufficienti  tutele odierne.

Mo Avast !  (Ora Basta)…

è lo slogan ma anche l’imperativo, intorno al quale si stanno aggregando associazioni e cittadini della Capitanata (comitati, agricoltori espropriati o resistenti… oltre ad associazioni che in Capitanata si sono storicamente battute per il rispetto del territorio: LIPU, Italia Nostra, FIAB, Conalpa, VAS….) per una rinnovata protesta. Intanto con un primo, simbolico Sit-In proprio avanti all’Ente Provincia, stamani, alla presenza dei media più sensibili che hanno rilanciato la rivendicazioni manifestate.

Le rinnovabili non possono essere totalizzanti e prevalenti su tutto. Non possono continuare ad essere imposte manu militari, con la logica di un cancro ed espandersi al ritmo di metastasi.

In definitiva la Daunia non può continuare ad essere la prostituta delle società energetiche.

Il gruppo “Mo Avast” ora chiede di conoscere da che parte sta la politica. E se intende farla, la sua parte!

Foggia, 7.3.25                                                                                Gruppo “Mo Avast

Rinnovabili: è disastro ambientale !

E in regione arriva la legge Sfascia Puglia.

La più grande speculazione territoriale (e finanziaria) del Paese. Dopo 240 MLD di incentivi (solo quelli diretti) assicurati alle società delle energie “pulite”, il celebrato territorio rurale del Mezzogiorno sprofonda senza freni nel più totale saccheggio, con la scandalosa complicità istituzionale.

La Puglia si distingue per ignavia e predazione sistematica dei valori paesaggistici, naturali, storici e identitari. Solo in Capitanata quasi 1700 grattacieli eolici alti fino ad oltre 200 m (destinati ad aumentare con le autorizzazioni continuamente rilasciate). Si aggiungono qualche migliaio di ettari di “laghi grigi” di fotovoltaico. Ovunque elettrodotti, ulteriori elettrodotti in alta tensione di Terna, strade di servizio, sottostazioni e stazioni elettriche grandi come quartieri. Tutto a suon di espropri e alterando gli equilibri democratici delle piccole comunità, con il penoso  do ut des delle royalties. Il resto della Puglia segue a ruota con enormi territori già martoriati, dalle aree di pre Murgia a tutto il Salento e al Tarantino. Per di più centinaia di progetti sono in iter.

La Regione si era dotata del Regolamento Regionale 24/2010 e del PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) nel 2015. Due provvedimenti di grande spessore ma perennemente sotto attacco da parte delle società energetiche e insufficienti a contenerne l’ingordigia. Purtuttavia mai irrobustiti dalla politica regionale affinché le tutele fossero severamente rispettate !

In ossequio al quadro normativo statale, ora le Regioni hanno un obbligo: emanare una legge che identifichi (almeno a babbo morto) aree idonee e (quel che rimane delle) aree non idonee per l’insediamento entro il 2030 di ulteriori 80.000 MW di potenza rinnovabile rispetto all’installato al 2020. Malgrado gli impianti già realizzati, alla Puglia spettano la bellezza di ulteriori 7.384 MW (anche offshore).

Dopo anni di lassismo ci si aspetterebbe uno straccio di responsabilità! – evidenzia Enzo Cripezzi della LIPU pugliese – E invece? Il disegno di legge (222 del 23.10.24) proposto dalla Giunta alla (finta) concertazione sociale e al Consiglio regionale, NON apporta tutele concrete e addirittura va ad amputare il già misero quadro di tutele esistenti, condanna a morte le residue aree rurali. Una norma che fa a pezzi il PPTR e se ne frega di aree IBA, visuali paesaggistiche, biodiversità e contesti rurali. Una legge sfascia Puglia!”.

A peggiorare la situazione, il ricorso di fameliche società energetiche al TAR Lazio. Contestano il DM quadro (DM MASE 21.6.24) reo di concedere questi spazi di manovra alle Regioni. In attesa della decisione (il 5 febbraio), le società avevano chiesto pure la sospensiva su questa potestà di legge regionale. Su quest’ultimo aspetto il Consiglio di Stato ha concesso tale interdizione ma solo sulle aree idonee, in attesa della decisione al TAR. Intanto gli iter autorizzativi corrono e ipotecano altri territori. Regione muta. Mentre la pseudo narrazione sulle rinnovabili salvifiche imperversa per condizionare i consessi decisionali.

La LIPU ha espresso le proprie osservazioni al DDL regionale. 70 pagine comprensive di allegati a supporto, richiamano oltre 20 anni di far west e le conseguenze ulteriori di un simile provvedimento, invocando correttivi e tempestività, per rendere più indolori possibili le ulteriori migliaia di MW da installare.

La Regione dovrebbe portare rispetto alla comunità pugliese: Giunta, commissioni consiliari e consiglieri la smettano di odiare la Puglia. La smettano di consegnare quel che ne rimane alla prostituzione energetica, spacciata per transizione. Rendano conto sulle contestazioni mosse al DDL e approvino i correttivi!

4.2.2025                                               LIPU odv – coord. della Puglia

Conoscere i siti Natura2000 marini e costieri con la LIPU:

Passeggiata Birdwatching a Ippocampo

In occasione del Natura 2000 Day, la giornata europea della Rete Natura 2000 che si celebra il 21 maggio, la Lipu organizza una serie di eventi, tra cui questo, dedicati alla scoperta e alla conoscenza dei siti marini Natura 2000.

La Lipu lavora da molti anni all’individuazione delle aree più importanti per gli uccelli marini, le cosiddette IBA, e ne propone la designazione come siti Natura 2000, sia sulla terraferma che in mare.

L’evento è promosso nell’ambito del progetto LIFE A-MAR NATURA 2000, di cui la Lipu è partner insieme a: – Federparchi – Europarc Italia, associazione capofila del progetto; – Triton Research, un’organizzazione specializzata in progetti e comunicazione sull’ambiente marino; – Fundaciòn Biodiversidad, una fondazione pubblica del Ministero dell’Ambiente per la Transizione Ecologica e la Sfida Demográfica in Spagna. Il progetto è finanziato dal Programma LIFE, lo strumento che l’Unione Europea utilizza per finanziare progetti di conservazione della natura e dell’ambiente, ed è co-finanziato dal Parco nazionale dell’Asinara, dal Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e dal Parco nazionale delle Cinque Terre.

La Rete Natura 2000 è una rete europea di aree protette, la più grande al mondo, che racchiude migliaia di piccoli siti individuati per la conservazione della biodiversità, che tutelano habitat e specie, sia piante che animali, rare o minacciate in Europa. Questi siti svolgono quindi un ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità europea e del nostro paese. La rete Natura 2000 si estende sia a terra che a mare. Tra gli animali che vivono in ambiente marino ci sono anche molte specie che volano sulla superficie, gli uccelli marini, che passano quasi tutta la loro vita in mare e toccano terra ferma solo per riprodursi. Per questo il progetto LIFE A-MAR NATURA 2000 ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei siti Natura 2000 marini, promuovere presso gli enti di gestione l’individuazione a l’attuazione di misure di conservazione efficaci, e informare le persone che fruiscono dei siti Natura 2000 costieri e marini (dai pescatori, gestori di attività ricettive/turistiche/nautiche ai turisti, diportisti, ecc.) riguardo alle buone pratiche da mettere in atto per arrivare a una gestione più sostenibile delle attività umane e a un equilibrio tra queste e la fattiva conservazione della biodiversità tutelata dalla Rete Natura 2000.

L’evento di oggi, organizzato per festeggiare il Natura 2000 Day, è finalizzato quindi non solo a scoprire questi siti, l’importanza e la bellezza di questi luoghi, ma anche a capire cosa possiamo fare noi per proteggerli. L’appuntamento è Domenica 19 Maggio alle 9.45, località Ippocampo, bar ristorante “La Masseria” – SS159, km 10,805 (Manfredonia) – la partecipazione è gratuita, preavvisando al 389 7686760 (cell e WA) o via Messenger dalla pagina FB della Lipu Capitanata

Foggia, 16.5.2024                                      LIPU odv – Sezione prov.le Foggia

Rinnovabili. Ecco l’ “Elenco della Vergogna” nascosto alle comunità.

LIPU: Puglia prostituita tra prepotenze di Governo e ipocrisie di Regione e Province.

Con le falsità di certi media e della politica, stanno cancellando la Puglia dalle carte geografiche!

Come previsto – ricorda Enzo Cripezzi della LIPU pugliesel’irresponsabile mancanza di iniziativa politica, soprattutto  regionale, se non di deprecabile complicità, continua a spianare la strada alla speculazione territoriale, perfino con imposizioni autoritarie del Governo come quella del 3 dicembre scorso.”.

Interessi per CENTINAIA di milioni di euro (ANNUI e NOSTRI !) si muovono silenziosamente a braccetto con CENTINAIA di nuovi procedimenti  autorizzativi. Per di più, nell’oscurità degli uffici, senza alcuna concertazione o consapevolezza delle comunità locali.

E’ la sintesi dell’ ELENCO della VERGOGNA”, mai reso pubblico : una VALANGA di oltre 400 PROGETTI in ATTESA di AUTORIZZAZIONE presso le Province (delegate alle valutazioni dalla Regione), definita 2 mesi fa da dirigenti provinciali e regionali in audizione alla Commissione Regionale Bilancio presieduta dal consigliere FABIANO AMATI. Che, paradossalmente, ha pure invocato deregolamentazioni  per favorire tali progetti, nella più totale ipocrisia.

Lo divulghiamo noi – denunciano alla LIPU – visto che Regione e Province non hanno uno straccio di sensibilità. Altri grattacieli eolici alti 250m e migliaia di ettari di fotovoltaico al suolo che stanno per estinguere  quel che rimane della celebrata ruralità Pugliese. Ancor più aberrante, ben il 60% di queste nuove istanze è concentrato nel Foggiano dove solo il fotovoltaico occuperà ULTERIORI 15.000 ETTARI !

Un primato da PROVINCIA degli ORRORI, già stuprata da quasi 1500 torri eoliche e centinaia su centinaia di ettari di fotovoltaico e, come Ente territoriale, accondiscendente ad accogliere nuove istanze.

I vari Amati non si accorgono (!) del morbillo di migliaia di impianti eolici e fotovoltaici che hanno GIA’ VILIPESO da anni la Puglia e il suo PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale)?!?  Basterebbe guardare in giro. O la mappa su webgis regionale degli impianti realizzati, pur incompleta e non aggiornata da anni.

A questi si aggiunge il fiume occulto di impianti AUTORIZZATI da queste Province, in primis quella di Foggia. Quindi NON VISIBILI MA PROSSIMI AD ESSERE REALIZZATI.

MA… a questo colabrodo (impianti realizzati + autorizzati e in attesa di realizzazione localmente)  SI AGGIUNGONO  PROGETTI EOLICI OLTRE la SOGLIA dei 30 MW, quindi in iter di VIA ministeriale.

Anche qui, PROGETTI PESSIMI e CARENTI …. approvati con gli “AIUTINI” (in spregio ai valori faunistici, ambientali e paesaggistici), per candida ammissione dello stesso dr. Atelli, Presidente della Commissione VIA nazionale (Sole24ore, 19.02.21) !

Di questi progetti nazionali, OLTRE 40 sono fermi a causa di pareri divergenti nella VIA nazionale da parte degli enti coinvolti. Ma dove ricadono questi progetti? In gran parte in PUGLIA  e in particolare … ancora in CAPITANATA !  E tra le lagne pro rinnovabili  il Ministro Cingolani  STA PORTANDO IN CONSIGLIO dei MINISTRI per imporre umilianti  APPROVAZIONI per DECRETO. Ancora !

L’ULTIMO, VERGOGNOSO INSULTO il 3 DICEMBRE scorso: ALTRE 4 MEGA CENTRALI EOLICHE per oltre 250 MW! Tutte nella Daunia (Cerignola, Ascoli S., Ortanova e Stornara). E quasi 100 MW nel potentino, già crocifisso come in Puglia. Il solito copione delle procedure ministeriali: Soprintendenze e/o  uffici VIA regionali (NON i politici) esprimono valutazioni negative, la politica regionale fa propaganda del diniego senza aver mosso un dito, poi il Ministero Ambiente porta i pareri divergenti  in CdM. Che impone le autorizzazioni.

E la Regione?  MUTA !

Infine, grazie a nuove deregolamentazioni e incentivi del Governo, le società del FOTOVOLTAICO hanno presentato a  VIA nazionale (competente da qualche mese per impianti oltre 10 MW) quasi un centinaio di istanze su aree rurali, 52 NUOVI PROGETTI solo in Puglia, di cui 28 ancora NEL FOGGIANO :  ALTRI 1150 MW e 1800 ETTARI. Ma anche il Salento (il Brindisino in particolare) sarà massacrato. Nel barese, Spinazzola avrà uno schiaffo con oltre 200 ettari.

Per non parlare della PROLIFERAZIONE di cosiddetti “mini” impianti (eolici e fotovoltaici) di sola concessione comunale, che “mini” NON LO SONO affatto!

Ribadiamo il nostro BASTA!  SMETTETELA di seppellire l’identità dei luoghi ! MITE, Regione e Provincia DIANO CONTO  di questa deriva intollerabile , RISPONDANO  alla nostra  richiesta di CONFERENZA PUBBLICA con i portatori di interessi collettivi – conclude Cripezzi  – e Regione Puglia onori una buona volta il ruolo di Ente deputato al governo del territorio e, almeno, ricorra contro le ultime aggressioni!”.

Intanto, dopo 230 MLD di sussidi, gli attuali 33.000 MW di eolico e fotovoltaico installati (quasi tutti nel Mezzogiorno) contribuiscono con un 3,5% sui consumi energetici totali del Paese (elettrico, trasporti, termico).

Quanto basta per una riflessione!

LIPU Puglia, 07.12.2021

lago Salso. l’altra verità!

Sta diventando stucchevole il tam tam lanciato in questi giorni per evitare la liquidazione della “SpA lago Salso”, con l’obiettivo di cedere l’intero pacchetto azionario della società in quota all’Ente Parco del Gargano a vantaggio del socio privato di minoranza, Centro Studi Naturalistici. Si può comprendere l’enfasi di quest’ultimo, più che “interessato” alla vicenda, ma non è etica la mistificazione oltre ogni limite ergendosi quasi a padreterni dell’ambientalismo, nei confronti di una opinione pubblica non strutturata sia culturalmente che sul piano della conoscenza.

E’ bene riportare almeno qualche informazione più aderente alla serietà”, evidenzia Enzo Cripezzi della LIPU pugliese .

I falchi Grillai al lago Salso ci sono arrivati grazie a una dinamica di espansione spontanea della popolazione che ha interessato questa come altre zone daune, cosi come dimostrano indagini sulla specie. Semmai il Centro Studi con uno dei suoi Life avrebbe dovuto insediare due colonie di questa specie a Monte S. Angelo e S. Giovanni… Ma quando il fallimento di tali obiettivi era evidente si liberarono individui presso il lago Salso per vantare impropriamente qualche merito confidando in realtà nell’espansione spontanea della specie sul Tavoliere.

La Cicogna iniziò anch’essa a nidificare spontaneamente in zona e decine di individui ormai estivavano sulla pedegarganica lasciando presagire nuove nidificazioni cosi come stava avvenendo in altre zone d’Italia. L’oneroso programma di insediamento della specie nell’oasi lago Salso ha avuto solo il merito di accellerare questa dinamica, per altro con tecniche di detenzione di animali vivi mentre altrove si ottenevano gli stessi risultati con sagome per simulare gli animali. Animali vivi che rimasero in una detenzione penosa, anche a fine progetto: con la pretesa che potessero rimanere in cattività (con relativi costi di gestione) senza alcuna finalità conservazionistica oggettiva, furono spostati a zimbello delle scolaresche nelle voliere (anch’esse nell’Oasi) del centro recupero della Provincia che cosi rimase con il “cerino” in mano, fino alla morte di qualche esemplare, il subentro della Magistratura e l’affidamento di 11 esemplari alla LIPU con relativa riabilitazione e liberazione.

Le roboanti 1500 Gru che “svernano a lago Salso” vanno anch’esse raccontate: lo svernamento di migliaia di esemplari in Italia è un recente fenomeno che localmente non è affatto circoscritto al lago Salso ma, anzi, ha epicentro (dormitori) in un ben più vasto comprensorio che comprende tutte le zone umide costiere del Golfo e aree interne, come ben sanno esperti e appassionati. Cosi come la Lontra non è giunta a lago Salso con la bacchetta magica di qualcuno bensì grazie alla dinamica espansiva della specie che, dopo i degradi ambientali anni 60, sta lentamente ripopolando areali storici tramite, ma non solo, il reticolo idrografico, come dimostrano anche i 5 esemplari deceduti (di cui 4 rinvenuti e recuperati dalla LIPU) sulla litoranea tra lago Salso e torrente Cervaro.

I prati allagati realizzati nella superficie aziendale del lago Salso con il Life “lago Salso rappresentano una azione di rispristino ambientale di indubbio interesse rispetto ai seminativi preesistenti. Tuttavia non si può sottacere che la vocazione all’impaludamento di quei terreni avrebbe favorito un analogo progetto condotto da qualsivoglia altro soggetto radicato nella gestione dell’area. Per contro con quel progetto furono realizzate anche opere di regolazione idraulica che paradossalmente hanno determinato la sofferenza e il prosciugamento nella “valle di mezzo” con gravi conseguenze. Ancora con il vantato Life “zone umide sipontine sarebbe stato più coerente se nella zona Riservetta non si fossero cancellati quasi 10 Ha di prezioso habitat prioritario a salicornieti per realizzarci un altro habitat prioritario poi da celebrare. Lo stesso Life si prefiggeva di recuperare 110 Ha dell’originario habitat alofilo (steppe salate mediterranee) nella Riserva Frattarolo. Al contrario oggi si può prendere atto perfino di un peggioramento del trend di riduzione di quell’habitat e l’area continua a evolvere in un immenso canneto.

Tra i meriti vantati vi è poi la conversione in pascolo di 280 ettari agricoli aziendali del lago Salso. Questa fu una delle misure concordate anni fa da Comune e Regione (con ½ Mln di euro) per ottemperare alla condanna comunitaria e compensare il danno perpetrato nella ZPS pedegarganica dall’industrializzazione del contratto d’area. Alla LIPU fu proposto di collaborare per definire azioni per chiudere l’infrazione comunitaria. “Declinammo l’invito – ricorda Cripezzi – consapevoli che quella che doveva essere una azione esemplare sia per coerenza scientifica che deterrente per evitare futuri degradi, era invece una operazione finalizzata a chiudere la partita con la medaglietta della legittimazione”. Realizzare pascoli aridi in una zona soggetta a naturale impaludamento era come pretendere di compensare un campo di patate con una risaia! Ci pensò il Centro Studi a fare da salvagente e a prestarsi anche per quella misura (consolidandosi nella SpA). E come temuto dalla LIPU, la goffa chiusura della vertenza comunitaria richiamò in carreggiata Energas con la pretesa di poter industrializzare l’area a sud di quella già compromessa.

Ennesimo vanto fuori luogo al lago Salso, il Life “Tetrax” per la reintroduzione delle Galline prataiole, che la Commissione Europea ha troncato, respingendo anche le controdeduzioni,  con la chiusura anticipata (!) e taglio dei finanziamenti per incapacità gestionali, non senza richiamare mancanze e responsabilità riconducibili al beneficiario Centro Studi, con affermazioni eloquenti: … Dopo più di 4 anni dall’inizio del progetto non è disponibile nemmeno una gallina prataiola allevata nella nursery, in quanto i tentativi di riproduzione sono falliti…. Appare inverosimile che 12 delle 14 uova non fossero fertili… I rapporti di monitoraggio sono insufficienti in quanto la descrizione contenuta al loro interno è povera e generica

E quindi il Centro Studi non solo, grazie all’affair “compensazione” da condanna comunitaria, aveva già “ripristinato” (!?) un presunto habitat prioritario di pascolo steppico (habitat 6220*) nell’area lago Salso, dove non potrebbe mai essere realizzato, ma…. prevedeva nella stessa area (!!!!) il ripristino di 280 Ha del medesimo habitat (di nuovo !) tra gli obiettivi ufficiali del Life “Tetrax”. E oggi si ha la pretesa di chiedere il sostegno a titolo di “post-Life” anche se il Life è stato chiuso anticipatamente dalla CE senza il raggiungimento di uno solo degli obiettivi dichiarati nel progetto!

Infine, la minacciosa previsione: senza la SpA 100% al Centro Studi, il lago Salso sarebbe preda di speculazioni con svendita della proprietà comunale a privati. Grottesco quanto comico se si pensa che l’area è plurivincolata, gravata perfino da usi civici e non ha più grandi superfici agricole “produttive”. “La politica ambientale è una cosa seria! – conclude Cripezzi – Ancor più seria dovrebbe essere quella ambientalista di una “associazione”.  Definizione opinabile se come nel caso del Centro Studi Naturalistici si  fa dell’ambiente un prioritario settore di guadagno, forse legittimo ma non senza conflitti di interesse, con operazioni disinvolte, perfino con studi ambientali al servizio di numerosi piazzisti di pale e pannelli. Che sarebbe già discutibile per un professionista, se tali studi si prestassero indebitamente a legittimare impianti in territori delicati o oltre misura. E’ deprecabile se fatto come “associazione” di tutela ambientale. E’ quindi stonato e fuorviante il tam tam per “salvare” NON il lago salso ma la sua SpA (!!), strumento spiccatamente privatistico (non soggetto alla trasparenza di un Ente pubblico) e quindi discutibile per gestire un’area pubblica, che inizialmente fu creato non per quali lungimiranti obiettivi gestionali del compianto Fusilli (chiamato strumentalmente in ballo), bensì per dare impulso al coinvolgimento di una coop di 40 LSU di Manfredonia a cui poi subentrò il Centro Studi nel 2009.

E’ legittimo parteggiare per qualunque posizione ma non è tollerabile che si predichino narrazioni romanzate (spesso prive di fondamento) come realtà assolute dietro le quali ci sono altre verità.

Foggia, 18.12.2019                                       LIPU onlus – coord della Puglia

Ogni giorno salviamo una parte di Natura: la Tua